Legge elettorale, accordo Pdl-Pd. Mpa occupa i banchi governo
 











Sale la protesta dei ’piccoli’ contro la nuova legge elettorale europea con sbarramento al 4%. Il Comitato per la democrazia, che riunisce tutti i partiti rimasti fuori dal Parlamento, ha deciso di mettere in campo un ventaglio di iniziative che avranno il culmine martedì prossimo con un sit in davanti al Quirinale alle 12 e poi una protesta alla Camera alle 14.
Inoltre, i partiti più piccoli hanno deciso di sospendere ogni trattativa, e avviare una verifica, per le amministrazioni locali costituite con il Pd. Allo studio, infine, la possibilità di un ricorso contro la legge anche alla Corte di giustizia europea.
Intanto in tarda mattinata i deputati dell’Mpa hanno occupato i banchi del governo in segno di protesta contro la modifica della legge elettorale. Il presidente di turno dell’Assemblea Maurizio Lupi con una battuta ("non c’è ancora un monocolore") ha cercato di sdramatizzare la situazione invitando i colleghi deputati a tornare al
loro posto. Ma gli esponenti dell’Mpa hanno continuato nella loro iniziativa e la seduta è stata sospesa.
"O si pone all’ordine del giorno del Paese di chiudere e voltare pagina con questo regime, come con il fascismo, o sarà fatica inutile per tutti", ha detto Marco Pannella lasciando la riunione del Comitato per la democrazia cui hanno preso parte, tra gli altri, Ps, Prc, Udeur, Pli, Verdi, Sd e Psdi.
Toni durissimi anche da parte di Stefano De Luca, leader dei liberali: "Oggi c’è lo stesso clima del fascismo, anche allora si diceva che ci voleva un po’ di ramazza democratica per fare pulizia. Solo che questo e’ il fascismo imperfetto". De Luca ha criticato Pd e Pdl: "Si spartiranno, solo loro, il rimborso elettorale, che resta lo stesso ma diviso solo tra loro. Se, come dicono, avessero voluto davvero dare un segno, avrebbero putoto decidere che i rimborsi non c’erano per nessuno".
Per Rifondazione, durissimo il segretario Paolo Ferrero secondo il quale serve ’’una
riflessione’’ in modo che si apra una discussione, nel Pd, su quello che sta accadendo oggi, su cosa ha offerto Berlusconi a Veltroni per fare l’intesa, sul fatto che il leader del maggiore partito di opposizione si fa sostenere dal presidente del Consiglio".
"Di questo accordo - insiste Ferrero - beneficiano Berlusconi come movimento politico e Veltroni come persona. E’ una sorta di nuovo caso Villari, perché il segretario del Pd così si attacca alla poltrona". Anche per questo il segretario del Prc non prospetta l’uscita dalle amministrazioni locali in cui Rifondazione governa con i democratici: "Significherebbe realizzare il piano di Veltroni: in Italia ci sono due partiti e il resto nulla’’.
Frenata sull’uscita dai governi locali anche per i Verdi: "Non si parla di uscita, ma comunque - ammonisce Grazia Francescato - non possono chiederci di trattare a livello locale quando ci tagliano fuori dal Parlamento".
Intanto per uscire dall’empasse della soglia di sbarramento al
4% il fondatore di Rifondazione per la sinistra Nichi Vendola propone un cartello "che vada dai socialisti a Rifondazione comunista" da presentare al voto del 7 giugno prossimo. "Tutte le forze della sinistra - spiega - devono contrastare a viso aperto questo passaggio di restringimento degli spazi della democrazia ma non devono minimamente avere paura. Devono scegliere la strada di mettere in sicurezza le idee e le ragioni sociali della sinistra. Questo è il momento in cui con coraggio dobbiamo lanciare l’idea di un cartello elettorale delle sinistre per le elezioni europee".Adnkronos