Claudio Abbado oltre la musica nelle pagine di Maria Vittoria Arpaia
 







Rosario Ruggiero




Direttore d’orchestra di prestigiosissima carriera, Claudio Abbado non ha mai disgiunto, nella sua lunga attività musicale, il sacerdozio artistico dall’impegno sociale, filantropico e civile rivolto alla divulgazione dell’arte dei suoni specialmente nei contesti meno ortodossi (fabbriche, ospedali) e per pubblici meno consueti (operai, malati, bambini) fondando e curando orchestre internazionali giovanili fino ad abbracciare ed esportare con particolare entusiasmo il progetto pedagogico musicale venezuelano del “sistema”, ideato e voluto da Josè Antonio Abreu. Ed è proprio a questo alacre sforzo estensivo della musica, svolto dall’insigne artista italiano, che sono dedicate le circa duecento pagine del volume “Claudio Abbado. L’impegno sociale e l’attività culturale” pubblicate da Aracne editrice e composte dalla giovane Maria Vittoria Arpaia, dottoressa in Linguaggi multimediali e informatica umanistica, nonché specializzata in Forme e tecniche dello spettacolo.
Corredato da interviste a Valerio Vicari, direttore artistico di Roma Tre Orchestra, Elisa Sologni, assistente di Abbado in Venezuela, Angelo Foletto, giornalista, critico musicale ed autore della prefazione del libro, Gisella Belgeri, operatrice musicale, Francesco Merini, regista ed autore con Helmut Failoni di due documentari sull’attività del maestro, Andrea Lucchesini, affermato concertista, e Luigi Berlinguer, presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica, questo lavoro, al di là di presenza o assenza di fascino letterario, reiterazione di concetti ed annotazioni e propensione encomiastica acritica, tralasciando scientemente l’analisi di un magistero artistico certo ben noto, getta luce sulla spessore morale dell’uomo elargendo non solo informazioni, ma, complessivamente, un esempio di taglio biografico che sarebbe ottima cosa fosse abbracciato da ogni biografo di artista. Non è peregrino infatti ritenere che l’indagine
opportunamente svolta sullo spessore etico di un uomo votato alle muse riuscirebbe ad avvicinarci forse più profondamente a quel misterioso, ineffabile, affascinante prodigio che è l’arte più nobilmente intesa.