Copenaghen: terzo giorno di vertice, verso discussione sui tagli di CO2
 











Terzo giorno di vertice sul clima a Copenaghen e oggi si comincia ad avvicinarsi alla discussione sui tagli delle emissioni di Co2. Da qui si testeranno le buone intenzioni dei paesi industrializzati. Ma a Copenaghen è sempre più scontro tra Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo.
I Paesi poveri potrebbero creare degli ostacoli ai negoziati anche se non hanno nessuna intenzione di affossarli. Già ieri i rappresentanti dei G77 che raggruppa 131 Paesi soprattutto in via di sviluppo avevano fatto sentire la loro voce dopo che nel vertice era circolata una bozza danese di un testo di accordo che, secondo loro, li avrebbe scavalcati sia nei contenuti, perché non considera la responsabilità storica, sia per il fatto che non sono stati coinvolti nella discussione.
Al maxi-vertice che si è aperto lunedì a Copenaghen e che vede in campo 193 paesi con 15.000 delegati e 110 capi di stato e di governo, sono cinque i pilastri di discussione e su tre le
trattative stanno marciando compatte: trasferimento di tecnologie, adattamento e deforestazione. Scogli duri sono invece ancora la riduzione delle emissioni e, su tutti, il capitolo che riguarda i finanziamenti dove ci sarebbero solo impegni a breve termine, fino al 2012.
Da Copenaghen non uscirà "un accordo vincolante perché alcuni Paesi non sono ancora pronti", in primo luogo gli Stati Uniti e la Cina, ha detto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Barroso ha comunque sottolineato come sia "un dovere" arrivare ad un’ intesa, perché quella dei cambiamenti climatici rappresenta una "minaccia effettiva". A Copenaghen si punterà quindi, secondo il presidente dell’esecutivo comunitario, a stilare una bozza d’accordo che possa poi diventare un trattato vero e proprio accettabile da tutti i Paesi industrializzati e da quelli in via di sviluppo. Il consigliere economico del Cremlino, Arkadi Dvorkovich, ha escluso la firma di accordi vincolanti al vertice di Copenaghen
sul clima, prospettando invece l’approvazione di una ’road map’ per proseguire i negoziati. - ONU: Gli impegni presi dai leader del Pianeta a Copenaghen, al vertice internazionale sul clima, dovranno essere "immediatamente operativi", anche se verosimilmente non verrà firmato un trattato legalmente vincolante. E’ l’auspicio del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.
Sostenere l’obiettivo di un picco delle emissioni globali nel più breve tempo possibile comunque non oltre il 2020, riconoscendo che i paesi sviluppati collettivamente hanno raggiunto il picco e che la tempistica di picco sarà più lunga nei paesi in via di sviluppo, ma anche sostenere l’obiettivo di una riduzione delle emissioni globali nel 2050 di almeno il 50% rispetto al 1990, pari ad almeno il 58% rispetto al 2005.
Secondo i 131 paesi che fanno parte del G77, soprattutto in via di sviluppo, la bozza danese minaccia i negoziati. Per Greenpeace e Wwf questi paesi sono stati scavalcati dai paesi ricchi.
Il
decennio 2000-2009 dovrebbe risultare il più caldo mai registrato dal 1850, anno in cui sono iniziate le misurazioni ed il 2009 dovrebbe situarsi tra i 10 anni più caldi, probabilmente al quinto posto, ha affermato l’ Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).