Strage di civili, l’Isaf colpisce ancora
 







di Matteo Alviti




Novanta morti. Tutti talebani insorti. Anzi no. Sono confuse e contraddittorie le notizie dal comando Nato sulla strage provocata dall’esplosione di due autocisterne cariche di carburante, colpite da missili Isaf giovedì notte in Afghanistan.
«L’attacco era contro i ribelli. Che crediamo siano quelli che sono stati uccisi», ha riferito la portavoce Isaf, tenente Christine Sidenstricker. «Sembra che ci siano state molte vittime tra i civili, trasportate nei vicini ospedali», ha detto poco dopo un’altro portavoce del comando militare, il generale Eric Tremblay.
I missili dei caccia Nato sono caduti in una zona circa sette chilometri a sudovest della capitale della regione, Kunduz, vicino al confine con il Tajikistan, nel nord del paese. Era notte fonda, circa le due. Obiettivo erano le due autocisterne che i talebani avevano catturato poco prima, decapitando due degli autisti, ha raccontato un loro collega. I talebani considerano i convogli che
trasportano carburante come un obiettivo strategico. Senza benzina i mezzi militari non si muovono.
Secondo quanto riferito da un portavoce talebano, i ribelli afghani erano sulla strada per Angorbagh. Nell’attraversamento di un fiume una delle due cisterne si è arenata, e i talebani hanno deciso di farla svuotare dagli abitanti del villaggio più vicino, che sono accorsi con tutti i recipienti di cui disponevano. Il carburante è un bene estremamente prezioso anche per loro. Proprio in quel momento, quando circa 15 ribelli afghani erano sul dorso della cisterna, ha raccontato un testimone di 32 anni, i jet Nato sono piombati sulle loro teste, sganciando missili che hanno carbonizzato i due camion e tutto quello che si trovava intorno. Uomini, donne e anche bambini, secondo un portavoce della provincia colpita. Almeno novanta.
Il neosegretario Nato Anders Fogh Rasmussen ha riferito che sull’attacco è in corso un’inchiesta, di cui è stato incaricato il capo delle forze della
coalizione Isaf, il generale Stanley McChrystal. Rasmussen ha ricordato che l’Isaf avrebbe sviluppato una strategia per ridurre le uccisioni tra i civili, già in atto: «Rispetto all’anno scorso i civili uccisi sono diminuiti del 95%, ma, come tutti sappiamo, in conflitti come questo gli errori possono accadere», ha detto Rasmussen. Nel giorno sbagliato. L’"incidente" potrebbe infatti far regredire drammaticamente i rapporti con l’Isaf anche nel nord del paese, due mesi dopo che il nuovo comandante della coalizione militare, McChrystal, aveva posto l’accento sulla riduzione delle vittime civili: i caccia, aveva detto il generale a luglio, non devono aprire il fuoco se non sono sicuri di non colpire obiettivi civili.
Il vecchio-probabile nuovo presidente afghano Hamid Karzai - sulla cui credibilità pesano anche le ultime, gravi accuse di brogli elettorali - ha ribadito la solita nenia sull’inaccettabilità delle morti di innocenti civili, «che non devono essere uccisi nelle operazioni
militari». L’ufficio di Karzai ha ordinato un’inchiesta sull’accaduto. Ma anche secondo il governatore della provincia di Kunduz, Mohammad Omar, la maggior parte, almeno la metà, dei morti erano talebani. «Diamo la colpa di quello che è accaduto sia ai telebani che al governo», ha detto alla Reuters Mohammad Sarwar, un anziano capovillaggio della provincia.
La zona teatro dell’attacco, fino a poco tempo fa, era considerata relativamente tranquilla rispetto al sud del paese. Ma negli ultimi tempi attentati e violenze contro i militari si sono moltiplicati. La zona di Kunduz è sotto il controllo, più o meno, delle forze tedesche. Dopo Usa e Gran Bretagna, quello di Berlino è il terzo contingente per numero di militari in Afghanistan. E l’intensificarsi del rischio per gli uomini del Bundeswehr potrebbe creare problemi al governo tedesco a un passo dalle elezioni per il rinnovo del parlamento, il prossimo 27 settembre. Ieri in Germania è esplosa la polemica perché a dare il via libera
all’attacco dei jet sono stati proprio i tedeschi. Temevamo che i camion fossero usati per attentati suicidi contro i militari tedeschi, ha spiegato il sottosegretario alla difesa Kossendey.