|
|
Cataclisma sulla Protezione Civile |
|
|
|
|
|
|
|
|
Il 29 gennaio scorso Silvio Berlusconi l’aveva candidato alla guida di un ministero. Incarico che Guido Bertolaso avrebbe dovuto assumere nei giorni a venire. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. A rovinare la festa già pronta è arrivato un avviso di garanzia emesso dalla procura di Firenze. Il reato ipotizzato sarebbe quello di «corruzione», scaturito nell’ambito dell’inchiesta sui lavori per la realizzazione del G8 che prima del terremoto a L’Aquila avrebbe dovuto tenersi sull’isola de La Maddalena. Il capo della Protezione civile si è immediatamente recato a palazzo Chigi per rimettere ogni incarico nelle mani del Presidente del consiglio. In una nota diramata dal suo dipartimento, lo stesso Bertolaso ha fatto sapere di aver agito in questo modo, «per non intralciare l’operato degli organi inquirenti». Silvio Berlusconi ha subito respinto le dimissioni denunciando una «persecuzione». Decisione accolta dal plauso del consiglio dei ministri. Tuttavia non basterà giocare la claque per fare fronte ad una indagine dal fronte molto ampio: una quarantina gli indagati, tra questi anche il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, coordinatore dei reati contro la pubblica amministrazione; cinque le ordinanze di custodia cautelare; sessanta le perquisizioni condotte dai Ros in varie parti d’Italia, tra cui gli stessi uffici romani della Protezione civile. Tra le persone incarcerate c’è Angelo Balducci, 62 anni, stretto collaboratore di Bertolaso e «attuatore delle opere», alto papavero del ministero delle Infrastrutture e con incarichi anche presso la Presidenza del consiglio. Nei fatti Balducci, che appare la figura chiave attorno alla quale ruota tutta l’inchiesta, è stato in questi anni il perno attorno al quale è ruotato l’intero dispositivo Bertolaso spa. In carcere sono finiti anche Fabio De Santis, successore di Balducci, e l’imprenditore Diego Anemone, padrone del gruppo che si è aggiudicato la conversione dell’ex arsenale della Maddalena e che aveva interessi nei lavori per i Mondiali di nuoto a Roma. Dietro le sbarre è finito anche Mauro della Giovampaola che ha occupato incarichi di rilievo nella protezione civile e fa parte della struttura incaricata di realizzare le opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Ad avviare l’inchiesta sono state alcune intercettazioni del Ros nell’ambito di un’altra indagine riguardante l’urbanizzazione di un’area di proprietà dell’imprenditore Salvatore Ligresti, finita sotto sequestro nel novembre 2008 su richiesta della procura di Firenze. Oltre a Ligresti, e al suo braccio destro Fausto Rapisarda, in questo filone d’indagine spuntano i nomi degli ex assessori comunali Graziano Cioni (quello delle ordinanze contro i lavavetri) e Gianni Biagi (urbanistica), e di due architetti progettisti. Anche qui l’ipotesi di reato formulata è concorso in corruzione. Ed è proprio uno dei due architetti indagati in questa vicenda, il fiorentino Marco Casamonti, l’anello di congiunzione con Angelo Balducci. È dal loro scambio di telefonate che parte l’inchiesta giunta fino ai provvedimenti di ieri. Casamonti, titolare dello studio Archea, è uno dei progettisti dell’hotel a cinque stelle che alla Maddalena avrebbe dovuto ospitare i capi di Stato e di governo, e poi finito inutilizzato in condizioni di abbandono. Secondo l’accusa gli appalti sarebbero stati assegnati «nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato preposti gli uffici interessati e privati imprenditori».Giorgio Ferri Berlusconi in difesa di Bertolaso: ’’Su di lui solo falsità. Donne? Faceva terapie per la schiena...’’ Silvio Berlusconi si schiera in difesa del vertice della Protezione civile. "Ho parlato con Bertolaso, so che aveva mal di schiena e andava da una fisioterapista, una signora di mezza età, che tra l’altro oggi è in ospedale per farsi operare per un problema alla spina dorsale. Quindi - ha proseugito - tutte queste cose sono assolutamente non accertate non vere e infondate". Secondo il presidente del Consiglio "siamo alla presenza di un imbarbarimento, di un avvelenamento della vita civile che è difficile da sopportare". E dunque, si sfoga il premier, chi chiede le dimissioni del sottosegretario lo fa "per invidia". Parlare di dimissioni "è uno sport che mi trova contrario. Sono persone che più volte ricorrono a questi atti per invidia, invece ora bisogna resistere ancora con più forza’’. "Le persone di buon senso la pensano come me e di questa cosa ne sono convinto". E i pm "si vergognino, si vergognino", scandisce Berlusconi. "Una persona come Bertolaso che ha fatto così bene per l’Italia e per gli italiani - insiste - non può essere accusata in questo modo". Secondo il presidente del Consiglio "è assurdo andare a sollevare un problema di questo genere" contro una persona che "ha fatto così bene per l’Italia". "Se una persona opera bene al 100% e poi c’è l’1% discutibile, quell’1% deve essere messo da parte. Mi sembra una cosa di buon senso che è difficile non capire". "Anche un’azienda piccola come quella di Grottaferrata - ha affermato - può fare benissimo i lavori, e li ha fatti benissimo. Non vedo dove sia lo scandalo, non capisco questi pm". Il riferimento, spiega Berlusconi, è "al fatto che ci può essere qualche irregolarità da parte di chi opera bene, ed è anche giusto. Non lo dico di Bertolaso, ma se uno mette il telefono sotto controllo per due anni si alzi in piedi chi pensa che non possa uscire qualcosa di scandaloso". E comunque, conlude il premier, "non si tratta di reati ma di qualcosa inerente alla sfera privata". In ogni caso, "andremo avanti" con il decreto sulla protezione civile e la trasformazione in Spa. Intanto il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini ha chiesto al sottosegretario alla Protezione civile di confermare le dimissioni respinte ieri dal premier Berlusconi. "In un Paese non anomalo una persona in quella situazione, anche per difendersi meglio, rassegna le dimissioni - spiega il capogruppo alla Camera del Pd - Noi abbiamo apprezzato la sensibilità mostrata ieri da Bertolaso. Sta ora a Bertolaso confermare quella sensibilità istituzionale". E sottolinea: ’’C’è un decreto approvato al Senato e calendarizzato la settimana prossima alla Camera. Contiene delle cose inaccettabili. Ho chiesto che la maggioranza. Spetta "alla sensibilità’’ di Guido Bertolaso ribadire le dimissioni, sottolinea il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Bertolaso non è condannato - spiega - E’ una questione che attiene alla sua sensibilità. Certo, è stato investito di un potere personale che nessuno ha. Di questo deve rispondere". E a chi gli fa notare che questa mattina Franceschini ha parlato di dimissioni di Bertolaso, Bersani replica: "Franceschini ha detto che la questione attiene alla sensibilità di Bertolaso e io sono d’accordo". Per Bersani la priorità è invece fermare il decreto che trasforma la protezione Civile in una Spa. "Capisco che nell’era del berlusconismo, l’immediatizza dell’immagine viene prima di tutto, ma così si creano mostri giuridici di cui poi è il Paese a pagare il prezzo". ’’Dobbiamo continuare a chiamare il G8 o i Mondiali di nuoto un’emergenza e in nome di questo far venir meno ogni procedura di trasparenza? Su questo - taglia corto il numero uno del Partito democratico - il centrodestra deve riflettere" Rincara la dose l’Idv: "Berlusconi e Bertolaso sono al vertice di un sistema che gestisce senza alcun controllo una enorme quantita’ di denaro pubblico. Sono una nuova loggia, la B 2’’, afferma il presidente dipietrista alla Camera Massimo Donadi. In casa della maggioranza, è invece Maurizio Gasparri a notare: "E’ certamente singolare la tempistica. Credo che si debba fare un accertamento rapido, compatibile con i tempi della Protezione civile, una struttura che non può rimanere sulla graticola a lungo perché ne avrebbe un danno la sicurezza del Paese. Non c’è dubbio che la sincronia di alcuni interventi giudiziari e i tempi elettorali è un fatto che gli italiani conoscono e che nei fatti ha portato a rafforzare un centrodestra che preferisce fare e non ordire manovre come questa". Dice no al ritiro o a una ’pausa di riflessione’ alla Camera chiesti dall’opposizione a proposito del ddl di conversione del decreto che istituisce la ’Protezione civile spa’’, dice il ministro della Difesa Ignazio La Russa sottolinea che ’’l’avvio di un procedimento non può bloccare in maniera drastica’’ il provvedimento. ’’Penso che il Bertolaso che conosciamo - rileva La Russa - è la persona che ha coordinato in maniera mirabile insieme al presidente Berlusconi la ricostruzione a L’Aquila, la persona che ha rimesso in sesto Napoli anche con l’aiuto dei militari per l’emergenza rifiuti, che è venuto da me pochi giorni fa dicendosi pronto a colaborare per offrire i migliori aiuti ad Haiti’’. ’’Quello che esce dall’imputazione - prosegue il ministro - è un Bertolaso che noi non conosciamo e pensiamo che non esista. Gli auguro di poterlo dimostrare subito. Nel frattempo, ha tutta la nostra fiducia’’.Adnkronos Barbato denuncia: ’’C’è un deputato legato alla camorra. Ho paura di lavorare in quest’aula’’ ’’Io da deputato ho paura di lavorare in quest’aula’’. Francesco Barbato prende la parola in aula alla Camera per denunciare presunti condizionamenti messi in atto nei confronti dei parlamentari. Il deputato dell’Idv parla di una ’’aperta violazione’’ dell’articolo 68 della Costituzione che garantisce ai membri del Parlamento di non essere chiamati a rispondere dei voti dati nell’esercizio della propria funzione. ’’Ebbene noi qui - ammonisce Barbato - non siamo liberi di dare i voti: c’è un onorevole che avrebbe incaricato personaggi legati a clan della camorra, a cui avrebbe dato incarico di avviare rappresaglie nei confronti di chi aveva disatteso le sue indicazioni di voto’’. ’’Questo presunto camorrista, legato al clan Ruocco della provincia di Napoli - insiste Barbato - doveva andare a fare rappresaglie nei confronti di chi non aveva votato secondo le indicazioni di un deputato presente in quest’aula. Io non posso fare il deputato in questa maniera: io voterò come dice quel deputato e consiglio a tutti di farlo per evitare che ci siano rappresaglie nei miei confronti e che mi cambino i connotati’’, dice ancora Barbato. ’’Non voglio denunciare infiltrazioni camorristiche nel Parlamento, ma voglio semplicemente fare il mio lavoro con serenità, senza essere condizionato. Questo deputato è addirittura al tavolo dei nove, dove si danno indicazioni al Parlamento su come votare’’, rincara. Il presidente della Camera Gianfranco Fini rivolto a Barbato chiosa: ’’Il suo intervento dimostra quanto sia democratico il nostro regolamento, che consente a tutti di avvalersi del diritto di parlare’’. A quel punto interviene Pier Ferdinando Casini: ’’Il nostro regolamento è democratico, ma questo intervento non andava consentito perché non verteva sull’ordine dei lavori’’. Pronta la replica di Fini: ’’Onorevole Casini, lei ha presieduto questa assemblea e sa perfettamente che il presidente non ha la capacità di prevedere cosa si accinge a dire un deputato. Barbato sapeva che doveva parlare sul tema, non è avvenuto, pazienza...’’. Intanto il deputato dell’Italia dei Valori non fa marcia indietro e, ai microfoni di Radio Radicale, puntualizza le affermazioni fatte in aula. Barbato indica, senza giri di parole, in Paolo Russo, presidente della commissione Agricoltura di Montecitorio, il deputato del Pdl in grado di minacciare i deputati che non votano secondo le indicazioni. L’esponente dell’Idv spiega che ’’in Campania c’è un sistema crimine-politica-affari, un intreccio criminale che cammina sulle gambe dei parlamentari campani del Pdl, ormai sotto tiro dell’Antimafia di Napoli. La verità - sottolinea Barbato - è che forse Cosentino è solo un dilettante rispetto ai vari Landolfi e al parlamentare cui mi riferivo in aula, Paolo Russo. Nel 2006, Russo aveva come compagno di viaggio un presunto camorrista legato al clan Ruocco’’. ’’Mentre era con questo personaggio, immaginava di non essere intercettato, ma non sapeva che il suo compagno di viaggio aveva delle cimici che hanno intercettato - argomenta Barbato - l’invito di Russo a cambiare i connotati ad alcune persone che non avevano seguito l’indicazione di voto data da Russo per aiutare suo cugino Ermanno. Tutto quello che ho detto è negli atti, pubblici, della Procura di Napoli. Questa persona - sottolinea Barbato, ricordando che Russo è nel comitato dei nove sul provvedimento per l’agricoltura in discussione alla Camera - dà indicazioni di voto al Parlamento e io voterò secondo le indicazioni di Russo. Ieri l’abbiamo messo sotto, cosa succederà? Ci farà cambiare i connotati?’. Interpellato dall’Adnkronos Russo ha replicato: ’’Io mi occupo di politica e di cose serie, non di teatranti’’. ’’Riconosco alle Procure e ai Tribunali la sede naturale dove discutere ogni vicenda, altre cose sono pantomina e teatro, nulla altro che questo...’’ dice il parlamentare del Pdl. Quanto alle carte cui fa riferimento Barbato, ’’le cose che io conosco, e immagino quindi le cose che possono essere note, si riferiscono a un’inchiesta per la quale il pm ha proposto l’archiviazione, che puntualmente è stata accolta in sede definitiva. E’ la stessa accusa - rimarca il deputato Pdl - che ha chiesto l’archiviazione, il resto sono sceneggiate e chiacchiere’’.Adnkronos |
|
|