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IRAN: ARRESTI IN AMBASCIATA GB. ONG, CENTINAIA SCOMPARSI |
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I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno chiesto la "immediata liberazione" dei membri del personale dell’ambasciata britannica arrestati a Teheran. Al tempo stesso hanno avvertito le autorità di iraniane di porre fine "all’intimidazione e persecuzione" dei dipendenti di ogni altra rappresentanza dell’Ue, altrimenti si scontreranno con una "forte e comune risposta" europea. Chiesto anche il ripristino e il rispetto della liberta’ dei media e di ’tutti gli strumenti utilizzati dal pubblico iraniano per il dialogo democratico e per esprimere se stessi’ Lo afferma un comunicato pubblicato a Corfù al termine della riunione dei capi della diplomazia, in occasione del vertice Osce, nel quale si invita Teheran altresì a "porre fine alle ostilità contro gli stati membri dell’Ue" e i suoi cittadini. Il comunicato dei ministri, al termine di una riunione dedicata alla situazione in Iran, esprime "profonda preoccupazione" per quanto sta accadendo nel paese e "condanna l’uso della violenza contro coloro che protestano con la conseguente di perdita di vite umane e numerosi ferimenti". L’Ue "condanna con forza gli arresti arbitrari contro membri della società civile" e chiede alle autorità di non utilizzare l’apparato di sicurezza contro i cittadini che vogliono scegliersi il governo nell’ambito del "diritto di espressione". Ue chiede al governo di "ripristinare e rispettare la libertà dei media e tutti gli strumenti utilizzati dal pubblico iraniano per il dialogo democratico e per esprimere se stessi". E "di smettere di terrorizzare i giornalisti ancora in carcere". I ministri chiedono che "il nuovo governo iraniano si assuma le piena responsabilità" di quanto sta accadendo e "rispetti gli obblighi internazionali e in particolare la convenzione di Vienna e le norme diplomatiché. Gli otto funzionari iraniani, secondo l’agenzia Fars, avrebbero avuto "un ruolo" nei disordini seguiti alle elezioni presidenziali del 12 giugno. Di inaccettabile intimidazione e vessazione aveva parlato sempre da Corfu’ il ministro degli Esteri britannico David Miliband, che ha chiesto l’immediata liberazione degli arrestati. Miliband, citato dalla Bbc, ha detto: ’’Questa e’ un’intimidazione e una vessazione inaccettabile. Vogliamo che siano liberati sani e salvi’’. Lanciato intanto dalla Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh) l’allarme respressione. Secondo l’organizzazione sono oltre duemila le persone arrestate in Iran, centinaia quelle scomparse, nel corso delle manifestazioni contro i risultati delle elezioni presidenziali annunciati dal governo. PROIBITA MANIFESTAZIONE PREVISTA PER OGGI La commemorazione dell’anniversario della morte dell’ayatollah Mohammad Beheshti, prevista oggi alla moschea di Ghoba, è stata proibita dalle autorità di Teheran. Lo riferisce l’agenzia Irna, precisando che alcuni siti web vicini a Mir Hossein Mussavi avevano annunciato oggi una dimostrazione alla moschea. "Non è stato richiesto alcun permesso per alcuna manifestazione alla moschea di Ghoba", ha dichiarato il governatore della capitale iraniana, Hossein Tala. Nell’area della moschea sarebbero già dispiegate le forze antisommossa, secondo alcune fonti. La commemorazione di Beheshti è un fatto ordinario, che si celebra ogni anno, e che la famiglia aveva previsto di tenere anche oggi, riferisce l’agenzia Ilna. Il figlio dell’ayatollah ucciso nel 1981, Alireza, è un alleato di Mussavi. NUOVE MINACCE DI KHAMENEI TEHERAN - La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito oggi che chi non accettera’ di seguire ’’le vie legali’’ nel protestare contro le elezioni del 12 giugno, dovra’ affrontare conseguenze ’’piu’ amare’’ di quelle viste finora. In un sermone tenuto alla preghiera del venerdì del 19 giugno, Khamenei aveva detto che le manifestazioni di piazza dovevano cessare e aggiunto che i candidati sconfitti, tra i quali il moderato Mir Hossein Mussavi, dovevano seguire "le vie legali", attraverso i ricorsi al Consiglio dei Guardiani. Ma ieri Mussavi ha detto che non accetterà di partecipare al riconteggio di solo il 10 per cento dei voti, concesso dal Consiglio. Khamenei, citato dalla televisione di Stato, ha ribadito oggi che "le vie legali" sono le sole da seguire: "Altrimenti - ha avvertito - i risultati saranno ancora più amari per certe persone". La guida suprema iraniana, ha anche condannato quelli che ha definito i ’’commenti assurdi’’ dei dirigenti occidentali sulle contestate elezioni presidenziali. "Le dichiarazioni di interferenza degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei sugli affari interni dell’Iran non hanno alcun effetto", ha detto Khamenei. "Fanno dichiarazioni assurde - ha aggiunto la Guida - come se tutti i loro problemi fossero risolti e fossero rimasti solo i problemi dell’Iran". Venerdì a Trieste i ministri degli Esteri del G8 hanno adottato una dichiarazione in cui chiedono la fine delle violenze nella Repubblica islamica e invitano le autorità di Teheran a risolvere la crisi con metodi pacifici. RAFSANJANI CHIEDE ESAME EQUO CONTESTAZIONI L’ex presidente iraniano, Akbar Hashemi Rafsanjani, ha chiesto oggi un "esame equo e approfondito" delle contestazioni presentate dopo le elezioni presidenziali del 12 giugno. "Spero che coloro che sono coinvolti in questa vicenda, esaminino approfonditamente e con equità le contestazioni legali", ha detto Rafsanjani, citato dalle agenzie Isna e Irna, partecipando ad un incontro con le famiglie delle vittime dell’attentato del 28 giugno 1981, nel quale perirono numerosi dirigenti della repubblica islamica. Rafsanjani, considerato il principale sostenitore di Mir Hossein Mussavi, ha lodato la decisione dell’ayatollah Ali Khamenei, che ha accettato il 23 giugno scorso di prorogare di altri cinque giorni il termine ultimo per la presentazione dei ricorsi sulle elezioni da parte dei candidati. "Questa preziosa mossa della Guida suprema tesa ad attrarre la fiducia della gente verso il processo elettorale è stata veramente efficace", ha detto Rafsanjani. KARRUBI, SU VOTO COMMISSIONE INDIPENDENTE TEHERAN - Il candidato riformatore iraniano Mehdi Karrubi vuole una commissione indipendente che prenda in esame tutto il processo elettorale per le presidenziali, respingendo al contempo quella proposta dal regime di Teheran. Lo afferma lo stesso Karrubi in una lettera pubblicata oggi dal giornale Etemad Melli. SI CERCA COMPROMESSO, MA MUSSAVI RIFIUTA TEHERAN - Il massimo organismo di arbitrato iraniano, presieduto dall’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, ha chiesto ai candidati sconfitti alle presidenziali di cooperare con il Consiglio dei Guardiani, incaricato di far luce per vie legali sulla regolarita’ delle elezioni, e ha invitato i loro sostenitori ad ’’obbedire alle indicazioni della Guida suprema’’, ayatollah Ali Khamenei, che ha ordinato la fine delle manifestazioni di piazza. Ma il candidato moderato sconfitto Mir Hossein Mussavi e quello riformista Mehdi Karrubi hanno rifiutato di partecipare al riconteggio del 10 per cento dei voti, promesso dal Consiglio dei Guardiani, tornando a chiedere l’annullamento del voto. ’’Questo genere di riconteggio non rimuovera’ le ambiguita’, non c’e’ altra via che l’annullamento’’, ha affermato Mussavi in una dichiarazione pubblicata dal suo sito. La presa di posizione del Consiglio per gli interessi dello Stato, presieduto da Rafsanjani, era sembrata un primo passo verso un compromesso per uscire dal braccio di ferro. Rafsanjani, infatti, e’ considerato il principale sostenitore di Mussavi, mentre Khamenei ha finora affermato la validita’ del voto, da cui e’ uscito rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad. Sul fronte internazionale, l’Iran ha risposto alla dichiarazione adottata ieri dai ministri degli Esteri del G8 a Trieste denunciandola come una ’’interferenza’’. E il presidente Ahmadinejad ha avvertito che ’’trascinera’ per la collottola in giudizio’’ certi Paesi occidentali ogni volta che ne avra’ l’occasione nell’ambito di conferenze internazionali. Nel frattempo si e’ avuta oggi notizia che Abolfazl Fatteh, capo del dipartimento stampa di Mussavi, si e’ visto vietare l’espatrio mentre stava per imbarcarsi su un volo per Londra. Mentre il quotidiano riformista Etemad Melli ha riferito che uomini delle forze di sicurezza hanno perquisito la sede di Kargozaran, partito vicino a Rafsanjani, dove hanno sequestrato documenti e computer. Mentre da una settimana a Teheran non si registrano manifestazioni di rilievo, negli ultimi giorni erano circolati segnali che si stava lavorando ad una soluzione di compromesso per uscire da una crisi che ha visto aprirsi una netta spaccatura nel regime. Segnali di malcontento si registrano, secondo notizie di stampa, anche all’interno di alcune istituzioni. Ad un ricevimento per il Parlamento organizzato da Ahmadinejad mercoledi’ per festeggiare la vittoria si sarebbero presentati meno della meta’ dei deputati, che in maggioranza sono conservatori. E tra gli assenti c’era lo stesso presidente dell’assemblea, Ali Larijani. Negli ultimi giorni Rafsanjani e Mussavi hanno avuto incontri riservati con la commissione Sicurezza nazionale del Parlamento e con il capo dell’apparato giudiziario, Mahmud Hashemi Shahrudi. E il Consiglio dei Guardiani ieri sera ha annunciato la formazione di una ’’speciale commissione’’ che, con la presenza dei rappresentanti dei candidati, dovrebbe assistere al riconteggio di una parte delle schede per poi stilare un rapporto sulle elezioni. Ma secondo il portavoce, Abbas Ali Katkhodai, la revisione dovrebbe riguardare non piu’ del 10 per cento dei voti. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha intanto risposto ai ministri degli Esteri del G8, che ieri avevano condannato la violenza e invitato Teheran a risolvere la crisi attraverso un dialogo democratico e metodi pacifici. ’’La Repubblica islamica - ha detto - si rammarica di questa posizione che interferisce nelle elezioni iraniane’’. Ahmadinejad si e’ detto stupito soprattutto delle critiche provenienti dal presidente Usa Barack Obama, dopo le offerte di dialogo dei mesi scorsi. ’’Obama dice che vuole un cambiamento - ha detto il presidente iraniano - ma allora perche’ interferisce e parla in modo scortese?’’. Infine, l’ambasciatore svedese a Teheran e’ stato convocato oggi al ministero degli Esteri iraniano, che gli ha trasmesso una protesta ufficiale per un attacco portato ieri da alcuni manifestanti contro l’ambasciata iraniana a Stoccolma. Secondo Teheran si e’ trattato di un ’’attacco terroristico’’. Ansa
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