Attuazione piano prevenzione della corruzione.
 











AL PRESIDENTE AVV. FRANCESCO MIGLIO
AL DIRIGENTE SETTORE RISORSE UMANE
AL SEGRETARIO GENERALE DOTT. F. RE RESPONSABILE DEL PIANO PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
AI REVISORI DEI CONTI
DELLA  PROVINCIA DI FOGGIA

Questa O.S., premesso che con la recente legge 6 novembre 2012, n. 190, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012, sono state approvate le "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione.". La legge è entrata in vigore il 28 novembre 2012.
Operando nella direzione più volte sollecitata dagli organismi internazionali di cui l’Italia fa parte , con tale provvedimento normativo è stato introdotto anche nel nostro ordinamento un sistema organico di prevenzione della corruzione, il cui aspetto caratterizzante consiste nell’articolazione del processo di formulazione e attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione su due livelli.
Ad un primo livello, quello "nazionale", il D.F.P. predispone, sulla base di linee di indirizzo adottate da un Comitato interministeriale, il P.N.A.. Il P.N.A. è poi approvato dalla C.I.V.I.T., individuata dalla legge quale Autorità nazionale anticorruzione.
Al secondo livello, quello "decentrato", ogni amministrazione pubblica definisce un P.T.P.C., che, sulla base delle indicazioni presenti nel P.N.A., effettua l’analisi e valutazione dei rischi specifici di corruzione e conseguentemente indica gli interventi organizzativi volti a prevenirli.
Questa articolazione risponde alla necessità di conciliare l’esigenza di garantire una coerenza complessiva del sistema a livello nazionale e di lasciare autonomia alle singole amministrazioni per l’efficacia e l’efficienza delle soluzioni.
La funzione principale del P.N.A. è quella di assicurare l’attuazione coordinata delle strategie di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione, elaborate a livello nazionale e internazionale. Il sistema deve garantire che le strategie nazionali si sviluppino e si modifichino a seconda delle esigenze e del feedback ricevuto dalle amministrazioni, in modo da mettere  a punto degli strumenti di prevenzione mirati e sempre più incisivi. In questa logica, l’adozione del P.N.A. non si configura come un’attività una tantum, bensì come un processo ciclico in cui le strategie e gli strumenti vengono via via affinati, modificati o sostituiti in relazione al feedback ottenuto dalla loro applicazione. Inoltre, l’adozione del P.N.A. tiene conto dell’esigenza di uno sviluppo graduale e progressivo del sistema di prevenzione, nella consapevolezza che il successo degli interventi dipende in larga misura dal consenso sulle politiche di prevenzione, dalla loro accettazione e dalla concreta promozione delle stesse da parte di tutti gli attori coinvolti. Per questi motivi il P.N.A. è finalizzato prevalentemente ad agevolare la piena attuazione delle misure
legali ossia quegli strumenti di prevenzione della corruzione che sono disciplinati dalla legge.     
Sono destinatarie del P.N.A. tutte le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Gli indirizzi contenuti nel P.N.A. hanno come destinatari anche le regioni, gli enti del S.S.N., gli enti locali e gli enti ad essi collegati.
La Corte di conti, nel discorso di apertura dell’anno giudiziario in corso, ha posto in evidenza come la corruzione sia divenuta da "fenomeno burocratico/pulviscolare, fenomeno politico-amministrativo-sistemico.". "La corruzione sistemica, oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione, pregiudica, da un lato, la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni, e, dall’altro l’economia della Nazione.". Di fronte alla corruzione sistemica, la Corte ha evidenziato che "La risposta non può essere di soli puntuali, limitati, interventi - circoscritti, per di più, su singole norme del codice penale - ma la risposta deve essere articolata ed anch’essa sistemica. Da qui, l’importanza della parte amministrativa della legge 190/2012 che assume la portata di una riforma delle pubbliche amministrazioni ai fini della prevenzione e della lotta alla corruzione, riforma che attende ora la sua prova più difficile, quella della sua realizzazione."
Complessivamente, le indicazioni provenienti dalle organizzazioni sovranazionali evidenziano l’esigenza di perseguire i tre seguenti obiettivi principali nell’ambito delle strategie di prevenzione:
-  ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione;
-  aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;
-  creare un contesto sfavorevole alla corruzione.
Questi obiettivi sono perseguiti attraverso la previsione di varie misure di prevenzione, che nell’ambito del nostro ordinamento sono state disciplinate mediante la l. n. 190 del 2012.
I principali strumenti previsti dalla normativa, oltre all’elaborazione del P.N.A., sono:
-  adozione dei P.T.P.C.
-  adempimenti di trasparenza
-  codici di comportamento
-  rotazione del personale
-  obbligo di astensione in caso di conflitto di interesse
-  disciplina specifica in materia di svolgimento di incarichi d’ufficio - attività ed incarichi extra-istituzionali
-    disciplina specifica in materia di conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti
-  incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali
-  disciplina specifica in materia di formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione
-  disciplina specifica in materia di attività successiva alla cessazione del rapporto di lavoro

-  disciplina specifica in materia di tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito
-  formazione in materia di etica, integrità ed altre tematiche attinenti alla prevenzione della corruzione.
La Provincia di Foggia ha approvato con delibera n. 5 del  23.5.2013 il piano  aziendale anticorruzione il cui Responsabile è il Segretario Generale dott. Filippo Re.
Uno dei principi cardini per la prevenzione della corruzione è vincolato alla rotazione ciclica dei Dirigenti e dei Funzionari mai rispettati per effetto della attribuzione degli incarichi con valutazione di altri criteri. Non è stato mai rispettato la procedura relativa al conferimento degli incarichi Dirigenziali esterni spettante al Segretario Generale.
Il dott. D’Attoli Giovanni “preso ad esempio” risulta  preposto alla gestione del settore ambiente da oltre trenta’anni e  dal mese di settembre 2014  ha ricevuto  l’incarico ad interim della gestione del settore agricoltura , caccia pesca e Polizia Provinciale. Con riferimento alla gestione del Corpo di Polizia Provinciale il dott. D’Attoli da controllato diventa controllore degli atti del proprio ufficio. Il principio della rotazione dei Dirigenti e dei Funzionari vale anche per il Direttore della Biblioteca, per l’avvocato Dirigente del settore avvocatura, per il Funzionario di Polizia Provinciale che assume il ruolo non definito dal deliberato di “Comandante del corpo di Polizia” . Per tali motivazioni sollecita gli Organi competenti  di dare piena attuazione al piano anticorruzione con la conseguente successione dei Dirigenti coinvolti .
Il Piano approvato dal Commissario Straordinario con i poteri della Giunta Provinciale n.5/13 ad oggi resta “carta straccia”
Non è chi non veda l’equivoco nato dalla spartizione del fondo relativo agli incentivi per la posizione ricoperta e per il risultato conseguito dai Dirigenti della Provincia di Foggia con determinazione n.648/14; n. 1598/14; n.2793 del 28.10.14. Non vi è mai stata informativa ai Sindacati circa l’affidamento degli incarichi ad interim da parte del Presidente Pepe nell’arco temporale 2008/2012. L’Aran con pronuncia n. AII 72 e la corte dei Conti sez. Giur. Per la Puglia con la sentenza n, 1014/2013 hanno pronunciato il divieto assoluto sulla liquidazione delle indennità di risultato arretrate ai Dirigenti che hanno ricevuto incarichi ad interim. Il fondo in discussione è stato oggetto di rilievi da parte del Ministero per l’economia e delle finanze  nel corso dell’ispezione avvenuta nell’anno 2013 sull’esercizio finanziario 2008/2012.
Foggia, 5 novembre  2014 prot. 36
Il coordinatore provinciale
Felice Scopece