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In Afghanistan a sostegno delle donne di Herat |
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racconto di Luigi Politano
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Luigi Politano, cooperante del GVC, rientrato dall’ Afghanistan 3 giorni prima delle elezioni, ci ha raccontato le sue impressioni su questo paese martoriato da decenni di guerra e il programma di sviluppo agro-pastorale che sta svolgendo con Intersos e la collaborazione di altre Ong locali. La situazione è certamente molto complessa, e le tensioni fra le varie etnie locali per la gestione del potere, in particolare fra i Pashtun(a larga maggioranza sunnita) e i Tagiki è ancora molto forte. I Pashtun concentrati nel sud e nell’est del Paese sono originari dell’Iran orientale, sono il gruppo etnico più numeroso dell’Afghanistan e occupano la cinta che comprende anche la zona settentrionale del Pakistan, da dove negli anni Ottanta molti Pashtun sono partiti alla volta dell’Afghanistan per combattere la guerra contro l’ ex Unione Sovietica. I Tagiki invece,vivono nell’Afghanistan nordorientale e hanno costituito alla fine degli anni novanta il nucleo principale dell’Alleanza del nord anti-talebana(l’ex comandante dei mujahidin Ahmad Shah Masood,ucciso dai talebani,è stato senza dubbio il personaggio di etnia tagika più famoso per le cronache nostrane).Inoltre si registra anche una presenza dell’ etnia hazara che vive nella parte centrale del paese e quella di origine uzbeka a nord. Da qui si capisce come dal punto di vista geopolitico l’ Afghanistan sia certamente “un mosaico etnico” molto complesso e chiunque verrà proclamato il vincitore di queste elezioni presidenziali (Hamid Karzai in lieve vantaggio nel lento scrutinio delle schede) si troverà certamente di fronte il non facile compito di ricucire le antiche fratture e divisioni sociali che potranno essere sanate solo se la popolazione e l’Afghanistan tutto si avvieranno verso un percorso di consolidamento e rispetto delle regole democratiche e di un graduale sviluppo economico. Luigi Politano ci ha parlato inoltre di una relazione ottima con la gente del luogo in questi mesi di presenza nell’area di Herat e di un loro grande interesse per il progetto di sviluppo che GVC sta portando avanti, anche se il problema della sicurezza e dei sequestri, in particolare nella zona di Herat, è ancora molto sentito dagli stessi cooperanti, i quali per questo motivo, non comunicano mai i loro spostamenti con anticipo. Dal luglio al dicembre dello scorso anno Luigi ha condotto in consorzio con Intersos e alcune Ong locali un intervento umanitario di sicurezza alimentare, finanziato dalla Cooperazione Italiana ed indirizzato a 300 donne capo famiglia vulnerabili (un gruppo stimato in 1.800/2.000 persone) nell’area di Herat, alle quali sono state distribuite 900 capre, 300 piccole serre, 300 kit di sementi e strumenti per l’orticultura e la conservazione e trasformazione del latte. A supporto delle distribuzioni sono stati organizzati brevi corsi di formazione per permettere il miglior utilizzo dei capi e dei materiali distribuiti. L’intervento, che ha interessato 20 villaggi nei Distretti di Injil e Karukh, aveva come obiettivo principale ed immediato il miglioramento nutrizionale giornaliero delle famiglie attraverso l’aumentato apporto di proteine e vitamine assicurato dall’autoproduzione di latte, carne, formaggi ed ortaggi in modo da costituire, per le famiglie più intraprendenti, una buona base per la produzione di un piccolo sovrappiù da vendere sul mercato locale. Tutto ciò è stato condotto coinvolgendo il più possibile le autorità ed istituzioni locali(Dipartimento dell’Agricoltura di Herat, Amministrazioni Distrettuali, Consigli di Comunità) ed utilizzando al massimo le risorse locali. La selezione delle beneficiarie è stata fatta in accordo con i consigli di comunità, mentre le decisioni tecniche sono state prese in coordinamento con il Dipartimento dell’Agricoltura ed, infine, per le attività sul campo ci si è avvalsi della collaborazione di tre ONG afghane: Samandar Development Programme (SDP) per la parte di estensionismo agricolo; Rehabilitation Association Agricutlure Development for Afghanistan (RAADA) per la parte pastorale nel Distretto di Injil; Norwegian Project Office/Rural Rehabilitation and Association for Afghanistan (NPO/RRAA) per la parte pastorale nel distretto di Karukh. Queste Organizzazioni, sotto la supervisione e con il supporto del personale espatriato e locale di GVC e Intersos hanno condotto le operazioni di selezione, acquisto e distribuzione dei beni e del bestiame ed all’organizzazione dei corsi di formazione; mentre gli esperti e le operatrici comunitarie di GVC hanno fornito sostegno tecnico e sociale alle famiglie nell’iniziale gestione dei beni ricevuti. Il programma ha avuto pieno successo,infatti alla fine di dicembre già si registravano le nascite dei primi agnellini, mentre le serre avevano prodotto i primi raccolti di spinaci, rape, ravanelli, etc. Per questo motivo il GVC stà ora nuovamente discutendo con la Cooperazione Italiana una proposta di intervento per continuare a sostenere queste comunità almeno per un altro ciclo di attività, in modo da mantenere, consolidare e sviluppare i risultati raggiunti in termini di radicamento delle tecniche di produzione, e per potere così avviare un passaggio di conoscenze e pratiche dalle famiglie direttamente interessate dal programma al resto delle comunità. de GVC |
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