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Nucleare iraniano: Obama prova a convincere Hu |
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Gli Stati Uniti continueranno ad -aumentare la pressione- sull’Iran per stroncare le sue ambizioni nucleari, -senza escludere alcuna opzione-, inclusa quella militare, perchè ormai -ci sono le prove che la Repubblica islamica punti all’atomica-. Lo ha ribadito ieri il presidente Usa Barack Obama dopo aver avuto una lunga conversazione telefonica con l’omologo cinese Hu Jintao, il principale alleato di Teheran al Consiglio di Sicurezza Onu. Il tentativo di Obama è quello di svincolare la partita iraniana da quella - molto più complicata - dei rapporti tra Cina e Stati Uniti nei prossimi anni. Obama, insomma, cerca di convincere Hu della necessità di approvare nuove sanzioni in sede Onu contro la Repubblica islamica. I due presidenti hanno anche parlato di Tibet e Taiwan, G20 e regole internazionali. E’ possibile che Pechino possa cedere sull’Iran in cambio di posizioni più sfumate sul Tibet - la crisi con Taiwan ha qualcosa di rituale: la vendita di armi all’isola sta in un trattato tra Taipei e Washington e Pechino viene avvisata in anticipo ogni volta che avviene una nuova fornitura. Come accade di frequente nella intricata vicenda delle relazioni sino-americane, siamo di fronte all’ennesimo stop-and-go: dopo qualche settimana di toni accesi, è la volta delle parole concilianti. Che con la Cina sono le uniche a produrre risultati, come qualsiasi analista del Dipartimento di Stato è perfettamente in grado di capire. Il presidente americano punta ad adottare nuove misure con il sostegno della -comunità internazionale unita-, per avere una posizione più forte e lega la vicenda iraniana a quella più generale della proliferazione nucleare, sulla quale ha appena fatto grandi passi in avanti con il sostegno attivo della Russia. L’inquilino della Casa Bianca ha parlato per un’ora al telefono con il presidente nelle stesse ore in cui il capo dei negoziatori iraniani, Saed Jalili, si trovava a Pechino per perorare la causa di Teheran. Malgrado l’ottimismo espresso al termine dalla Casa Bianca l’agenzia ufficiale cinese Xinhua non ha fatto alcun riferimento al dossier iraniano riferendo del colloquio tra i due leader. Pechino finora, infatti, non si è sbilanciata. L’unica novità è che Hu parteciperà al summmit convocato da Obama per il 12 e 13 aprile a Washington contro la proliferazione nucleare. Sarà un’occasione per discutere di molte cose, Iran compreso. Per il momento il governo cinese punta ancora ad evitare le sanzioni contro Teheran, che garantisce a Pechino l’11% dei suoi rifornimenti di petrolio. Il portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang aveva ribadito per l’ennesima volta che Pechino preferisce il dialogo per trovare una «soluzione pacifica-. In precedenza il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton, ha comunque esaltato come un «passo molto importante- la decisione cinese di sedersi al tavolo dei negoziati per discutere di eventuali misure punitive contro Teheran. La posizione iraniana, intanto, non si sposta di un millimetro. Le sanzioni internazionali non impediranno all’Iran di proseguire le sue attività nucleari ha detto il capo negoziatore iraniano, Saeed Jalili a Pechino. Jalili che giovedì ha incontrato il ministro degli Esteri, Yang Jiechi - ha detto che «gli iraniani hanno familiarità con le sanzioni... Le consideriamo opportunità... Continueremo il nostro cammino (nucleare) più decisamente». m. mazz. |
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