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Israele: cacciate Santoro Fini: tv vergognosa
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di Daniela Preziosi
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«Disinformazione mestatoria e confusiva tesa a creare la criminalizzazione dello stato d’Israele». La prima a sparare contro Michele Santoro, ieri mattina, è Fiamma Nirenstein, giornalista, deputata Pdl e da tempo punta di diamante della parte più conservatrice della comunità ebraica in Italia. Ma è il segnale dell’inizio della battaglia: dopo di lei scende il diluvio. Il diluvio delle parole, degli aggettivi, delle censure. Tutti contro Annozero, tutti solidali con Lucia Annunziata che si alza e se ne va nel corso della trasmissione. Proprio lei: la discutibile presidente Rai che nel 2003 accetta di salire al vertice di viale Mazzini dopo il no di Paolo Mieli, rifiuto motivato dal persistere dell’editto bulgaro berlusconiano contro Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e proprio Michele Santoro. Lei che però un anno dopo si dimette in polemica con i «condizionamenti della politica» sulla Rai. Lei, la giornalista che due anni fa, in diretta tv, aveva sgridato come uno scolaretto Silvio Berlusconi, che si alzava e se ne andava dalla sua trasmissione. Giovedì sera il dialogo fra la giornalista ospite e il conduttore di Annozero è nervosissimo. «Questa trasmissione è al 99,9 per cento tutta mirata a favore dei palestinesi», «Fai l’ospite, dì le tue idee, non venire qui a dire queste fesserie, quali crediti cerchi», lei «come ti permetti», si alza e se ne va, lui «non perdiamo altro tempo con queste stupidaggini». Insomma, tutti contro Santoro. Se ne parla al consiglio dei ministri, dove, a scapito di migliori occupazioni, Gianni Letta relaziona al premier, che la sera prima non ha visto la tv. I politici di centrodestra fanno la gara per l’aggettivo più truce (forse la palma va a Maurizio Gasparri: «Siamo al fiancheggiamento di ogni estremismo») e della più fine e disinteressata lezione di giornalismo sulla vicenda israelo-palestinese (Fabrizio Cicchitto: «Santoro è abituato a inscenare processi e ieri ha voluto mettere sotto accusa Israele distorcendo sfacciatamente i fatti»). Insieme alla altrettanto disinteressata solidarietà con Lucia Annunziata (Mario Borghezio: «Il comportamento tenuto dalla giornalista rappresenta l’esempio da manuale di serietà professionale»). Che a sua volta ieri ha mantenuto il low profile, limitandosi ad aggiungere: «C’è una trasmissione e ognuno vedendola può farsi una sua opinione». Si accoda qualche politico del Pd. Reagisce anche Walter Veltroni, che Santoro in diretta sfotte, pensa all’Africa anziché andare a Gaza: il leader Pd giura che ad andare a Tel Aviv e Gaza ci aveva già pensato, quanto all’Africa «Santoro farebbe bene, con la sensibilità che tutti gli riconoscono, a accendere i riflettori dell’opinione pubblica su questa tragedia». In moltissimi, politici consumati e peones, chiedono una censura formale da parte della Rai. Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica, invoca l’intervento dell’Ordine nazionale dei giornalisti contro Santoro. Ma ancora non è niente quando la reprimenda, durissima, arriva niente meno che dal governo di Tel Aviv, nella persona dell’ambasciatore israeliano in Italia Gideon Meier che scrive al presidente della Rai Claudio Petruccioli di non aver «mai visto sui mass media internazionali occidentali una trasmissione così poco accurata dal punto di vista professionale», in cui «i pochi tentativi» di spiegare cos’è successo sono stati «messi a tacere» . Per Meier il conduttore ha sostenuto che «ciò che sta succedendo (ora a Gaza, ndr) è che Israele sta deliberatamente compiendo un eccidio di civili palestinesi». Effettivamente, è anche quello che sostengono i più alti rappresentanti dell’Onu, a parte in Italia Michele Santoro e qualche solitaria voce politica e giornalistica. Per Meier «il titolo della trasmissione era ’La guerra dei bambini, ma sciaguratamente il conduttore non ha ritenuto opportuno parlare, neanche per un attimo, delle centinaia di bambini israeliani trucidati negli attentati terroristici o dai lanci di missili di Hamas sulle città israeliane. Centinaia di bambini israeliani non meritano, a quanto pare, di essere menzionati». Insomma: la tv pubblica ha contribuito a divulgare « pregiudizi e preconcetti del peggior tipo sullo stato ebraico» e per questo deve adottare «le necessarie misure per far sì che un simile spettacolo vergognoso non si ripeta più». Dopo il governo israeliano, è la volta del parlamento italiano: il presidente della camera Gianfranco Fini telefona a Petruccioli e gli spiega che con la trasmissione «è stato superato il livello di decenza». Il sito di Annozero, che fin qui si è limitato a mettere in rete la trasmissione Trenta minuti in cui Annunziata maltratta Berlusconi che si alza e se ne va, stavolta pubblica un commento di Santoro: «In un paese normale il livello della decenza lo supera un presidente della camera che, travalicando i suoi compiti istituzionali, interviene per richiedere una censura nei confronti di un giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l’opinione pubblica». Santoro non è solo: alla spicciolata lo difende la sinistra radicale (Paolo Ferrero, Prc, Manuela Palermi, Pdci, Paolo Cento, verdi) e l’Italia dei valori. Poi a fare la voce grossa, in difesa del giornalista, finalmente si sente l’Usigrai e il sindacato dei giornalisti, che lasciano intravedere una qualche perplessità sulla trasmissione, ma mettono in guardia da qualsiasi intervento censorio, visto la scarsezza dell’informazione sul massacro di Gaza: «Meglio una polemica in più, se nasce da una trasmissione che voglia dar conto di una tragedia in corso, anziché la quiete ordinaria di palinsesti in cui i drammi del mondo hanno attenzione residuale». Parla anche Loris Mazzetti, il dirigente Rai collaboratore di Enzo Biagi, quindi esperto in censure: la trasmissione ha ridato «dignità all’informazione Rai che salvo in alcuni casi sporadici, come per il Tg3, è stata sempre parziale e a senso unico». E invece no: arriva la risposta di Petruccioli. Ed è un disastro, una capitolazione su tutta la linea alle pressioni della politica. Ingerenze di due governi sull’informazione pubblica? Macché. Il caso sarà portato al prossimo cda, mercoledì. Ma per capirci, la discussione inizerà così: la Rai fin qui è stata equilibrata, e invece Annozero merita «critiche severe». Perché nessuno può negare «che la trasmissione al di là delle intenzioni, ha finito per alimentare unilateralità, animosità e contrapposizioni».de Il Manifesto |
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