COSTITUZIONE: PD IN PIAZZA, ALT DI SCALFARO A BERLUSCONI
 







di Cristina Ferrulli




On. Scalfaro

Da solo sale sul palco, si siede dietro un leggio, circondato da giovani e non dai vertici del Pd, che restano mescolati tra la folla. Da lì Oscar Luigi Scalfaro, novantenne ex capo dello Stato, difende la Costituzione e avverte il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "In questi giorni ci ha fatto preoccupare, ma noi ci rivolgiamo a lui, con serenità, per non farci vivere giorni nel timore per la patria e la democrazia". Un appello, quasi un avvertimento, che la piazza fa suo, scandendo i passaggi con applausi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e qualche fischio, subito sedato, verso il premier. Per far scudo al capo dello Stato e replicare agli annunci di Berlusconi di cambiare la Costituzione, il leader del Pd Walter Veltroni non ha voluto una manifestazione di partito in senso classico.
C’erano sì le bandiere del Pd, mescolate a quelle dell’Italia dei Valori, ma non ci sono stati a piazza Santi Apostoli interventi di
leader politici, che non hanno avuto neanche accesso al palco. "Abbiamo deciso di fare così, sali solo tu e un gruppo di giovani ti sta dietro", spiega Veltroni accogliendo sotto il palco l’ex capo dello Stato. "Ma io non rappresento nessuno", si schermisce Scalfaro e il segretario democratico pronto: "Sicuramente rappresenti me". Scalfaro stringe la mano ad Armando Cossutta, inforca gli occhiali e sale sul palco per smantellare, per mezz’ora, in punta di diritto e di storia le affermazioni del premier. "Chi dice che la Carta è nata da una filosofia comunista lo fa per ignoranza", è la prima ’rettifica’ del ’costituente’ in tono pacato ma deciso. Il refrain del suo intervento è che la Costituzione "é nata per unire e non per dividere e chi la usa per questo è come se la tradisse".
L’ex presidente della Repubblica, e con lui il Pd, si muove su un crinale stretto: difendere Napolitano, ma non dare l’impressione di tirare per la giacca il capo dello Stato, trascinandolo nella
battaglia politica. "Il presidente della Repubblica - dosa le parole il senatore a vita - è il supremo tutore della nostra Carta e noi gli rivolgiamo un saluto, ma ci fermiamo qui perché il suo ruolo deve essere di assolutà imparzialità". Dalla piazza sale l’applauso così come fischi e qualche ’buuh’ accompagnano l’altolà a Berlusconi. "Bisogna staccargli il sondino", grida un militante dell’Idv, ma è un eccesso in una piazza tranquilla, in quella che sarà poi definita da Veltroni "una grande e civile manifestazione di popolo". Tra la gente restano mescolati i vari big del partito: Massimo D’Alema da una parte, Pierluigi Bersani dall’altro lato della piazza, i capigruppo Antonello Soro e Anna Finocchiaro ai lati, Franco Marini un po’ più in là. Non sono loro, né le divisioni interne al partito, i protagonisti della manifestazione, che ricompatta tutti in un momento non certo facile. Veltroni, che ha rinviato la partenza per la Sardegna per essere in piazza, alla fine è soddisfatto: "Sono assolutamente d’accordo con Scalfaro. La Carta è ancora oggi un testo di straordinario valore e attualità e l’idea del presidente del Consiglio di trasferire nelle mani di una sola persona il potere legislativo è estranea alla Costituzione".Ansa