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Pulpito e predica inaccettabili
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di Maurizio Matteuzzi
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Ha ragione Kofi Annan, il segretario generale dell'Onu, quando dice che la Commissione per i diritti umani che siede ogni anno fra marzo e aprile a Ginevra, così com'è, non fa che aumentare il discredito delle Nazioni unite. Anche quest'anno il solito indecente balletto ha portato alla condanna di Cuba. Una condanna blanda nella forma ma inacettabile nella sostanza - e di fatti Fidel Castro e il ministro degli esteri Perez Roque l'hanno, ancora una volta, respinta avvertendo che negheranno l'entrata all'inviata dell'Onu, la giurista francese Christine Chanet. Inaccettabile perché proposta, voluta, spinta e imposta da un paese quale gli Stati uniti che ormai non hanno alcun titolo per esigere la condanna in materia di diritti umani per chicchessia. Dal pupito di chi ha sulle spalle Abu Ghraib, Bagram e Guantanamo non sono più accettabili prediche sui diritti umani. Che per loro - e altri - sembrano ridursi sempre più e solo alle periodiche elezioni e ad alcune libertà civili. Anche tralasciando le elezioni (quelle del 2000 «vinte» da Bush ad esempio), anche sui diritti civili, almeno dopo il 2001, gli Stati uniti hanno qualche problemino non secondario. Questo ovviamente non significa che Cuba sia una meraviglia. I diritti umani, almeno nel senso classico del termine, non godono di salute eccellente. L'opposizione, che non può essere solo quella «mercenaria» al soldo degli Usa, non ha spazio o se ce l'ha il più delle volte è in galera. Ma è innegabile - e i cubani hanno ragione - che l'accezione dei diritti umani deve essere estremamente più ampia e comprensiva. Salute, lavoro, casa, cibo, istruzione sono, in pieno, diritti umani. E in alcune di questi diritti Cuba è pari o superiore ai grandi Stati uniti. Quest'anno gli Usa sembra non siano riusciti nemmeno a trovare i soliti voenterosi - preferibilmente latino-americani - che si sono prestati a fingersi presentatori della risoluzione. Hanno dovuto sporcarsi le mani da soli, per la prima volta dall'88. E per raccattare i 21 voti a favore - contro i 17 contrari e le 15 astensioni - hanno dovuto moderare i termini rinunciare alla condanna formale. Nessuno fra i latino-americani del Cono sud in commissione ha votato sì. Brasile, Argentina, Ecuador,Paraguay e Perù si sono astenuti. Una novità e anche un segnale. Incomprensibile invece, o forse comprensibilissimo, il voto dei paesi dell'Unione europea, che hanno addirittura voluto essere i «co-patriconatori» della risoluzione. I cubani li accusano di essere «ipocriti» e «asserviti» di nuovo al carro Usa. Una posizione come minimo schizofrenica visto che in gennaio sotto la spinta della Spagna i 25 decisero di tornare, dopo il muro-contro-muro del 2003, al «dialogo critico» e di scongelare i rapporti sospendendo le sanzioni per sei mesi.da Il Manifesto Problemi che non ha l'America di Bush. Che si appresta ad accogliere - sembra - il terrorista cubano Posada Carriles. Nel nome dei diritti umani.
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