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La mancanza di cure uccide 45 mila cittadini ogni anno |
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di Maurizio Galvani
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Quarantacinquemila cittadini statunitensi muoiono ogni anno per mancanza di assistenza sanitaria: fanno parte di quei 46 milioni di cittadini Usa non coperti dal servizio sanitario pubblico (Medicare, per gli anziani, e Medicaid, per i bambini) e che non sono finanziariamente in grado di contrarre una polizza sanitaria privata. A denunciarlo è uno studio dell’American Journal of Pubblic Health, nel quale è anche scritto: «le persone che non sono assicurate sono le prime a morire di fronte a malattie quali il diabete o affezioni cardiovascolari, perché non possono fare nessun accertamento preventivo e non hanno nessuna possibilità di accesso alla cura o all’assistenza farmaceutica». C’era il diffuso sospetto che la situazione sanitaria negli Stati uniti fosse così negativa per milioni di persone. Questi dati non fanno altro che confermarlo. Però, in questo momento, hanno un significato più ampio: negli Usa si sta discutendo - con un confronto violento e con mobilitazioni di piazza - della riforma sanitaria. E finora si è manifestato uno schieramento deciso contro la proposta avanzata dal presidente Obama; uno schieramento che parte dai repubblicani e coinvolge le società assicurative, fino ad alcuni settori della lobby sanitaria democratica. L’ultima proposta - presentata dal presidente della commissione finanze, il senatore democratico del Montana, Max Baucus - è una soluzione di compromesso. Di basso profilo. Le 223 pagine di questa «riforma» escluderebbero infatti da subito la possibilità di un intervento governativo per la creazione di un’assicurazione pubblica, pagata dallo stato, come era stato fin dall’inizio il desiderio espresso dalla Casa Bianca. Una proposta di riforma ha molti chiaroscuri e, per prima cosa, contiene un piano per spalmare su dieci anni un risparmio di 856 miliardi di dollari, da realizzare attraverso tagli alle spese farmaceutiche (le più alte del mondo), un aumento della tassazione delle polizze sanitarie superiori ai 21mila dollari e maggiori imposte sulla apparecchiature per il settore medico-specialistico. La proposta del senatore Baucus (in passato risultato vicino ad alcuni gruppi assicurativi e non schierato mai completamente contro le posizioni del partito repubblicano) implica però la rinuncia ad un piano pubblico, che sarà sostituito con la formazione ex-novo di cooperative e gruppi no profit, che riceveranno all’inizio della loro attività circa 6 miliardi di dollari dallo stato. Tutti i cittadini senza una assicurazione sarebbero obbligati ad iscriversi a queste cooperative e gruppi. Il senatore Max Baucus non prevede assolutamente la costruzione di un’efficiente sanità pubblica, però dichiara che tutti i cittadini statunitensi sono obbligati ad iscriversi alle «nuove mutue» per non pagare, eventualmente, una multa che gli sarebbe addebitata a partire dal 2013 (per un importo tra i 750 a 3.500 dollari). Inoltre, non risulta nessun obbligo da parte di una qualsiasi azienda a dare una copertura sanitaria ai proprii dipendenti. Finora, per esempio nel caso di alcune società automobilistiche, i lavoratori avevano riconosciuti (e pagati) per contrattoalcuni benefit sanitari. Saranno oltretutto cancellati gli incentivi alla realizzazione dei programmi Medicare. L’unica ipotesi che va in direzione di una specie di «carità» sociale è invece la proposta di assegnare crediti fiscali da parte dello stato alle famiglie di almeno 4 persone (con un reddito massimo di 22 mila dollari l’anno). Le 223 pagine di riforma proposte da Baucus costituiscono una tappa nell’iter dibattimentale che dovrà affrontare il progetto promesso da Obama come programma elettorale. Però sembra partire con un compromesso offerto alla controparte repubblicana; che a sua volta ha già dichiarato «difficile» la sua approvazione al Senato nella forma attuale. In ogni caso, è un brutto compromesso che scontenta una parte non indifferente del partito democratico. Soprattutto perché il «piano Baucus» cancella qualsiasi ipotesi di una «mutua» pubblica, mantenendo privi di assistenza medica milioni di americani. Una riforma siffatta è molto lontana dalle promesse di Obama; una sua eventuale approvazione potrebbe rappresentare una brutta battuta d’arresto. de Il Manifesto |
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