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Il tutto è durato una notte e poco più di mezza giornata. E ci ha pensato direttamente il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati, a mettere una parola chiara sull’ennesimo giro di indiscrezioni, diffuse in tarda serata lunedì, che indicavano il governatore della Puglia Nichi Vendola come iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sulle nomine di primari e dirigenti della sanità pugliese. «Nei confronti del presidente della giunta regionale pugliese, Vendola, non vi sono nel registro degli indagati di questa procura iscrizioni suscettibili di comunicazione», scrive Laudati in una nota diffusa ieri pomeriggio. Ed è la seconda volta che il procuratore è costretto a smentire la stessa tesi, anche sembra più mettere in chiaro di non aver inviato alcun avviso di garanzia al governatore (lo stesso vendola dice di non averne ricevuti). Laudati lo fece già a novembre per sconfessare quanto pubblicato dal quotidiano Libero : stessa storia, stesso presunto indagato, stessa indagine, che in realtà è un’informativa consegnata alla procura dai carabinieri, comprendente un’intercettazione telefonica nella quale Vendola chiede conto all’ex assessore regionale del Pd Alberto Tedesco (costretto alle dimissioni per guai di giustizia, ora senatore Democratico) della nomina a primario in Puglia di Giancarlo Logroscino, barese rientrato da Harvard e considerato un luminare del settore. Già a novembre Laudati aveva sottolineato che quella indicata da Libero era una delle -tante informative trasmesse alla Procura da quando l’ ufficio del pubblico ministero ha organizzato un gruppo di lavoro per le indagini sulla sanità-. E già allora se l’era presa con la fuga di notizie, che prende di mira anche oggi. -La Procura - dice Laudati - prende atto delle possibili strumentalizzazioni delle indagini per finalità diverse da quelle processuali così come delle precedenti fughe di notizie sugli accertamenti in corso: allo stato, non può escludersi che esse siano riferibili a componenti del gruppo investigativo-. Di qui, la determinazione a -identificare i responsabili-. Anche tutto questo è campagna elettorale per le primarie. E’ così che Vendola spiega, di primo mattino con una videolettera diffusa su YouTube , il nuovo "polverone". -E’ un anno intero che vanno in scena tentativi di colpirmi, sarà vero che sono un’anomalia, una cosa da far sparire. Mi spiace per i miei nemici, ma non intendo sparire-. Il suo entourage spiega, pure questo di primo mattino dopo la lettura dei giornali, che la cosa non scalfisce affatto l’immagine del governatore, candidato alla sfida dei gazebo contro il Piddino Francesco Boccia domenica prossima. Nel merito, Vendola ribadisce: -E’ difficile per me pensare di essere iscritto nel registro degli indagati per una cosa per cui avrei dovuto prendere una lode, ma capisco che questa è la settimana delle primarie-. In riferimento a Logroscino, -se pure fosse vera la mia iscrizione nel registro degli indagati, magari accompagnata da una richiesta di archiviazione come dicono i giornali, io resto sereno. Questa è una storia di buon governo, ho cercato di portare in Puglia un luminare, non ho recato offesa a nessuno…-. E ora, dice Vendola in serata, sulle parole di Laudati -ciascuno è chiamato a riflettere-, indicano uno stile di lavoro che conferma in me la piena fiducia nell’operato della magistratura-. Già dalla settimana scorsa, alla Camera, si vociferava di una possibile nuova incursione di scosse giudiziarie nella cronaca politica pugliese, in vista delle primarie. Le indagini sul sistema sanità, partite dal filone originario su Giancarlo Tarantini, continuano in effetti ad agitare incubi e speranze, a seconda dei casi. Ma ieri, se dall’entourage di Vendola si temeva una strumentalizzazione della vicenda, la reazione del Pd (nonché quella degli altri partiti, dal Pdl all’Idv di Di Pietro) è stata di solidarietà al governatore. D’Alema e Boccia vivono la vicenda da Taranto, per una tappa della campagna elettorale per le primarie. Per Vendola solo parole di -apprezzamento-. Il presidente di ItalianiEuropei - che in questa settimana di campagna grida più forte di Boccia, coprendo di fatto il vero candidato - dice di non aver mai avuto il minimo -dubbio su Vendola, la magistratura concluda le indagini-. Se gli chiedi della nota di Laudati dice di non averla vista. Pazienza, sta scappando per Brindisi, per un’altra iniziativa con Boccia dopo quella tarantina, solidale a Vendola ma non povera delle accuse che da sabato D’Alema rimprovera al governatore. C’è l’ironia sui manifesti vendoliani, quel "Solo" usato dal leader di Sinistra e Libertà per indicare la battaglia di questa settimana. -Proprio per liberarlo dalla sua solitudine, è meglio che vinciamo noi…-, ghigna D’Alema. La sostanza del ragionamento è la stessa da giorni e cade nel vuoto l’appello della capogruppo del Pd al comune di Taranto, Annarita Lemma, che all’inizio del dibattito aveva consigliato a Boccia di -spiegare bene ai militanti qual è il progetto che hai per la Puglia-. Niente da fare. Alla sala della provincia di Taranto, che ospita l’iniziativa con D’Alema, si parla solo di alleanze strategiche per vincere. -Non vogliamo scegliere tra Vendola e l’Udc ma unire: dall’Udc a Vendola-, ripete D’Alema che torna sui -passi indietro- che secondo lui il governatore dovrebbe compiere, è ancora in tempo. -Io l’ho fatto-, e racconta di quando il partito lo candidò alla presidenza della Camera e -Prodi mi invitò a fare un passo indietro per il bene della coalizione-. Alla presidenza di Montecitorio ci andò Bertinotti e D’Alema non se l’è scordato. Ma Taranto è la città dell’Ilva, costretta da decenni a subire inquinamento e malattie da lavoro in nome di un ricatto occupazionale che solo da poco viene contestato dai comitati civici nati sul fronte ambientalista. Al suo arrivo al palazzo della provincia, D’Alema incontra una delegazione di precari di un’azienda di pulizia delle scuole, raccolti in sit in lì davanti per il loro ennesimo giorno di sciopero. Non sono scintille, né entusiasmi. Oggi nel capoluogo dei due mari è la volta del governatore Vendola. Assemblea pubblica al quartiere Tamburi, uno dei più popolari in città. |
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