Vendola è così forte che Tremonti gli dà una bastonata
 











Gli ultimi sondaggi danno addirittura il governatore pugliese, Nichi Vendola, in testa alla classifica dei possibili candidati premier del centrosinistra. Una forza dirompente che non preoccupa soltanto Bersani, ma evidentemente anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Non a caso il Cavaliere ha deciso di bacchettare il leader di Sel attraverso il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
"Giovedì abbiamo dato al presidente della Regione Puglia un messaggio di serieta’ molto chiaro. Prima vengono i numeri, poi se vuole fa politica, ma se vuole fare una politica che trasformi la Puglia nella nuova Grecia, questo non sara’ consentito da questo governo". Giulio Tremonti sintetizza cosi’ il messaggio "forte e chiaro" indirizzato da Palazzo Chigi a Nichi Vendola.
La Puglia, avverte il ministro dell’Economia, "e’ su una via pericolosa, di amministrazione non responsabile e non vogliamo - scandisce - che con quella legislazione che segue
una logica non responsabile, la Puglia finisca come la Grecia". Una deriva, vista dal governo, le cui conseguenze "poi le pagano i pugliesi, e gli altri citadini". "Non credo - aggiunge Tremonti - che la Puglia sia il luogo per esperimenti rivoluzionari. Siamo convinti che in questa fase storica, per il bene dei cittadini, prima vengono i numeri e poi la politica e non la politica prima e a prescindere dai numeri".
Tremonti si richiama al comunicato di ieri per ricordare che "ieri abbiamo avuto uno scambio di idee e di documenti con la presidenza della Regione Puglia. Alla fine, la giornata si e’ chiusa con un comunicato del governo che riaprira’ i termini per il trasferimento dei fondi pubblici europei a condizione - sottolinea - del riallineamento della legislazione regionale a quella nazionale".
Tremonti, al termine del Consiglio dei ministri, spiega che "questo significa una cosa molto semplice", cioe’ l’allarme Grecia e l’altola’ a Vendola: "Non credo che la Puglia sia il
luogo per esperimenti rivoluzionari. Non accettermo lo sviluppo di una politica di quel tipo".
Immediata la risposta del governatore pugliese. Il paragone che ha fatto il ministro Tremonti ha fatto con la Grecia e’ del tutto fuori luogo, perche’ l’unico atto in stile greco che e’ stato firmato in Puglia e’ il "Bond" con la banca d’affari americana Meryl linch, firmato da Rocco Palese e, secondo le dichiarazioni di Rocco Palese al pubblico ministero, coperto dal ministro Tremonti". Così Nichi Vendola nel corso di una conferenza stampa su quanto accaduto ieri a proposito della mancata firma da parte del ministro Tremonti al Piano di Rientro sanitario. Secondo Vendola, "un atto che ha prodotto un ipotesi di danno erariale tra i 25 e i 100 milioni di euro e che oggi e’ oggetto dell’attivita’ investigativa della Corte dei Conti. Questo e’ l’unico atto greco che e’ stato fatto in Puglia: e’ un atto greco tutto Pdl".
"Cosa c’entra - si e’ chiesto il presidente - il paragone con la
Grecia? Lo sa il ministro Tremonti che noi siamo, secondo molteplici parametri, tra le 5 Regioni piu’ virtuose d’Italia, che abbiamo ridotto in maniera considerevole, con percentuali straordinarie, di ogni anno, lo stock del debito della Regione; lo sa che abbiamo diminuito in maniera considerevole le spese per il personale migliorando l’efficienza, lo sa - ha detto ancora - che siamo la Regione che ha i piu’ bassi costi per l’alimentazione della macchina pubblica e della cosiddetta politica. Allora di che parla Tremonti, che c’entra la Grecia con la Puglia, perche’ parla di Grecia quando parla di puglia e non quando parla di Campania o di Molise o di Calabria".
"In questo caso, a differenza di quello che dice Tremonti, non e’ vero che i numeri vengono prima della politica, la poltica viene prima dei numeri, perche’, se Tremonti avesse la pazienza di leggere i numeri, oggi dovrebbe chiedere scusa alla Puglia e rapidamente firmare quel decreto che consentira’ a noi - ha spiegato
Vendola - di non vederci sottrarre 500 milioni di euro, sarebbe l’ennessimo scippo, ma a quetso scippo noi reagiremmo con una mobilitazione sociale e democratica senza precedenti". "Io ero li’ -ha detto ancora parlando di ieri pomeriggio - non c’era il ministro Tremonti, quindi tocca al Governo sanare questo che e’ un vulnus senza precedenti nella storia delle relazioni tra organi costituzionali, tra poteri dello Stato. Io c’ero e firmavo il Piano di Rientro del Governo, il Governo non l’ha sottoscritto e tocca a loro, ovviamente -ha concluso - riaprire con un decreto legge i termini per poter consentire poi di sottoscrivere un Piano di rientro".affaritaliani.it