Inquinamento, Formigoni avvisato
 







Beppe Lopez




"Secondo lei non sono d’accordo col presidente Berlusconi? Lo sono". Così aveva risposto venerdì 27 novembre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, a chi chiedeva il suo parere sulle accuse rivolte alla "magistratura eversiva" dal presidente del Consiglio.
E ieri se ne è forse capito il motivo: un avviso di garanzia.
Evidentemente era nell’aria. L’uomo che da quindici anni guida ininterrottamente la regione più avanzata e ricca d’Italia - più volte indicato fra gli eredi del Cavaliere alla leadership del Pdl e del Paese, e intanto confermato per la quarta candidatura a una carica che detiene dal giugno 1995 - lo ha comunicato egli stesso, con un pizzico di ironia, ai giornalisti. "Eccolo, eccolo il tanto desiderato, agognato, scongiurato avviso di garanzia al presidente Formigoni è arrivato. Consegnato stamattina in base a presunte violazioni dell’articolo 674 intitolato: getto pericoloso di cose in luogo pubblico". Sono
esattamente queste le parole usate dal Celeste in una improvvisata conferenza stampa convocata al Pirellone e trasmessa in diretta da c6.tv. "Finalmente hanno trovato il modo di incastrare il presidente della Regione!".
L’iniziativa della Procura di Milano, occupata da tempo in una inchiesta su ambiente e inquinamento, mette nel mirino le responsabilità di Formigoni relativamente al piano di azione regionale per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, pare sulla base di un esposto del Codacons che tira in bvallo anche il Comune di Milano. "Per gli stessi motivi, precedenti pm hanno archiviato", ha sostenuto l’avvisato. "Non sarà che ora ci sono di mezzo le elezioni? Che il pm oggi decida, come è sempre stato, di accompagnare la mia campagna elettorale con avvisi di garanzia?".
E non basta. Il Presidentissimo si è preso la briga di anticipare, non si capisce bene in base a quale informazioni riservate, un altro avviso di garanzia: se lo aspetta, ha specificato, "a giorni".
Questa volta da parte della Procura dell’Aquila. Riguarderebbe la realizzazione di una nuova Casa dello Studente in legno, da parte della Regione Lombardia, nel contesto della ricostruzione dopo il sisma in Abruzzo. "Abbiamo costruito una Casa dello studente con 128 posti letto nel tempo record di 87 giorni", si è vantato Formigoni. La nuova struttura, costata di 7,5 milioni, è stata realizzata su un terreno della Curia dell’Aquila. La Procura ha inviato una relazione alla Corte dei Conti per la verifica dell’ipotesi di danno erariale. Il contratto prevede la concessione in comodato del terreno per 30 anni, trascorsi i quali, la Curia diventerà titolare dell’immobile.
Un’impresa degna dell’attenzione e della censura giudiziaria? Tutt’altro, per il diretto interessato. "Questa è un’azione della quale sarò sempre orgoglioso. Sulle mie labbra fiorirà sempre il grido: Viva la Regione Lombardia!". Al procuratore dell’Aquila dico che la Casa dello Studente, realizzata in legno, fra 30
anni sarà inutilizzabile e il terreno verrà rimesso a disposizione".
Nel marzo del 2001 Formigoni era già stato indagato per corruzione, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico nell’ambito dell’inchiesta sulla bonifica della discarica del comune di Cerro Maggiore (risultarono coinvolte l’Auchan e la Simec, società di Paolo Berlusconi che gestiva la discarica). Quattro anni dopo, il 21 dicembre 2005, venne assolto in primo grado dal reato di favoreggiamento e abuso d’ufficio e assolto per "insufficienza o contraddittorietà della prova" da quelli di corruzione e falso ideologico, mentre l’accusa aveva chiesto 3 anni di reclusione. Infine, il 24 ottobre 2007, Formigoni era stato definitivamente assolto da ogni accusa nel corso del processo di appello.