Come ti cancello la democrazia
 











Il decreto Tremonti che stravolge la legge sull’editoria è passato al Senato a colpi di voto di fiducia nella prima settimana d’agosto. 1) Nell’articolo 60 si tagliano 83 milioni al Fondo per l’editoria della presidenza del consiglio per il 2009 e 100 per il 2010, di fronte a uno stanziamento iniziale di 387 milioni per i due anni e a un fabbisogno stimato di 580 milioni. Tutto questo in un paese dove il sistema della comunicazione è governato da un duopolio televisivo e da un mercato pubblicitario completamente deregolato a sfavore delle testate minori. 2) Il governo cancella quel che nella precedente legge si configurava come un diritto soggettivo, che regola i contributi diretti per gli editori che ne hanno diritto, con parametri certi relativi alla tiratura, alla diffusione, ai costi di produzione, al peso della pubblicità sul fatturato. L’articolo 44 del decreto Tremonti stabilisce invece che i contributi diretti siano assegnati «tenuto conto delle somme complessivamente stanziate nel Bilancio dello Stato per il settore dell’editoria, che costituiscono limite massimo di spesa». Insomma, quel che era un diritto certo, diviene un diritto condizionato alla capienza dei fondi (che di fatto sono stati cancellati), con un regolamento che dà il massimo della discrezionalità al governo.