Essere musicisti oggi
 







di Rosario Ruggiero




Gennaro Esposito, ventinove anni, di Ottaviano, presso Napoli, una passione per la musica avuta da sempre, quindi esercitata attraverso l’iscrizione al corso ad indirizzo musicale della scuola media statale della sua città con tre anni di studio del pianoforte, dopo l’iscrizione al conservatorio di musica di Napoli per i dieci anni canonici al conseguimento del diploma, al tempo stesso la maturità classica, infine la frequenza al recente corso biennale di II livello per il Pianoforte, sempre a Napoli, e ad un corso biennale abilitante di II livello, ai fini dell’insegnamento, svolto a Potenza. Una competenza quindi indubbia e regolarmente certificata dalle maggiori istituzioni nazionali prefisse all’uopo. Ed oggi?
«L’insegnamento precario di Educazione musicale – ci dice – presso un istituto professionale. Un impegno di tre ore alla settimana per meno di 300 euro al mese».
E l’attività di musicista?
«Esibizioni in occasione di matrimoni,
cresime, comunioni, cerimonie ecclesiastiche e quanto simile, quando capita l’opportunità, essenzialmente nei periodi che vanno da aprile a maggio e da settembre ad ottobre».
Quali erano le aspirazioni all’inizio degli studi musicali ed al loro completamento?
«Come un po’ tutti coloro che affrontano con serietà ed impegno lo studio di uno strumento musicale, la mia aspirazione è sempre stata l’attività concertistica. Suonare per un pubblico attento, e non come intrattenimento di sfondo per persone sostanzialmente disinteressate. Con gli anni capii che tale attività è assai improbabile, per una serie di motivi non necessariamente legati al valore dell’artista, quindi cominciai ad accarezzare l’idea dell’insegnamento e della divulgazione della mia passione per l’arte dei suoni».
Ciò evidentemente non è ancora possibile appieno. È per qualche infausta casualità personale?
«Decisamente no. Gli studi musicali istituzionali mi hanno portato a conoscere e frequentare tanti altri
aspiranti musicisti come me. E, purtroppo, la realtà è sostanzialmente identica per tutti».
Prospettive e desideri?
«Il mio desiderio oramai è l’insegnamento, che trovo attività assai nobile ed a me sempre più cara, ma le prospettive per me, e per quanti come me, non possono certo definirsi rosee. La situazione scolastica italiana, con le continue riforme ed innovazioni, anche in termini di assunzioni, non mostra autentici sbocchi, solo piccole opportunità temporanee e sicuramente insufficienti, sì da non poter io certo pensare, malgrado l’età, ad una sistemazione, alla creazione di una famiglia o comunque ad una propria, completa autonomia economica. L’unico attuale ripiego lavorativo come musicista, che mi sento di riconoscere come tale, è la musica di intrattenimento, in occasioni di feste e balli, tra strumentisti, o sedicenti tali, decisamente improvvisati, in contesti che minano talvolta la dignità dell’uomo e del musicista seriamente preparato. Personalmente oggi trovo
sostegno interiore nel ripiegamento mistico ed in un’alacre opera di volontariato civile, ma l’amarezza maggiore resta che, ahimè, questa situazione artistica e lavorativa non è soltanto mia, ma di tanti altri giovani come me, e non lascia sperare alcuna concreta soluzione a breve».