Salviamo il pianeta
 







a cura di Pullo M. Rosaria




Michel Bersce
Inquinamento
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Dopo Ginevra, Copenaghen. Perchè i temi del commercio internazionale, dell’economia non sono così sganciati dal cambiamento climatico. Al contrario. Un’economia che si globalizza, che mette al centro i profitti e l’apertura dei mercati, ha come diretta conseguenza l’espansione dei commerci a livello planetario e, conseguentemente, un impatto pesante sugli equilibri ambientali. E climatici.
Un’economia fortemente energivora, l’utilizzo di combustibili fossili ad alto contenuto di carbonio, l’aumento dei trasporti, un’agricoltura orientata all’esportazione ed alla massima produttività, l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti di origine petrolifera, la ricerca della produzione ai più bassi costi possibili. Un’economia in poche parole insostenibile, che viene discussa nelle sale della Wto, ha inevitabilmente ripercussioni all’interno degli incontri della Cop15.
Parlare di clima senza parlare di economia è un azzardo pericoloso. Perchè si rischia
di focalizzare su soluzioni tampone, spesso altrettanto insostenibili come i biocarburanti o il nucleare, senza però curarne le cause.
Si è aperta in questi giorni a Copenaghen la 15° Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Oltre 35mila delegati, ben 20mila in più di quelli realmente attesi, cercheranno nei prossimi giorni fino al 18 dicembre una quadra all’interno della quale inserire un accordo legalmente ed operativamente vincolante per fermare la crescita di emissioni di gas climalteranti e il cambiamento climatico.
Le aspettative di tutto il mondo guardano alla Capitale danese ed ai capi di stato che alla fine della Conferenza saranno chiamati a convergere su un piano di azione concreta. L’Unione Europea, ce fortemente ha voluto questa Conferenza, in verità resterà alla finestra, perché i giochi saranno tra Paesi emergenti come India, Cina e Brasile, economie in forte crescita che proprio in questi giorni stanno tentando una posizione comune, e
gli Stati Uniti, tra i principali inquinatori di oggi e responsabili storici delle emissioni degli ultimi decenni.
Cinquantasei giornali hanno pubblicato lunedì scorso lo stesso editoriale per chiedere ai leader del mondo di decidere misure efficaci contro il riscaldamento climatico durante il vertice di Copenaghen. Lo ha reso noto il quotidiano britannico Guardian. All’apertura del vertice, giornali come Le Monde (Francia), Miami Herald (Usa), La Repubblica (Italia), Cambodia Deily (Cambogia) e Gulf Time (Qatar), hanno lanciato un monito contro una situazione di stallo che potrebbe portare il pianeta ad essere devastato dal surriscaldamento. «Chiediamo ai rappresentanti dei 192 Paesi riuniti a Copenaghen di non esitare, di non cadere nei bisticci, di non rimpallarsi le responsabilità ma di trasformare questa grave fallimento della politica moderna in un’occasione per agire», è scritto tra l’altro nell’appello.