|
|
Puglia, Pd verso Vendola Boccia: -Via senza l’Udc- |
|
|
|
|
Angela Mauro
|
|
|
|
Passa Cesare Damiano e gli fa: "Dovrete combattere molto…". Gianni Cuperlo gli dà una pacca sulla spalla. C’è chi gli intima il "resisti, resisti, resisti" di Borrelli. Sollecitazioni cui Franco Giordano, alla Camera per l’incontro del governatore pugliese Nichi Vendola con Antonio Di Pietro, risponde con un sorriso smagliante. Oggi (ieri per chi legge) è giornata di bonaccia per la sua Sinistra e Libertà, nel braccio di ferro con il Pd sul nome del candidato presidente alle regionali di marzo. Perché, lasciando stare Giordano che è di parte, per capirlo a Montecitorio basta guardare il volto paonazzo di Francesco Boccia, inviato in Puglia da Pierluigi Bersani (leggi: Massimo D’Alema) per incassare l’appoggio di Udc e Idv, tornato con il sacco pieno, salvo poi scoprire che l’aria nel partito, romano ancorché pugliese, era cambiata. Per forza di cose, era cambiata. L’apertura fortissima di Rosi Bindi alle primarie per la scelta del candidato, chieste fin dall’inizio da Vendola, ha agitato ancor di più i piddini pugliesi che stanno dalla parte del governatore. Lunedì scorso, tanto per dirne una, gli uomini del sindaco di Bari Michele Emiliano, in asse con Vendola prima dello stop dalemiano, si sono riuniti e hanno deciso che sabato prossimo all’assemblea regionale del Pd non daranno il loro appoggio a Boccia. E ora vacilla sia il nome di Boccia che lo stesso appuntamento di sabato. Nel senso che l’inviato bersaniano, di fatto potenziale candidato di coalizione, non avrebbe i numeri per convincere il partito a votare la sua proposta. Tant’è che in serata è lo stesso Boccia a precisare: «Se l’assemblea regionale del Pd dovesse decidere le primarie con Nichi Vendola salterebbe ogni ipotesi di accordo con l’Udc. Io esisto se c’e’ l’Udc. Se la nuova coalizione non c’e’ non sono candidato. Ora andremo fino al chiarimento finale». Che l’assise ci sarà lo danno per certo sia Boccia che lo stesso Bersani. «L’assemblea dovrà pronunciarsi su un’alternativa semplice: nuova coalizione o ritorno al passato», dice il deputato pugliese, di area lettiana. Certo, aggiunge in Transatlantico, «se la coalizione non comprende Vendola forse è più debole, se non comprende Casini sicuramente è più debole». Alla domanda sul rischio di non avere i voti necessari per passare il vaglio dell’assemblea, Boccia si sforza di apparire speranzoso: «Vedremo». La giornata è intensa per lui e per il Pd che ha da sbrogliare altre beghe interne in vista delle regionali (Veneto, Umbria), ma è il caso pugliese che prende più tempo, laboratorio di respiro nazionale. Nel pomeriggio alla Camera Boccia si vede con Pier Ferdinando Casini, il quale - dicono i bene informati delle questioni pugliesi - è anche molto arrabbiato con il Pd, perché, è il ragionamento del leader centrista, se avessero svolto le primarie già prima di Natale, l’Udc avrebbe avuto il tempo di far maturare un sì alla candidatura di Vendola. Che sia vero o meno, certo è che, alla luce degli ultimi sviluppi, risultano sopravvalutate le aspettative di chi nel Pd (D’Alema) pensava di riuscire a sbarazzarsi dell’attuale governatore. Che invece non ci pensa a mollare, mentre la sua parte politica già esulta per essere riuscita a "far fuori" D’Alema per tre volte: la prima, alle regionali di cinque anni fa, quando Vendola vinse le primarie contro Boccia e poi la prova delle urne; la seconda, quando nel 2006 riuscirono a imporre l’elezione di Fausto Bertinotti alla presidenza della Camera, lasciando a secco le speranze del presidente di Italianieuropei; la terza, adesso con la sfida per le regionali 2010. E’ presto per esultare. I giochi non sono fatti, ma è chiaro che il Pd comincia a guardare al candidato Vendola. Anche uno come Enrico Letta confida che «bisogna farsi un po’ di conti, vedere se il centrodestra si presenta compatto oppure diviso». Il riferimento è all’annuncio di Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce ora leader del movimento centrista Io sud , di correre da sola, mentre il Pdl candiderebbe Palese o Distaso (lo decidono oggi a Roma). «Bisogna vedere se senza Vendola si vince…», ragiona Letta. I bookmaker politici prevedono che l’assemblea di sabato (Bersani non ci sarà ed è un ulteriore segnale di distacco del segretario dal caso pugliese) abbia davanti a sé tre strade: rompere con Vendola per candidare Boccia con l’Udc, scelta che però esporrebbe il partito al rischio di insanabili fratture; annunciare le primarie, rischiando però che Boccia si tiri fuori subito dopo l’annuncio; convergere direttamente su Vendola, visto che ora, dopo l’incontro a Roma con il governatore, anche l’alleato Di Pietro esorta il Pd a indicare "un unico candidato", senza nascondere di non disdegnare l’ipotesi Nichi. Una posizione condivisa anche dai rutelliani dell’Api. Oggi a Roma l’incontro tra Bersani e Paolo Ferrero, segretario del Prc, sostenitore della candidatura di Vendola. E D’Alema? Venerdì sarà in Puglia, ma alla Camera allarga le braccia: «Della Puglia non ci sto capendo niente neanche io…».
|
|
|