La Bolivia in guerra per l’acqua #BoliviaWaterWar
 











Nonostante i passi da gigante compiuti dal paese grazie agli investimenti pubblici, l’acqua come bene comune è a rischio. In questo webdoc interattivo l’utente si cala in mezzo alla popolazione per conoscere la sua lotta contro privatizzazioni, inquinamento e povertà nel paese sudamericano.
Era l’Aprile del 2000 quando la Bolivia, paese fino ad allora fuori dai radar della geopolitica internazionale, irruppe bruscamente nell’agenda globale: i cittadini di Cochabamba erano in rivolta da giorni a causa della privatizzazione della propria compagnia idrica voluta dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale.
In quell’occasione si iniziò a parlare seriamente di acqua come bene comune, e da lì partì un movimento internazionale che raggiunse anche l’Italia, portando nel 2011 alla vittoria referendaria in difesa dell’acqua pubblica.
In questi 15 anni il mondo ha dimezzato la percentuale di persone che non hanno accesso a una fonte
potabile, e l’acqua è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite come un diritto umano fondamentale proprio grazie a una risoluzione proposta dalla Bolivia.
Eppure, nel paese da cui tutto è partito, c’è ancora chi cammina ogni mattina per rifornirsi da un fiume contaminato, mentre gli attivisti della prima ora accusano il governo di Evo Morales di aver usato l’acqua come uno strumento di clientelismo. E intanto il cambiamento climatico e la contaminazione delle falde acquifere comportano seri rischi per il futuro.
Bolivia’s everyday water war è un viaggio interattivo negli sforzi quotidiani della popolazione boliviana per accedere all’elemento più essenziale per la vita. Come in un videogame, sarete voi a scegliere il vostro percorso con un click. Potete ascoltare Marcela Olivera, attivista, mentre svela le ferite aperte delle rivolte del 2000; oppure seguire José Barros, membro di una cooperativa idrica, mentre si immerge nei quartieri dimenticati di Santa Cruz. O ancora
accompagnare Jacinto Sirpa Condori, leader Uma Mallku di una comunità indigena dell’altipiano boliviano, condannato a una vita senz’acqua potabile.Michele Bertelli, Javier Sauras e Felix Lill,L’Espresso-22-02-2016