Gas, riparte la guerra tra Russia e Ue, Putin: "Non facciamo più il South Stream"
 











Scoppia una nuova guerra del gas tra Russia e Unione Europea. Il presidente Vladimir Putin ha minacciato Bruxelles di cancellare il progetto South Stream, il gasdotto che dovrebbe passare sul fondo del Mar Nero e collegare la Crimea russa con la Bulgaria, per poi approdare nell’Europa centro-meridionale. "La Ue continua a ostacolare il progetto - ha detto il capo del Cremlino in visita ufficiale in Turchia - se continua così porteremo il nostro gas altrove".
A scatenare la reazione di Putin è l’atteggiamento del governo di Sofia che non ha ancora dato il via libera al passaggio del metanodotto sul territorio nazionale: "Tenendo conto del fatto che finora noi non abbiamo ricevuto autorizzazioni dalla Bulgaria, noi crediamo che nelle condizioni attuali la Russia non possa continuare con la realizzazione del progetto".
In realtà, il cantiere per il South Stream è già partito. Ad aggiudicarsi la prima delle due linee dell’infrastrttura è stata,
tra l’altro, l’Italiana Saipem, società di ingegneria controllata da Eni. Due navi posatubi sono già al lavoro nel Mar Nero. Ma è chiaro che senza poter passare per la Bulgaria prima, Romania e Serbia poi, continuare nelle opere non avrebbe senso.
Tanto è vero che Putin ha annunciato un accordo con il premier turco Erdogan per un aumento delle forniture alla Turchia pari a 3 miliardi di metri cubici, attraverso il gasdotto Blue Stream (pure questo realizzato da Saipem). Ha inoltre delineato l’intenzione di sviluppare un nuovo gasdotto lungo il confine greco-turco destinato ai soli "consumatori del sud Europa".
Secondo gli addetti ai lavori, quella di Putin potrebbe essere solo una minaccia per spingere la Ue, contraria al progetto, a cambiare idea. Contando sul fatto che Gazprom fornisce circa un terzo delle forniture di gas all’Europa. In ogni caso una minaccia da prendere sul serio: "Il progetto non si farà più e questo è tutto", ha confermato molto seccamente il numero uno di
Gazprom, Alexei Miller.Luca Pagni,repubblica                                                                                             Addio a South Stream. Gazprom: "Progetto chiuso in maniera definitiva"
Quel gasdotto non si farà. Il progetto per la realizzazione di South Stream è "chiuso in maniera definitiva". Così l’amministratore delegato di Gazprom, Alexiei Miller, durante un’intervista all’emittente Rossiya-1. Un funerale di un progetto colossale che però non determinerà la fine dell’interesse della Federazione a fornire
energia all’Europa. Adesso, infatti, è il tempo di "nuove strategie", dice Miller. A causare lo stop definitivo, secondo la versione di Vladimir Putin, gli "ostacoli" incontrati da Gazprom per l’avvio dei lavori del gasdotto in Bulgaria. L’azione di Gazprom non rientrava nelle regole europee definite dal cosidetto Terzo Pacchetto Energia.
"Se l’acquirente non vuole che gli porti il prodotto a casa, allora evidentemente dovrà vestirsi e recarsi di persona al negozio. E d’inverno dovrà vestirsi più pesante", ha dichiarato Miller nell’intervista al canale tv. E concedendosi una battuta sulle regole europee che hanno costretto Sofia a sospendere il progetto con perdite calcolate a 400 milioni di euro l’anno, ha dichiarato: "Certo, può portarsi una busta per la spesa, un bel pacchetto, anche il terzo sull’energia, basta stare attenti che poi non si scopra che è del tutto vuoto".
Sullo sfondo, le tensioni dovute alle questione ucraina. In base alla nuova strategia russa, a Kiev
verranno fornite solo le quantità di metano necessarie ai consumi interni mentre il transito del gas verso l’Europa sarà assicurato dal gasdotto Nord Stream e tramite la Turchia dove già c’è Blue Stream e dove ora il Cremlino vuole far passare un nuovo gasdotto, in sostituzione di South Stream. Miller lascia poi intendere che se l’Ue pensava di mettere in difficoltà la Russia bloccando South Stream, in un futuro non lontano dovrà fare i conti con regole puramente commerciali e un’Ucraina privata del suo ruolo di paese di transito. Mentre dei 4 miliardi di euro già investiti per South Stream "nulla andrà perduto: questi investimenti serviranno per il progetto di gasdotto sottomarino in Turchia".