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Cipe: otto miliardi e mezzo, a chi? |
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di Daniele Nalbone
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Via libera a opere infrastrutturali "strategiche" e altri interventi, meno strategici ma ugualmente "speculativi", per un totale di 8,655 miliardi di euro. Questo è quanto è stato annunciato dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, non appena è terminata la riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) tenutasi ieri mattina a Palazzo Chigi. Così, in poche ore, l’organo preposto al finanziamento delle "grandi opere", diretto dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il cui segretario è Gianfranco Micciché, ha stabilito quali sono le nuove attività che non possono più essere rimandate per il bene di una parte del paese. Quello più ricco e che vuol essere ancora più ricco sulle spalle dei cittadini e della loro qualità della vita. Così se al Nord, in nome di Expo 2015, è stato dato "disco verde" per opere quali la Pedemontana Lombarda (4.166 milioni di euro), distruttiva autostrada che collegherà il Varesotto con la Bergamasca, avvicinando sempre di più gli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio e due fra le più importanti aree industriali italiane, e l’incomprensibile metropolitana di Brescia, che costerà ai contribuenti la bellezza di 80 milioni di euro, a cui si aggiungono le Metro M4 ed M5 di Milano (rispettivamente per 1.699 e 1.339 milioni: 789 e 557 per le prime due tratte, 910 e 782 per le seconde due), al Sud tutte le attenzioni erano, ovviamente, per il Ponte sullo Stretto (1.300 milioni di euro). Ebbene, come ha spiegato il ministro Matteoli, il Cipe ha approvato le decisioni prese dal Commissario straordinario, Pietro Ciucci, relative al Ponte di Messina, ormai avviato alla cantierizzazione, il cui inizio è previsto per Natale. E se i comitati che si battono contro la costruzione di nuovi aeroporti, da Viterbo ad Ampugnano (Siena), sono sul piede di guerra per il via libera dato a decorrere dal primo gennaio 2010 all’adeguamento (leggasi "aumento") dei diritti aeroportuali, propedeutico al reperimento di nuovi fondi per l’implementazione del traffico aereo e all’apertura di nuovi scali, i cittadini mobilitati contro le autostrade sono pronti a tornare in piazza per lottare contro le opere che distruggeranno la Brianza. Proprio ieri è partito infatti da Meda il "Road Shock", la prima di una serie di assemblee cittadine per discutere e trovare strategie comuni per affrontare gli impatti devastanti che saranno provocati dalla Pedemontana. Continua, quindi, la subalternità dei diritti dei cittadini rispetto all’importanza economica dei "grandi eventi": come ha candidamente spiegato il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, tutte le infrastrutture sbloccate ieri dal Cipe, dal sistema pedemontano Lecco-Bergamo al terzo valico dei Giovi (500 milioni) sulla linea Alta Velocità Genova-Milano, fino alla variante della statale 639 nei pressi del lago di Como, «sono inserite nel piano Expo». Come non bastasse, secondo quanto emerso ieri dalla riunione del Cipe, sommato a quanto dichiarato pochi giorni fa dal ministro Matteoli, siamo anche in dirittura di arrivo per quanto riguarda la cementificazione della Maremma toscana e dell’Agro pontino per dar vita al Corridoio Nord e a quello Sud che collegheranno Cecina (Livorno) con Civitavecchia e Roma con Latina. Quindi due bretelle, una tra la Roma-Fiumicino e la nuova Roma-Latina, una tra Cisterna e Valmontone, uniranno i due corridoi con la Roma-Napoli. Evidentemente non è un caso che giovedì, a Piazza Affari, il titolo Impregilo (general contractor del Ponte sullo Stretto) abbia guadagnato il 4,38%. Il motivo? Come spiegano i "trader", tutto dovuto all’attesa della riunione del Cipe che avrebbe sbloccato i fondi per alcune grandi opere. Attesa ben ripagata, come dimostrano gli 8,655 miliardi di euro deliberati dal Governo. |
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