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Intervista al politologo Giovanni Sartori |
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Giorgio Ferri
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Professor Sartori, che diavolo sta succedendo? Che impatto avrà sui cittadini-elettori il caos delle liste, l’esclusione prima in Lombardia e nel Lazio, poi solo nel Lazio del popolo delle libertà? Dobbiamo aspettarci un astensionismo alle stelle? Lo chiediamo a lei, uno dei padri della scienza della politica in Italia (e non solo). L’opinione pubblica italiana è abbastanza misteriosa, anche perché misteriosamente malinformata. Certo, non penso che questo spettacolo pre-elettorale possa tradursi in una crescita di entusiasmo. Siamo onesti: non è un bel vedere. Non conosco gli ultimi sondaggi, ho comunque letto di un pasticcio senza fine, di lotte intestine, di candidati pronti a tutto pur di rubarsi i posti in lista. Insomma, non si parla di alta politica ma di motivi abietti. Staremo a vedere, magari riescono a rimediare. Anche se arrivati a questo punto mi sembra difficile. Le opposizioni daranno vita ad una loro manifestazione. Berlusconi scende personalmente in campo, parla di soprusi inauditi, chiama il popolo delle libertà alla piazza. Cosa altro può succedere? Soprusi? Non si capisce di quale soprusi stiano parlando. Hanno sbagliato loro, questa è la realtà. Quanto a Berlusconi, il presidente del Consiglio rispolvera una terminologia bellica già usata, a più riprese. Se ne serve per alzare i toni dello scontro politico e soprattutto per nascondere, negare l’errore. Stiamo parlando di regole non rispettate per motivi miserabili. Siamo di fronte a candidati della stessa lista in lotta l’uno contro l’altro, fino all’ultimo secondo. Eppure Berlusconi insiste, ha convocato i media in via dell’Umiltà per fornire la sua versione dei fatti in conferenza stampa. «Colpa di radicali e giudici. Sinistra sovietica voleva correre da sola». Così ha detto... Per parlare di sopruso Berlusconi dovrebbe prima di tutto spiegare quale sopruso è stato commesso. Altrimenti non è credibile. Altrimenti la situazione diventa ridicola, si riduce all’ormai consueto “complotto dei comunisti”, alle “magistrature varie che entrano in scena per sovvertire il volere popolare”... Spero che l’opinione pubblica se ne renda conto. Sono arrivati tardi in tribunale, non hanno consegnato correttamente la lista. Adesso dovrebbero trovare un modo per rimediare a una loro mancanza, sempre che si possa ancora rimediare. Il “rimedio” l’hanno trovato, almeno ci hanno provato. E’ di tre giorni fa la notizia di un decreto interpretativo, scritto in fretta e furia per dare nuove, insperate possibilità agli esclusi. Il capo dello Stato l’ha firmato, le opposizioni si sono divise: Pierluigi Bersani con Giorgio Napolitano, Antonio Di Pietro contro. Piove sul bagnato. Domanda quasi d’obbligo: per Sartori il presidente della Repubblica ha fatto bene o male? Il capo dello Stato ha fatto bene o male? Non è così facile rispondere, anche perché ci si trovava comunque di fronte all’esclusione dalle liste del partito di maggioranza. Si è cercato il male minore, se poi sia stato trovato o meno è un altro paio di maniche. Allo stato dell’arte non mi sembra che sia arrivata una soluzione. Anzi, hanno aggiunto cialtronaggine a cialtronaggine. Trovo strano che nel Pdl non ci fosse nessuno al corrente del fatto che nel caso delle amministrative la competenza legislativa spetta alle regioni. Dunque un decreto del governo non poteva essere la soluzione del pasticcio. Se davvero nessuno nel Pdl era al corrente del valore giuridico del provvedimento, allora i limiti sono di altro tipo. Parlerei di asineria. Un consiglio? Ripeto: se davvero nessuno nel Pdl conosceva i limiti giuridici del provvedimento, allora tornino a scuola. |
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