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PUGLIA e l’ EOLICO OFF-SHORE |
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Jenny Varlotta
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Dopo varie battaglie fatte da Di Pietro perché parchi eolici off-shore non vengano realizzati,c’ha pensato proprio Lorenzo Nicastro ( ex pm salito alle regionali proprio per l’ltalia dei valori),assessore all’ecologia della regione Puglia, ad annunciare, poco meno di un mese fa , il via libera da parte del Comitato regionale Valutazione Impatto Ambientale (Via) al primo parco eolico offshore della Puglia. Proposta della Blue H,società che in Italia lavora attraverso Sky Saver di Santeramo in Colle. Il progetto,sarebbe dovuto andare in produzione nel 2012 , prevede a largo delle acque di Tricase ,nel bel mezzo del Canale di Otranto, in Salento, 24 pale per un totale di circa 90 MW a una distanza di venti km dalla costa,installate su una piattaforma galleggiante a 108 metri di profondità. Il suo “modico” costo è di 162 milioni di euro. Secondo la Corte Costituzionale non spetterebbe però alle regioni valutare l’impatto ambientale per mancanza di competenze. Per la Consulta quindi l’atto va annullato,ma solo in parte: la bocciatura non riguarda tutti gli impianti eolici off-shore,riguarda solo quelli che hanno presentato una data ufficiale dell’inizio dei progetti,quindi quello di Tricase. (“Legge che arriva in concomitanza ai sospetti d’infiltrazioni criminali negli appalti eolici.”) La richiesta della società Ecopowernet Srl di Varese prevede la concessione marittima della durata di 50 anni dei comuni di Vico del Gargano,Rodi Garganico e Peschici e prevede l’istallazione di 46 aerogeneratori a soli tre miglia nautiche dalla costa. Altri impianti off-shore dovrebbero sorgere a Taranto , a Manfredonia ,a Brindisi, a Chieuti e nelle Isole Tremiti. Per Manfredonia le turbine saranno 100 da 3 megawatt a circa 8 km dalla costa, mentre per Chieuti sono in cantiere altre 50 turbine da 3 megawatt. Di sicuro questi progetti arricchiranno qualcuno … E a questo proposito il riferimento all’ecomafia non è casuale. Secondo la regione non c’è nessun impatto ambientale e "le turbine non interferirebbero con le rotte migratorie degli uccelli".Invece “in uno studio condotto in California ribadiscono il contrario, si è verificato che il 38% della mortalità dell’aquila reale sia dovuto proprio all’impatto con le turbine eoliche.” Rapaci così rari difficilmente potrebbero sopravvivere in luoghi interessati da impianti eolici. Il rischio di collisione con le pale sarebbe ancora più elevato per gli uccelli migratori. E’ proprio in luoghi come il Salento dove gli uccelli migratori approdano ma dove poi saranno dilaniati dalle pale d’acciaio.“E’ un attentato per l’avifauna”, di questo parere sono Italia Nostra del Salento e il coordinamento civico locale.” Anche il comitato per la tutela del mare del Gargano esprime la propria contrarietà per il parco eolico off-shore. Parchi che sarebbero infatti incompatibili con l’attività turistica,principale fonte di ricchezza per il Gargano,parchi che sarebbero un grosso freno sia per la pesca che per il suo ambiente naturale,sott’acqua gli ancoraggi sarebbero una minaccia per i cetacei”.Un altro business a discapito dell’ambiente. Gli interessi imprenditoriali non sono pochi. La Procura ha aperto dei fascicoli per ipotesi di reato di associazione mafiosa contro la Pubblica amministrazione e l’ambiente,fascicoli che riguardano anche l’erogazione dei finanziamenti pubblici. Non possiamo nasconderci sempre dietro il Protocollo di Kyoto. L’energia sarà anche pulita ma il danaro è sporco! E’ proprio il caso di dire,citando il titolo di un inchiesta di Fabrizio Gatti dell’Espresso, “Vento di mafia”. |
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