Sanatoria capitali esteri, via libera definitivo dal Senato
 











Via libera dell’aula del Senato al disegno di legge sul rientro dei capitali con 119 sì, 61 no e 12 astenuti. Il disco verde è definitivo perchè il provvedimento è stato approvato senza modifiche rispetto al testo arrivato dalla Camera. Nella serata di mercoledì, anche la commissione Finanze del Senato aveva licenziato il testo respingendo tutti gli emendamenti, proprio per accelerare l’iter. Le principali misure sono la ’voluntary disclosure’ per il rientro e la regolarizzazione di capitali e l’introduzione nel codice penale del reato di autoriciclaggio. Dal provvedimento, stime accreditate seppure non ufficiali riferiscono di un possibile incasso di 6 miliardi e mezzo.
Con questa legge, chi avesse commesso violazioni fiscali e nascosto denaro o beni all’estero o in italia può far emergere le somme con un’autodenuncia, attraverso la cosiddetta voluntary disclosure: l’evasore dovrà pagare tutte le tasse evase ma avrà
sconti su sanzioni-interessi, non incorrerà nelle pene previste per i reati fiscali compiuti e soprattutto non verrà perseguito per il nuovo reato di autoriciclaggio che è stato introdotto nel provvedimento proprio con l’obiettivo di dare una spinta all’emersione.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha commentato con soddisfazione il varo della legge: ’’Si tratta di un provvedimento atteso da tempo ed equilibrato, che ha concluso l’iter parlamentare grazie alla collaborazione dei gruppi di maggioranza e all’atteggiamento costruttivo delle opposizioni. L’intervento è innovativo perché, rispetto alle precedenti misure per il rientro dei capitali, non è un condono in quanto l’imposta dovuta si paga per intero". E ancora: "Questa legge sul rientro dei capitali è conforme alle best practices internazionali".
Tornando al testo, il pagamento da parte dell’autore delle violazioni dovrà avvenire "in un’unica soluzione" o in "tre rate mensili". La procedura potrà essere attivata
entro il 30 settembre 2015 su violazioni commesse fino al 30 settembre scorso.
Il nuovo reato di autoriciclaggio, inserito nel codice penale italiano, prevede un doppio binario: condanne più severe se legato ad un reato presupposto punito con pene sopra i cinque anni e condanne meno severe sotto questa soglia. Soddisfatto anche il ministro della Giustizia Orlando.
l nuovo reato, recita il testo, prevede che si applichi "la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5mila a euro 25mila a chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa". Viene punito invece con il carcere da uno a quattro anni e una multa da 2.500 A 12.500 Euro per autoriciclaggio legato ad un reato
presupposto per cui è prevista la reclusione inferiore nel massimo a 5 anni.
L’autoriciclaggio non verrà punito "quando il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla utilizzazione o al godimento personale" purché, precisa il testo, non ci sia stata l’intenzione in tal modo di occultare i frutti del reato.