SUBAPPENNINO DAUNO RISCHIO IDROGEOlOGICO -SANT’AGATA DI PUGLIA- ECOMOSTRO
 







di Pullo M. Rosaria




A S. Agata di Puglia non c’è bisogno dell’atteso -Piano casa- del Governo per assistere alla realizzazione di quello che è a tutti gli effetti un “ECOMOSTRO”, che già sta  distruggendo il paesaggio  di uno dei comuni più belli del Subappennino Dauno. Una costruzione assolutamente fuori scala e fuori contesto che cozza con il paesaggio urbano circostante come un pugno nell’occhio.
L’edificio in costruzione in Viale XXIV Maggio a fianco della Villetta Comunale  , situato quasi all’ingresso del paese, è costituito  da due monoblocchi di 5-6 piani, compresi i garages. Tale edificio viene costruito in totale spregio del piano urbanistico che prevede costruzioni non superiori ai 2 piani, considerato che siamo in un’area ad elevato rischio sismico. E’ una gigantesca speculazione edilizia, in quanto alcuni appartamenti di un monoblocco hanno di fronte il secondo lotto che toglie aria e luce.
Ma non finisce qui , in quanto sembra
che sia in essere una variante per costruire mansarde in modo da sfruttare ogni metro quadro disponibile.
Il dio -Mattone - ha sempre la meglio su tutto, anche sulle bellezze paesaggistiche di un paese, meta di frequenti escursioni dal capoluogo e da tutta Italia, grazie all’altitudine di quasi 800 m. che garantisce refrigerio durante le calure estive, ma soprattutto suggestivo per essere rimasto pressoché integro nel suo impianto urbanistico tipicamente medievale, arroccato sulla cima della collina attorno al castello medioevale.
Il paese miracolosamente sfuggito agli scempi edilizi degli ultimi decenni, è oggi preda di  scriteriati interventi edilizi di dimensioni e tipologia del tutto estranea, a quella delle abitazioni locali, con effetti  devastanti sul  profilo urbanistico .
Negli ultimi anni nella -Loggia delle Puglie- è in atto un perfido  meccanismo particolare : si chiedono i finanziamenti  per il dissesto idrogeologico, con i quali si
rendono forse più stabili i pendii; ma nello stesso tempo, guarda caso, gli interventi sul dissesto idrogeologico vengono sempre individuati, con geologi compiacenti, in zone del paese dove a monte o valle si trova un suolo, anche molto scosceso, che viene reso edificabile .
La regia di questi interventi è sempre degli stessi tecnici e delle stesse  imprese.
Lo strumento in parte utilizzato è il PIRP ( Programmi Integrati di Riqualificazione delle Periferie) dal nome evocativo “Loggia delle Puglie “ con il quale vengono rese  edificabili aree improduttive per la loro elevata pendenza con l’alibi della riqualificazione dell’ambiente costruito , della riorganizzazione urbanistica, del miglioramento della qualità ambientale e dell’integrazione sociale dei residenti.
In Puglia i comuni a rischio idrogeologico sono 48, di cui 44 a rischio frana, 1 a rischio alluvione e 3 a rischio frana e alluvione. Le amministrazioni comunali pugliesi che hanno risposto in maniera
completa al questionario di Ecosistema Rischio 2008 sono 18 (il 38% dei comuni a rischio della Regione). Di queste, i dati relativi a cinque amministrazioni sono stati trattati separatamente, poiché i competenti uffici comunali hanno dichiarato di non avere strutture in aree a rischio, il che giustifica parzialmente il non essersi attivati in azioni di prevenzione e pianificazione. Quindi i dati si riferiscono a 13 amministrazioni comunali della Puglia. Nel 77% dei comuni pugliesi monitorati sono presenti abitazioni in aree a rischio,nel 54% interi quartieri e nel 69% fabbricati industriali. Nonostante il territorio si dimostri sempre più fragile, nessun comune ha avviato interventi di delocalizzazione sia delle abitazioni che dei fabbricati industriali dalle aree a più alto rischio. Mentre il 69% dei comuni dispone di vincoli di edificazione nelle aree a rischio, il 62% delle amministrazioni svolge opere di messa in sicurezza.
Migliora la situazione per quanto riguarda le attività
locali di protezione civile per rispondere all’emergenza in corso. L’85% dei comuni si è dotato di un piano d’emergenza e il 62% lo ha aggiornato negli ultimi due anni. Solo nel 15% dei casi sono state organizzate attività di informazione rivolte alla popolazione e il 38% dei comuni dispone di una struttura di protezione civile operativa h24.
“In Puglia, purtroppo, solo il 23% dei comuni monitorati svolgono un positivo lavoro di mitigazione del rischio idrogeologico. Nessun comune conquista né la bandiera Fiume Sicuro, come riconoscimento di buon lavoro, né la Maglia nera”.
Solo i comuni di Gravina in Puglia (Ba), Anzano di Puglia (Fg) e Roseto Valfortore (Fg) raggiungono la sufficienza grazie alla manutenzione delle opere di difesa idraulica, al piano d’emergenza, alle attività di informazione e sensibilizzazione alla popolazione e ai vincoli di edificazione nelle aree a rischio. Rientrano nella classe di merito di insufficienza i comuni di Castelluccio Valmaggiore (Fg), Chieuti
(Fg), Celenza Valfortore (Fg), Castrignano del Capo (Le), Sant’Agata di Puglia (Fg), Rocchetta Sant’Antonio (Fg), Canosa di Puglia (BAT), Spinazzola (BAT) Serracapriola (Fg) e Biccari (Fg) per la presenza di strutture in aree a rischio idrogeologico e la mancanza di interventi di prevenzione e di attività di pianificazione d’emergenza e di informazione.
Le amministrazioni comunali possono intervenire per contrastare il rischio idrogeologico attraverso le attività ordinarie legate alle gestione del territorio, quali la pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati dalle aree a rischio e la corretta manutenzione delle sponde e delle opere idrauliche, ma anche attraverso la redazione dei piani di emergenza, che devono essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione, nonché attraverso l’organizzazione locale di protezione civile, al fine di garantire soccorsi tempestivi ed efficaci in caso di alluvione o frana. "Ecomostro Sequestrato
dalla Autorità Giudiziaria di Foggia il 20 gennaio 2011."