Stabilità: "Incentivi per le assunzioni solo a chi non ha licenziato". Il presidente dell’Eurogruppo: "Flessibilità sì, ma regole non si cambiano"
 











Niente sconti per le assunzioni a chi ha licenziato. E’ la condizione posta dalla commissione Lavoro della Camera nel parere sulla legge di Stabilità. Di più: nel documento si chiede che gli incentivi siano legati a "un incremento netto" dei posti; che le pensioni siano anticipate a inizio mese per chi cumula più trattamenti, risorse "sufficienti" per Cig in deroga e somme aggiuntive per i nuovi ammortizzatori.
La commissione Finanze, invece, chiede di valutare l’opportunità "di eliminare o ridurre l’inasprimento" della tassazione su fondi pensione e rivalutazione tfr e di innalzare i tetti per l’ammissione al regime fiscale agevolato per gli autonomi (il cosiddetto regime dei minimi), per ampliare i soggetti beneficiari.
Quanto alla stretta sui fondi si segnalano "gli effetti che questa potrebbe avere sui complessi assetti del comparto pensionistico".
Intanto in commissione Bilancio, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando ribadito
"l’ampia disponibilità" a "valutare le proposte di correttivi, nel contesto dei saldi" alla tassazione fondi pensione e sul Tfr, che hanno ricevuto "critiche che il governo esaminerà con attenzione".
Il vero ostacolo al via libera è però interno al Pd: i deputati della minoranza interna, chiedono di "approvare la legge di Stabilità prima di iniziare il voto alla Camera sul Jobs Act, solo così sarà possibile aumentare le risorse destinate al lavoro e consentire un maggiore impulso all’attuazione della delega che è a saldo zero. Il vero limite della legge delega - dicono Francesco Boccia, Pippo
Civati, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Stefano Fassina e Margherita Miotto - è di natura finanziaria. Le risorse stanziate in legge di Stabilità sono complessivamente pari a 2 miliardi, inferiori alle risorse 2014.".
La manovra finanziaria, nel frattempo, prosegue il suo iter parlamentare con circa un migliaio di emendamenti segnalati (tra commissioni, governo e relatori) ai ddl
stabilità e bilancio in commissione Bilancio alla Camera. Il dato emerge dall’ufficio di presidenza della commissione che ha tra l’altro confermato per domani alle 13 il termine per la presentazione delle proposte di modifica (martedì alle 12 le relative ammissibilità). Le prime votazioni si terranno mercoledì 12 dalle 15, e riguarderanno gli emendamenti al ddl bilancio.
Il "tetto" al numero degli emendamenti segnalati concordato dall’ufficio di presidenza considera 500 proposte di modifica individuate dai gruppi della commissione bilancio sul totale di quelli che verranno ammessi al voto martedì prossimo. A questi si aggiungeranno quelli proposti dalle commissioni tecniche. La commissione Bilancio dovrebbe concludere l’esame dei documenti della manovra venerdì 20 novembre in vista dell’avvio della discussione generale dell’assemblea di Montecitorio il 24 successivo.
Ma sulla manovra e la legge di Stabilità è intervenuto, in serata, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen
Dijsselbloem. Nell’annunciare che l’analisi delle bozze di bilancio nazionale per il 2015 dei paesi dell’Euro sarà completata dalla Commissione europea entro la fine del mese, ha risposto indirettamente a Renzi. I paesi dell’Eurozona devono
rispettare le regole del patto di stabilità e crescita e "qualunque parere della Commissione rispetterà il patto garantendo il miglior uso della flessibilità che contiene",  ma, ha sottolineato Jeroen Dijsselbloem, rispondendo alla proposta del premier italiano di scorporare gli investimenti dal patto, "non cambieremo le regole durante la partita".
"Il patto di stabilità e crescita è un’ancora di fiducia per l’Europa - ha aggiunto - e la sua credibilità deve essere consolidata e preservata: la strategia di consolidamento che favorisca la crescita deve continuare, allo stesso tempo dobbiamo accelerare i nostri sforzi". Ecco perchè il presidente della Commissione, quello della Bce, dell’Eurogruppo e del Consiglio dovranno "preparare i
prossimi passi per rafforzare ulteriormente la governance e il coordinamento dell’Eurozona". "Tutti i ministri - ha aggiunto - sono d’accordo che la situazione attuale non è soddisfacente, la ripresa ancora debole: servono azioni politiche da parte dei governi".
Gli fa eco subito il Commissario Ue agli affari Economici, Pierre Moscovici: "Bisogna rispettare le regole, non possiamo esagerare con la creatività, ma usare la flessibilità nel Patto".r