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Milano si blinda per la prima del Fidelio alla Scala |
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La chiamata alle barricate si muove su coordinate elementari: «Partiamo da tutti i quartieri popolari per andare a fargli sentire la nostra sinfonia, fatta di rabbia, solidarietà e lotta». Perché oggi, come ogni anno dalle prime uova sulle pellicce datate 1968, piazza della Scala a Milano diventa la vetrina per eccellenza: tanto per lo sfarzo della prima quanto per la protesta. E questo nonostante la presenza molto bassa di politici in platea, senza il premier Matteo Renzi né il presidente Giorgio Napolitano: le figure istituzionali di maggiore prestigio saranno quella del presidente del Senato, Piero Grasso, e del ministro della Cultura, Enrico Franceschini. Presente, almeno nelle previsioni della vigilia, la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, potenziale bersaglio di contestazioni militanti e cori anticapitalisti. Come annunciato da giorni, al di là delle transenne ci saranno tutte le sigle dell’antagonismo, dai centri sociali ai comitati per la casa, dai collettivi studenteschi ai sindacati di base. Gli obiettivi sono quelli di sempre: «Padroni e governanti saranno alla prima della Scala — si legge in uno dei volantini che chiamano alla protesta — per celebrare la ricchezza accumulata durante l’anno a nostro discapito: una rassegna di limousine, Rolex e pellicce». L’appuntamento è alle 17, un’ora prima dell’apertura del sipario sul Fidelio di Beethoven, ma già dalle 15 da molti quartieri si muoveranno gruppi e cortei organizzati. Perché quest’anno al centro di tutto ci sono le rivendicazioni degli occupanti abusivi nei quartieri popolari, protagonisti di numerosi scontri con la polizia negli ultimi mesi. Un tema, quello della casa, che ha cementato tutte le sigle dell’antagonismo e che promette di portare in piazza numeri da record. Non mancheranno i componenti del comitato abitanti di San Siro, oltre a quelli di Giambellino e Ticinese, e forse quelli del Corvetto, di Quarto Oggiaro e del Lorenteggio. «La dimensione della protesta sarà ampia — racconta una manifestante che oggi scenderà in piazza — ma la priorità ce l’avranno i comitati per l’abitare. Questa è la città dove i privilegi sono dedicati a pochissimi, mentre la maggioranza delle persone vive nei quartieri popolari in condizioni di povertà. Non c’è nulla di formale o di organizzato da una sigla piuttosto che un’altra. La prima della Scala è un appuntamento che ha un forte richiamo d’immagine e che fa da catalizzatore per tutti i movimenti che ci sono in città». A margine ci saranno anche la campagna #CulturaGratis, portata avanti dagli studenti del collettivo universitario Cut della Statale per chiedere un accesso alla cultura alla portata di tutti, e le proteste contro il Jobs act. Possibile, pure se negli ultimi anni hanno snobbato la vetrina della prima per flash ob di protesta in piazza Duomo, anche una visita dei sindacalisti Cub — Comitati unitari di base — e dei No Expo, assieme ai No Canal e ai No Teem. Ma è l’arrivo di militanti anarchici dal Veneto e dalla Liguria, di passaggio verso la manifestazione No Tav organizzata domani a Torino, che inquieta la questura. Il dispositivo di sicurezza per questo 7 dicembre è, com’era nella logica delle cose, più robusto che negli ultimi anni. Almeno 750 i poliziotti, i carabinieri e i baschi verdi della Finanza schierati a presidiare le vie d’accesso a piazza della Scala, in strada già dall’ora di pranzo per evitare blitz di protesta anticipati. E oltre 300 gli agenti di polizia locale a garantire la viabilità intorno al centro. Un migliaio abbondante di uomini, pur senza le precauzioni eccezionali dispiegate per l’Asem — quando furono oltre duemila gli agenti e i militari di presidio, con bonifiche del metrò e dei punti sensibili e tiratori scelti, che questa volta non verranno impiegati — perché le previsioni parlano di «aria frizzantina», di azioni e lanci di oggetti già messi nel conto, di contatti che in via Fatebenefratelli, con il fresco precedente di piazza Santo Stefano e dell’Arcivescovado, preferirebbero evitare ma appaiono nell’ordine delle cose. Le transenne, da Palazzo Marino all’ingresso del Piermarini, sono il presepe che stamattina accoglie i visitatori davanti al teatro ma non coprono il solito punto sensibile, l’incrocio con via Manzoni sul lato dell’ex Banca Commerciale, zona di passaggio, la più vicina a smoking e pellicce per chi volesse farne obiettivo. Un antipasto di tensione di piazza è andato in tavola ieri pomeriggio allo Stadera, dove un banchetto di Forza Nuova (firme per fare assegnare le case popolari ai soli italiani) è stato contestato con uova e cori da antagonisti, comitati antifascisti e di quartiere. Breve contatto col cordone di agenti, nessun contuso. I contestatori hanno scudi di polistirolo con scritto "que se vayan todos", "fight the police" e "Renzi 71". Gli antagonisti protestano contro il governo, in rappresentanza del quale, alla prima, sarà presente il presidente del Senato Piero Grasso e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, contro il Jobs act e contro gli sgomberi delle case popolari occupate abusivamente. "Siete tutti ladri e mafiosi", "Case per tutti e povertà per nessuno", "Casa, diritti e dignità. Fuori la casta dalla città": sono alcuni dei cori gridati al megafono. Un altro piccolo gruppo di manifestanti ha dato vita a un blitz in Galleria Vittorio Emanuele: alcuni esponenti dei comitati contro gli sgomberi (anarchici e antagonisti, secondo la polizia) sono saliti su impalcature prospicienti piazza del Duomo e hanno srotolato un grande striscione con la scritta ’Occupiamo le case vuote. Basta sgomberare’. In piazza Scala, invece, è in atto una protesta pacifica della Cub con i pupazzi del premier Matteo Renzi e del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, con il microfono a disposizione dei passanti. In piazza sono comparse anche due maschere di Silvio Berlusconi e del premier Matteo Renzi e due casette di legno con insegne con scritto ’Case Aler’ e ’Elettrodux’. Molti anche gli striscioni della Confederazione unitaria di base. "Alla prima del Teatro alla Scala si affollano banchieri, potenti politici, nuovi eroi di Renzi (padroni del vapore, grandi evasori, bancarottieri)", è scritto nel volantino distribuito dai manifestanti in piazza della Scala. "Fuori dal teatro lavoratori, precari, disoccupati, cassaintegrati, immigrati che quotidianamente vengono sfrattati dalle case e dalle fabbriche e giovani in cerca di lavoro cui si promette lavoro solo se si tagliano i diritti ai loro padri".Luca De Vito-Massimo Pisa,repubblica
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