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Pennello e vernice spray
La Resistenza si fa anche così |
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Valerio Venturi
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Muro contro muro. Ovvero le ragioni del non-dialogo. E mentre si celebra la caduta del muro di Berlino, che separava est e ovest del mondo, nuovi separatori di cemento si ereggono e reggono nonostante ogni opposizione libertaria. Succede in Medioriente, a Gerusalemme, città santa martoriata dagli uomini; succede ovunque prevalga nei governanti la visione del divide et impera di romana memoria. Vecchia questione: la storia insegna o, piuttosto, la memoria è corta e non impariamo mai dagli sbagli? Partendo da questi interrogativi e con spirito anglo-naif, il creativo William Parry prova a raccontare la sua esperienza in Palestina: la situazione dei territori occupati illegalmente da Israele secondo lui, è tutta in Contro il Muro - L’arte della resistenza, curioso insieme di parole e immagini edito da Isbn Edizioni (traduzione di Francesca Novajra, pp. 192, euro 23), nelle librerie dall’8 di luglio. Due giorni dopo l’incontro "riparatore" tra Barack Obama e Benjamin Netannyahu per rilanciare il processo di pace, Parry esce attualissimo come il cacio sui maccheroni. Giornalista e fotografo freelance londinese - ha pubblicato con The Guardian e The Independent - Parry conosce bene il Medio Oriente. Nel saggio fotografico pubblicato da Isbn - editore che sceglie bene gli stranieri da pubblicare - descrive la vita quotidiana della popolazione palestinese attraverso brevi racconti, efficacissimi, e immagini. Per l’edificato e l’embargo, l’accesso al lavoro e alle cure mediche per chi abita nei territori occupati è durissimo. Ci sono difficoltà di educazione e nelle relazioni personali: la situazione di diffusa indigenza, gli innumerevoli posti di blocco, uccidono spesso le prospettive dei più ottimisti, che si sentono abbandonati o sotto assedio. Non a caso, anche Parry è accolto a sassate, quando arriva in Gerusalemme, quando decide di avvicinarsi al muro, di lasciare traccia, di fotografare i graffiti che il popolo o gli artisti hanno fatto per colorare un grigio simbolo di separazione. Questo accade all’inizio; poi le cose cambiano: i bambini che lo guardano con sospetto e che misero in opera la sassaiola per imitazione d’atti muscolari, diventano garzoni di bottega desiderosi di fare e di imparare. L’anglosassone, deciso più che mai a testimoniare la validità dell’arte nobilitante dell’arte - con un pennello, con una penna, con la musica si cambia il mondo - suggerisce che le barricate non possono reggere, perchè la cultura è più forte della politica e propedeutica ad essa. I palestinesi sono un popolo combattente, che cerca di tenere alta la testa nonostante una profonda ingiustizia subita quotidianamente. E così il muro eretto da Israele per ghettizzare gli arabi, legittimi abitanti della loro terra, diventa una "tela vivente" di messaggi resistenti e solidali. Attraverso il lavoro di artisti e attivisti palestinesi e di artisti internazionali come Bansky, Ron English, Blu e molti altri, fotogratato in questo libro, diviene un racconto completo, onesto e commuovente: una storia di rabbia e di riscatto, di evasione e volontà di cambiamento. Molti vip hanno promosso senza appello il lavoro documentario di Parry. Ken Loach: «Lo spirito di resistenza dei palestinesi è forte, ma c’è bisogno di supporto internazionale. Spero che questo libro possa renderlo possibile». Joe Sacco: «Oltre il Muro è uno splendido saggio fotografico. Scorrendo le pagine, ho potuto capire gli effetti dell’occupazione sul popolo palestinese». Ultima benedizione da Damon Albarn, genialozzo dei Blur e Gorillaz: «Alla fine anche questo libro aiuterà a tirare giù il Muro…». Sembrano le speranze che avevai Roger Waters, che inveiva contro i muri della sua vita privata e contro quello di Berlino, la cui caduta celebrò. Potremmo considerarlo di buon auspicio: chissà, magari la questione israelo-palestinese sarà risolta in modo pacifico prima della fine della nostra storia. |
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