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Duemila persone allo spazio sette della Fiera, il popolo orfano di lotta e di governo: Nichi Vendola torna alle radici socialiste di Salvemini e Di Vittorio per una proposta che vale per tutta la nazione. Parla oltre mezz’ora da presidente del Consiglio e si appassiona, si commuove, si esalta ed esalta la platea per iun’Italia orfana della Sinistra. Annuncia la sua candidatura alle Europee e si ripropone anche come prossimo presidente della regione Puglia. La sua è la Sinistra che mancava in Italia, quella che abbiamo atteso invano dal Pd e che costituisce la sponda necessaria ai riformisti, ai socialisti veri, a coloro che non debbono dare conto ai clericali o ai teodem. Insomma, una sinistra senza ex dc e senza ex pci, una sorta di Arcobaleno che, per sua fortuna, non deve coniugare anime incoercibili e segni e simboli forse sofferti. Questa è la Sinistra che si appresta a svuotare il PD di tutti quelli che non vogliono morire democristiani e allo stesso tempo possono, se vogliono davvero, fare muro e coalizione con la sinistra comunista che si è appena riunificata. Nichi Vendola ha piglio e talento da leader, questo è noto: ma davanti ai duemila dello spazio sette di una Fiera in ristrutturazione, parla da prossimo presidente del Consiglio, l’unico leader in grado davvero di far ragionare il Pd, di allearsi con i suoi ex di Rifondazione e con i compagni puri e duri dei Comunisti Italiani. Con lui, già ci sono i Verdi, i Socialisti, la Sinistra Democratica: lo zoccolo duro della sinistra "riformista" e storica, quella che può citare senza vergogna Salvemini e Di Vittorio e che puo credibilmente dialogare con Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer. Il PD dei compomessi, degli inciuci, della vecchia dc arruffona alla Gero Grassi è avvisato: il Pd che a Brindisi candida un imprenditore presidente di Confindustria senza arrossire e vergognarsi, il Pd che a Bari si allea con gli impresentabili di Anaclerio e Olivieri, il Pd che viene lasciato a metà del guado da un Michele Emiliano giustamente preoccupato d’affondare nella melma del compromesso e dunque corre con la sua lista: questo Pd è avvisato. Molti lo abbandoneranno e sceglieranno Sinistra e Libertà, dove si può comunque parlare il linguaggio del riscatto, dell’analisi economica di una crisi inventata dal capitalismo internazionale e scaricata sulle spalle dei soli lavoratori. E’ lì che Nichi Vendola prenderà i suoi consensi, più che ai suoi ex amici di Rifondazione, verso cui peraltro, ha usato toni soft, intuendo che comule è la lotta. Il Pd incapace di distinguere tra Berlusconi e Berlusconismo, il Pd che imbarca cani e porci o che non riesce a distinguersi dal vecchio più vecchio della politica italiana. Un discorso fatto alla Puglia, quello di Nichi, ma che guarda alla nazione intera e alle sue paure e alle sue infatuazioni per un berlusconismo che titilla il privato più osceno e interno di ognuno di noi, che parla al sesso e al ventre degli italiani, che ne annulla la memoria collettiva di popolo migrante. Una sfida, quella di Vendola, che si lascia precedere negli interventi dalla CGIL, conquistata quasi per intero dal suo progetto, dai giovani che "non guardano da dove vengono ma pensano a dove vanno", dai precari della scuola, settore strategico di un paese che la Gelmini sta condannando alla sua stessa ignoranza, non si sa quanto beata, da Giuliana Sgrena che riporta l’attenzione sulle donne e sul pericolo di una loro ennesima esclusione, da Gianvito Mastroleo che riporta il socialismo eroico nell’agone politico contemporaneo, dallo studente UDU che ricorda come l’Onda studentensca non ha avuto risposte da nessuno, dai lavoratori di Torremaggiore, assunti nella asl, dopo una vita di precariato in una finta cooperativa. Una sfida che guarda alle prossime politiche nello spirito unitario di una Sinistra di cui il paese sente la mancanza e di cui non può fare a meno e che saggiamente spiega la differenza fra Berlsuconi e berlusconismo, inteso come sistema di vita, regime informativo, struttura di consenso, liberticida e fascistoide. La Sinistra, insomma, è tornata. Vuole aggregare, vuole riunire. Ma anche chiarire che il Pd, così com’è, non è sufficiente a garantire l’opposizione a questo paese. Le ovazioni e la standing ovation finale, certo, non legittimano nulla. Ma l’aria che tira, in questo primo pomeriggio di timida primavera, tende ad avere il profumo autentico della sfida. E della politica vera.de barilive.it del 5-4-09
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