Germania: disfatta per Merkel, Al palo la Spd, trionfa la Linke
 







di Simonetta Cossu




Perde la Merkel, solcialisti al palo, avanzano sinistra e verdi. Così in breve può essere riassunto il risultato elettorale dell "superdomenica" tedesca cioè il voto per rinnovare i parlamenti e quindi i governi di tre dei sedici Stati della Repubblica federale (Sassonia, Turinga all’est e Saarland nell’ovest) e per le comunali nel Nordreno-Wesfalia.
Alcuni numeri possono spiegare ancora meglio quanto è accaduto.
La Cdu dei Angela Merkel perde il 10% in Sassonia, il 12% in Turingia e oltre il 12% nella Saar.
Vola come detto invece la Linke di Oscar Lafontaine che passa dal 2,3% al 19,5% nella Saar e ottiene il 27% in Turingia e il 21% in Sassonia. Praticamente fermo il Partito Socialdemocratico (Spd), tranne in Turingia, dove guadagna quasi il 5% e arriva al 19%. Buon risultato dei Verdi che sempre in Turingia superano lo sbarramento ed entrano nel parlamento.
La Linke non raccoglie più solo i voti dei nostalgici a est, o dei ceti
sociali più poveri e colpiti dalla crisi: la Turingia e la Sassonia (nella prima la Linke tallona la Cdu come primo partito, nella seconda dove pure i democristiani restano fortissimi al 40% ha il doppio dei voti rispetto alla Spd) sono i due Bundeslaender dell’est che dopo la riunificazione sono tornati i più ricchi, forti di una diffusa industria avanzata esportatrice e ad alta tecnologia, e dove ceti medi e classe operaia ben pagata sono fasce significative della società.
Questi numeri cambiano dopo vent’anni dalla caduta del muro di Berlino la faccia della politica tedesca. Infatti per la prima volta nella Germania che guida l’Europa ogni maggioranza di governo potrebbe essere possibile. E in seconod luogo manda un forte segnale ai socialdemocratici già in crisi in tutta Europa: la sinistra esiste e non può essere ignorata.
Il dato di fatto è che il partito democristiano rischia di perdere il potere in due regioni su tre, nel Saarland e in Turingia, due Länder nei quali la
Cdu ha governato rispettivamente per 10 e 20 anni da sola.
Ma il terremoto politico più evidente è avvenuto nel Saarland, un piccolo Land di un milione di abitanti alla frontiera con la Francia. Die Linke, il partito guidato da Oskar Lafontaine che si è candidato a governarlo, ha messo a segno un risultato senza precedenti, ottenendo il 21% dei voti e aprendo la porta a una possibile alleanza con i socialdemocratici dell’Spd e i Verdi, la prima in una regione della Germania Ovest. Oscar "il rosso" aveva attribuito un «significato nazionale» al voto nella Saar, poichè in caso di vittoria del suo partito si assisterà a «un cambio di rotta politico». E i risultati sembrano dargli ragione. «La Germania possiede un fattore correttivo che si chiama "La Sinistra" che deve accettare a livello di politica nazionale». Sono state le parole del capogruppo parlamentare de Die Linke, Gregor Gysi. In Turingia oltre al buon risultato infatti Die Linke ha superato la Spd, lasciando aperta la
possibilità di una coalizione con socialdemocratici e Verdi che potrebbe vedere per la prima volta un esponente della Sinistra a capo di un governo regionale in Germania. Un’ipotesi tuttavia per ora scartata dal candidato socialdemocratico della Turingia, Christoph Matschie, il che lascierebbe aperta la sola strada della "Grosse Koalition" tra Spd-Cdu. Anche in Sassonia le strade sembrano restare aperte: per il cristianodemocratico Stanislav Tillich, che negli ultimi anni ha governato con i socialdemocratici, l’ipotesi di un’alleanza con i liberali non è l’unica. «Tre partiti possono entrare a far parte di una coalizione con noi. E voglio vedere chi mi farà la migliore offerta».
Ma c’è anche un’altro rischio. Dopo il crollo della Cdu c’è il rischio-paralisi al Budesrat. Si vota a livello nazionale il prossimo 27 settembre per rinnovare il parlamento camcelierato e i vincitori delle elezioni potrebbero trovarsi a non avere il controllo della Camera Alta, in cui sono rappresentati i
governi dei 16 Laender in cui è suddiviso il Paese. Attualmente nessuna delle alleanze finora ipotizzate avrebbe infatti la necessaria maggioranza di 35 seggi su 69.
Nel caso della formazione di un governo di centro-destra Cdu-Csu-liberali, come insiste a proporre Angela Merkel («è chiaro che non c’è alcun bisogno di cambiare la nostra strategia», ha commentato dopo il voto), il cancelliere e il suo alleato Guido Westerwelle disporrebbero solo di 29 seggi, al massimo 33, nel caso in cui in Sassonia si formi un governo nero-verde. Anche una riedizione della Grosse Koalition riuscirebbe a mettere insieme non più di 23 seggi, ai quali potrebbero andare ad aggiungersi i 4 seggi della Sassonia, nell’eventualità di una riedizione a Dresda dell’alleanza tra Cdu e Spd. In uno scenario del genere, qualunque governo al potere a Berlino sarà costretto a scendere a patti con l’opposizione, per riuscire a ottenere i voti necessari a far passare le leggi più importanti varate dal
Bundestag.
Per un’eventuale riedizione di un governo di Grosse Koalition a Berlino, le cose potrebbero addirittura peggiorare dopo il 27 settembre, poichè nella stessa data si svolgeranno anche le regionali nei laender del Brandeburgo e dello Schleswig-Holstein, governati attualmente da una coalizione tra cristiano-democratici e socialdemocratici. Nel Brandeburgo potrebbe andare infatti al governo una coalizione tra Spd e Linke di Oskar Lafontaine, mentre nello Schleswig-Holstein tutto è possibile, sia una Grosse Koalition che un’alleanza tra Cdu ed i liberali.