Stangata, ok del governo
 







Frida Nacinovich




-Primum vivere deinde philosophari-. Giulio Tremonti scomoda Aristotele. La citazione è fin troppo impegnativa, potrebbe più prosaicamente dire agli italiani -o mangiate la minestra o saltate la finestra-. Arrivato al dunque, il governo Berlusconi scopre nell’ordine che c’è la crisi; che nel mirino della speculazione internazionale c’è l’Italia; che i conti dello Stato sono in rosso. Ecco quindi servita in tavola una manovra da quasi 25 miliardi.
Sintetizza Maurizio Belpietro direttore di Libero: “Silvio tira la cinghia”. Un titolo che fa pandan con quello del Corriere.it sulla famiglia Briatore dopo che i finanzieri gli hanno sequestrato il panfilo: “Gregoraci preoccupata: Nathan Falco soffre lontano dallo yacht”. Anche i ricchi piangono, insomma. Figuriamoci quelli che ricchi non sono di fronte ai tagli del governo. Il super ministro dell’Economia avrebbe anche potuto citare Lorenzo il Magnifico: -Chi vuol esser lieto sia, del doman non c’è
certezza-. L’ultima stangata targata Tremonti rischia di soffocare sul nascere anche quel barlume di ripresa che c’è stato negli ultimi tre mesi. In una parola, depressione. Già di primo pomeriggio arriva la notizia che la giornata di Silvio Berlusconi si concluderà con una cena di lavoro insieme al fidato Tremonti, a Gianni Letta, al fraterno amico e strategico alleato Umberto Bossi. Una volta approvata la manovra in Consiglio dei ministri, ci sarà da decidere una strategia di comunicazione adeguata per non finire al primo posto nella hit parade dell’impopolarità. Insomma ci sarà bisogno del mago Silvio al meglio delle sue potenzialità, con l’aiuto - va da sé - di tutte le sue televisioni. Che sono tante.
A giudicare dal risultato dei primi incontri fra Tremonti, enti locali e parti sociali, anche per l’abile mago Silvio far digerire la manovra agli italiani non sarà un compito facile. «Questa non è una finanziaria qualsiasi. Dobbiamo gestirla tutti insieme», dice il ministro. La
parola d’ordine di via XX settembre è: «Evitare il rischio Grecia». Lo dice anche Gianni Letta. Ma il governo deve fare i conti con l’appello del presidente Napolitano che ha chiesto misure eque e condivise. Un altro problema da risolvere per palazzo Chigi. Un punto sostanziale, che secondo il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani non è assolutamente rispettato: -Il grosso dei sacrifici lo si chiede sempre ai lavoratori, pubblici e privati e non c’e alcuna misura di sostegno a occupazione e investimenti: un reddito da un milione di euro non viene toccato, ma un lavoratore pubblico che guadagna 1.500 euro sì, così come un lavoratore privato che deve andare in pensione-. Dure sulla manovra le prese di posizione del segretario Pd Pierluigi Bersani (-La favola è finita-), del leader dell’Idv Antonio Di Pietro (-Berlusconi deve andare a casa-) e del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani: -È una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare-. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, è ancor più netto: -È sempre più evidente come la speculazione finanziaria venga usata come spauracchio per giustificare una manovra di massacro sociale-.
Sulla manovra c’è da registrare il silenzio dell’Udc e l’atteggiamento critico della piccola pattuglia finiana del Pdl. Sul primo punto colpisce la bocca cucita di Pierferdinando Casini, che però è sempre pronto a rispolverare il democristiano senso di unità per il bene del paese ed ha appena fondato il Partito della nazione. Un nome un progetto politico. Quanto ai secondi, prima di esprimere un giudizio politico i finiani vogliono leggere con attenzione la manovra economica 2011-2012 messa a punto da Tremonti. Molti parlamentari ex di An, infatti, invitano il titolare di via XX settembre a spiegare anche a deputati e senatori le cifre e le misure contenute nella correzione dei conti pubblici preparata dal governo. Dice Carmelo
Briguglio, vicepresidente del Pdl a Montecitorio e tra gli uomini più vicini al presidente della Camera: -Tremonti deve illustrare la manovra economica ai parlamentari i quali, in nome e per conto del governo, dovranno a loro volta metterci la faccia e spiegarla a famiglie e imprese-. Non è una dichiarazione di guerra, ma nemmeno di incondizionata fiducia nelle virtù taumaturgiche di Tremonti. Va da sé che, la Lega, la pensa all’opposto dei finiani. «Abbiamo piena fiducia in Tremonti», dice Bossi. Infatti il senatur è invitato a cena dal premier, Italo Bocchino invece no. Come dolce ci sono un centinaio di pagine e cioè i 22 articoli della manovra. Con condoni assortiti e blocchi degli stipendi del settore pubblico. Chi porterà il digestivo?