L’ ONDA NERA E’ SEMPRE PIU’ VICINA
 







Jenny Varlotta




Ormai non è più un timore , è una certezza , l’incendio e il crollo della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico sta causando un disastro ambientale di assoluta gravità . Adesso la corsa è contro il tempo per cercare di contenere i danni. La macchia nera di petrolio , fuoriuscita da un pozzo sottomarino dopo l’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon , va verso la Louisiana e potrebbe danneggiare il fragile ecosistema delle sue paludi . Ogni giorno si riversano nell’oceano 180 mila litri di greggio. Gli ingegneri della  Bp ( British Petrolaum ) hanno studiato un piano per arginare la macchia nera impiegando 4 robot automatici per chiudere la valvola del pozzo . L’incidente sarebbe stato causato da un tubo di trivellazione che ha innescato un’esplosione che ha sviluppato un incendio di vaste proporzioni nella quale 11 lavoratori risultano ancora dispersi , ma ormai dati per morti. I familiari delle vittime denunciano violazioni delle norme di sicurezza . Nella denuncia viene citata anche  Halliburton ,l’azienda multinazionale specializzata nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi ; era il contractor del governo Bush durante le operazioni in Iraq  e Afganistan. Secondo Giannì , direttore delle campagne di GreenPeace : “Decenni di maree nere non ci hanno insegnato niente : in Italia il governo continua a rilasciare autorizzazioni a valanga, soprattutto in Adriatico,e da ultimo , anche a largo delle isole Tremiti.” La fuoriuscita del petrolio compromette gravemente l’ambiente marino e non solo . La bonifica dell’ambiente danneggiato può richiedere anni. Questo del Messico, inevitabilmente ci fa pensare  al più grave disastro ecologico nel Mediterraneo, con l’affondamento, nel 1991  al largo di Genova ,della Haven , la petroliera con bandiera cipriota , e  ancor più inevitabile è il pensiero alla vicenda pugliese degli ultimi giorni circa il presunto via libera per una società irlandese su ricerche petrolifere a 4 km al largo delle isole Tremiti , uno dei centri turistici più importanti dell’intera regione , che fa parte del Parco Nazionale del Gargano ed è considerato dal 1989 riserva marina. Già di per sé il petrolio è un agente inquinante per l’ambiente,e trivellare per cercare petrolio è uno scempio! A maggior ragione in un arcipelago paradisiaco. Che benefici potrebbe trarre l’ambiente se tra coste bellissime sorgerebbero mostri d’acciaio che spingono a riva bitume? Dopo vari disastri ambientali o mancate catastrofi bisogna ancora valutare per arrivare ad una risposta negativa? Non possiamo che opporci a decisioni governative così dannose.