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Asini, alghe e psoriasi, la Puglia degli enti inutili |
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Dai comitati sugli asini e gli stalloni ai consorzi di bonifica fino alle società partecipate. La burocrazia in Puglia è più forte di ogni tentativo di spending review. L’ultima conferma arriva dagli eterni enti inutili. Nel 2013 la Regione emanò una legge per la semplificazione dei procedimenti amministrativi. L’obiettivo era quello di fare una ricognizione degli organismi regionali facenti capo ai vari assessorati (comitati, consorzi, tavoli tecnici, osservatori) e sopprimere quelli considerati inutili. Bene, se nel 2013, anno del debutto della legge, ne furono eliminati solo 4, quest’anno si è riusciti a fare di peggio: su 114 organismi, solo 2 enti sono soppressi, il Ctrae, Comitato tecnico attività estrattive, e il gruppo di lavoro regionale in materia di accreditamento di strutture sanitarie. Tutti gli altri 112 organismi regionali sono stati giudicati dagli assessorati regionali "indispensabili perché svolgono compiti fondamentali per i fini istituzionali dell’amministrazione regionale". È quanto stabilito dalle recenti delibere 2525 e 2463 del 25 novembre scorso emanate dalla giunta regionale per rispettare quanto stabilito dalla legge regionale 19 del 2013 che impone, appunto, una semplificazione amministrativa attraverso una ricognizione annuale. E così, per il secondo anno consecutivo, resistono al mini taglio regionale enti come la Commissione acquisto stalloni, la commissione tecnica di salvaguardia dell’asino di Martina Franca e la commissione stalloni di interesse locale. Tutti organismi, a quanto pare, indispensabili ai fini dell’amministrazione regionale. Ma sono indispensabili anche il comitato punti nascita regionali, la commissione paritetica attività libero professionale intramoenia, il gruppo di lavoro indirizzi per adozione sistema sorveglianza e controllo dell’infezione da legionella in Puglia e altri come la cabina di regia sugli effetti del federalismo fiscale, la commissione trattamento psoriasi con farmaci sistemici e il gruppo di coordinamento sull’alga ostreopis ovata nelle acque pugliesi. "La spending review - dice Fabiano Amati, attualmente consigliere del Pd e promotore della legge sulla semplificazione amministrativa - vale solo quando interessa gli altri. In questo caso la politica presta il fianco all’apparato burocratico che fa di tutto per rimanere tale e quale, pur di influire sulle scelte. Ci sono organismi che duplicano funzioni e compiti. Sarei curioso di sapere quante volte all’anno si riuniscono". Si scontano ritardi anche sulla ben più costosa vicenda dei consorzi di bonifica. Sono 6 (5 di bonifica e uno montano), 4 dei quali commissariati. Insieme raccolgono 350 milioni di euro di debiti, oltre a comportare una spesa annuale di 17 milioni di euro per la Regione. Recentemente anche l’assessore Guglielmo Minervini ha ammesso le difficoltà della Regione sul tema: "Lasciamo i consorzi di bonifica così come li abbiamo trovati ". A luglio scorso è stato sospeso il pagamento delle cartelle esattoriali. Ora, dopo l’approvazione da parte della Regione dei piani di classifica, non è ancora partito il pagamento dei tributi da parte dei proprietari terrieri. Il rischio è che li paghi la fiscalità generale. "C’è da aggiungere - dice Giuseppe Deleonardis, segretario della Flai Cgil Puglia - che i servizi offerti dai consorzi, come opere di bonifica e pulizia canali, non vengono erogati per carenza di risorse. Un circolo vizioso di indebitamento, mancata erogazione dei servizi e quindi mancato pagamento delle tasse da parte dei proprietari terrieri che mette anche a rischio i posti di lavoro nei consorzi. Se non si avvia il meccanismo di autogoverno torneranno ad alimentare la spesa pubblica senza produrre alcun beneficio per la collettività ". Infine c’è il troppo lungo discorso sulle società partecipate, che resistono a ogni tentativo di spending review. Più numerose di tutti i Comuni pugliesi, sono quasi tutte in perdita e hanno debiti per poco meno di un miliardo di euro. Attualmente sono 385. Di queste, 314 sono riconducibili ai Comuni, 62 sono in mano alle Province e 9 alla Regione. Antonello Cassano,repubblica |
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