Raccolta differenziata avanti tutta, ma tra Nord e Sud il divario è ancora enorme
 











Raccolta differenziata dei rifiuti avanti tutta, con il 2009 anno di svolta grazie a un tasso di riciclo stimato al 62,4%. Ma il quadro che emerge dai dati del Conai, il Consorzio costituito da produttori e utilizzatori di imballaggi, e’ quello di un’Italia a due velocita’. Se infatti la percentuale complessiva di rifiuti riciclati per il 2008 e’ pari al 59,3% con una crescita del 2,39% rispetto all’anno precedente (quindi nettamente superiore all’obiettivo del 55% previsto dalla normativa europea e nazionale) dagli standard pro-capite di raccolta differenziata per macro-aree emerge il generale ritardo delle Regioni del Sud: lo dicono i numeri dei Consorzi di filiera, costituiti per la raccolta di Acciaio, Alluminio, Carta, Legno, Plastica e Vetro. Senza contare il problema dei rifiuti elettronici (Raee) che di fatto non sono compresi nella raccolta differenziata ’classica’, quella per intendersi con le campane adibite alla separazione dei materiali.
Luci e ombre, quindi. Perche’ nel complesso il tasso di riciclo complessivo in Italia nel 2009 e anche nel 2010 appare in crescita: del +2,9% nell’anno passato e di +1,3 punti percentuali per quello in corso. Nel 2008 ’solo’ il 31,5% dei rifiuti di imballaggio prodotti e’ stato smaltito in discarica, risultato, questo, positivo se si considera che nel 1998, anno di avvio del sistema basato sui Consorzi, le percentuali relative al riciclo dei rifiuti di imballaggio erano specularmente invertite rispetto a quelle attuali.
Ma il dato sul gap con le Regioni meridionali appare chiaro. Il ritardo e’ importante nella raccolta della carta: al Sud se ne raccoglie 1,49 Kg ad abitante contro i 2,31 kg del Centro e i ben 5,22 kg del Nord. E la distanza e’ anche maggiore nella plastica, nel sud raccolta in misura minore della meta’ di quanto avviene al Nord e nel vetro, dove la proporzione e’ di uno a cinque.
In base alle elaborazioni Conai al Sud si raccolgono infatti 5,12 kg
di plastica in media ad abitante contro i 6,87 kg del Centro e i 13,74 kg del Nord. Nel vetro la raccolta media ad abitante e’ pari a 7,83 kg contro i 15,59 kg del Centro e i 35,19 kg del Nord.
Anche dai dati raccolti da Legambiente nell’ambito del concorso promosso per premiare i migliori sistemi di raccolta rifiuti a livello comunale (’Comuni Ricicloni’ 2009), emerge il predominio delle Regioni del Nord con il Veneto in cima alla classifica dei ’virtuosi’ (64% sul totale dei comuni). Segue la Lombardia con il 25,2% (389 comuni ricicloni), il Friuli Venezia Giulia con il 21,9% di ricicloni sul totale e il Piemonte con il 19,5%. Ed e’ nella classifica dei Comuni con oltre i 10.000 abitanti che risulta piu’ evidente la supremazia veneta e in particolare della provincia di Treviso che nelle prime 15 posizioni vanta ben 13 comuni. Tra i piccoli comuni, invece, nelle prime trenta posizioni figurano ben 29 realta’ del nord est dislocate tra Veneto e Trentino Alto Adige.
Tuttavia anche
se nell’annuale classifica dei comuni con migliori performance in materia di gestione dei rifiuti e’ sempre il Nord (1112 adesioni) a farla da padrone, anche al Sud e al Centro cominciano ad esserci segnali positivi: hanno superato la soglia d’ingresso del 45% 127 amministrazioni del Sud (contro le 71 dello scorso anno) e 41 del Centro. Maglia nera alle grandi citta’: nessuna infatti ha superato la soglia stabilita per essere ’’riciclona’’. Milano al palo con il 35,4% e Roma al 19,5% di differenziata. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, a Salerno va la palma di unico ’Comune Riciclone’ del Centro-Sud ad aver superato la soglia minima con il 45,7% di raccolta differenziata. Anche la provincia di Salerno si caratterizza come la migliore della Campania con il comune di Bellizzi al primo posto per il secondo anno consecutivo (con il 72,9 % di raccolta differenziata).
Ma al di la’ delle differenze tra macro-aree del paese, uno dei principali problemi della raccolta
differenziata e’ costituita dal riciclo dei rifiuti elettronici ed elettrici, che tra ostacoli legislativi e difficolta’ logistiche, non decolla. Nel 2008 ogni italiano ha prodotto in media circa 14 kg di Raee per un totale di oltre 844.242 tonnellate. Applicando al nostro paese la stessa percentuale di crescita rilevata a livello globale (+5% all’anno, tre volte piu’ alta di quella dei rifiuti normali), l’incremento nel 2009 e’ stato di 42.223 tonnellate per un totale di 886.465 tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici. Una montagna di microapparecchiature, fili, tubi catodici, vetro di cui e’ stata riciclata una minima parte, circa il 15%.
E’ andata meglio che nel 2008, quando erano state generate circa 850.000 tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici: ne era stato raccolto il 14% pari a 119 mila tonnellate. Il problema centrale, secondo gli addetti ai lavori, e’ quello della raccolta dei Rifiuti elettronici ed elettrici ancora oggi affidata alla buona volonta’ dei
cittadini che si devono recare nelle isole ecologiche dei comuni o chiamare, ove possibile, le societa’ comunali addette alla gestione dei rifiuti.
La soluzione ci sarebbe e in sintesi consiste nel non costringere i cittadini a cercare il luogo dove gettare il vecchio apparecchio ma nello ’smaltirlo’ di pari passo con l’acquisto di uno nuovo. Tuttavia questa metodologia va sancita da una norma ad hoc: ancora oggi infatti a indicare le modalita’ di raccolta dei Raee e’ il decreto 151 del 2005 di cui si attende ancora il decreto attuativo, quello che gli addetti ai lavori chiamano appunto ’uno contro uno’. Ovvero acquisto un apparecchio nuovo, lascio al negoziante il vecchio. Il Consiglio di Stato nello scorso luglio ha dato il via libera allo schema di regolamento attuativo ovvero al cosiddetto ’decreto uno contro uno’, purche’ sia chiaro al cittadino quando sostituisce un elettrodomestico, se potra’ consegnare gratuitamente quello vecchio al venditore. Adnkronos