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Berlusconi alla ricerca di visibilità |
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Rosario Amico Roxas
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La tournée italiana di Gheddafi non merita l’attenzione che le è stata dedicata, ovviamente, dai media di regime; si è trattato della parte terminale di un gioco pirotecnico, quando, terminate le esplosioni multicolori, nella parte finale vengono esplosi gli ultimi "botti" più per farre scena che per convincere della bontà dello spettacolo. Il berlusconismo ha "sparato" tutte le apparenze di cui disponeva, sono rimasti solo i "botti" finali, per far credere di esistere ancora. Così si è rivolto ad uno dei pochissimi che gli danno credito, ma solo per ricevere il credito internazionale perduto da tempo. Il cavaliere cerca consensi, applausi, condivisioni, proprio quando i suoi più fedeli cercano di fargli capire che .la ricreazione è finita" e dovrebbe solo abbandonare la scena, magari barattando un "gran rifiuto" con una perdonanza che gli salvi una parte del malloppo e gli consenta di mantenere i ritmi di vita consueti, excort e minorenni comprese. Anche il Milan fa parte del suo gioco d’immagine, teso a recuperare il tifo e i voti dei tifosi, con sepse folli, almeno apparentemente; insisto "apparentemente" perché anche queste spese calcistiche andranno sul conto di Pantalone. La squadra del cavaliere ha, infatti, ha ricevuto finanziamenti milionario dal facoltoso sceicco Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, che è anche vice-presidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, ed è quindi un interlocutore politico del nostro governo oltre che uno dei principali clienti di Finmeccanica in quanto ad acquisto di armi italiane. Insomma Al Maktoun ha sponsorizzato con una cifra esorbitante, 75 milioni di euro in cinque anni, la squadra del presidente di un governo con cui la casa reale di Dubai tratta un certo tipo di affari delicati. A questo punto è necessaria una ricostruzione cronologica, in gran parte già descritta da Luigi Grimaldi, ma passata, quasi, sotto silenzio.
Eccone una parte, molto interessante: 10 agosto 2007. L’Abu Dhabi Investment Authority (Mubadala Development), il principale fondo degli Emirati Arabi Uniti, diviene proprietario del2,04% del capitale di Mediaset, la cassaforte dell’impero Berlusconi e, secondo alcuni analisti economici, punterebbe a rastrellare in breve un altro 3%, arrivando al cinque. Tra giugno e ottobre 2009. Camera e senato approvano il disegno di legge che ratifica l’accordo di "cooperazione nel settore della sicurezza" firmato sei anni prima dall’allora ministro della difesa del governo Berlusconi Antonio Martino, dal principe ereditario di Dubai e dall’allora ministro della difesa degli E.A.U., sceicco Mohamed Bin Rashid Al Maktoum, che oggi, oltre ad essere il nuovo sponsor del Milan è anche il primo ministro degli emirati Arabi Uniti. Si arriva allo scorso maggio quando i giornali cominciano a pubblicare notizie secondo cui Silvio Berlusconi "sembra si sia convinto a fare entrare capitali stranieri nel Milan" per accontentare quanti nella sua famiglia non vedono di buon occhio ingenti esborsi destinati al calcio. Capitali, come riporta la Gazzetta dello Sport, degli EmiratiArabi Uniti, attraverso l’Adug (la Abu Dhabi United Group di Mohamed bin Rashid Al Maktoum, emiro del Dubai, primo ministro e vicepresidente degli Emirati Arabi) "per l’acquisizione del 35 percento delle quote" del club rossonero. Il Milan smentisce ma, a gennaio, la squadra va in ritiro a Dubai. Fatto sta che dalle parti del primo ministro Al Maktoun pare apprezzino davvero il made in Italy. Al punto che il Milan magari non se lo comprano, preferendo sponsorizzarlo, mentre fanno letteralmente la spesa nelle basi della nostra Aeronautica militare. Non solo pensando alle guerre prossime venture ma anche alla pattuglia acrobatica. Dopo il Milan le Frecce Tricolori? E’ notizia dello scorso 19 luglio: gli MB.339 Aermacchi doteranno, dopo la nostra, una seconda pattuglia acrobatica, quella degli Emirati Arabi Uniti. L’operazione prevede un ruolo anche per l’Aeronautica Militare, che fornirà l’addestramento dei piloti acrobatici emiratini alcuni dei quali sono già arrivati presso la base di Rivolto (Udine), sede delle Frecce Tricolori. Si scopre così che la pattuglia acrobatica degli emirati ha molte ambizioni, ma non ancora gli aerei MB.339 Aermacchi. Va detto che a somiglianza delle Frecce Tricolori, la pattuglia Al Fursan ("I cavalieri") messa su dallo sponsor del Milan, intende volare con dieci macchine anche se ne ha solo sei, di cui solo quattro in piena efficienza. Problema risolto all’istante perché l’Italia decide sui due piedi di privarsi di quattro MB.339 già utilizzati dal 61° Stormo di Lecce che vengono prontamente trasportati a Vengono per una revisione generale e trasformazione da parte di Alenia Aermacchi prima di proseguire per Rivolto. Gli interventi sugli altri sei aerei, ordinati in precedenza da Dubai, e oggi in linea di volo con gli EAU, vengono così effettuati da un team Aermacchi direttamente presso l’utilizzatore. Il valore complessivo dell’operazione, che riguarda aerei e servizi in gran parte della Aereonautica militare italiana,avrebbe dovuto aggirarsi sui 160 milioni di euro e invece è una miseria: appena una trentina di milioni di euro, meno di un quinto del valore di mercato, con un risparmio pari al doppio della sponsorizzazione concessa alla squadra calcistica di Berlusconi.
Ecco da dove provengono i milioni di sponsorizzazione al Milan. Ora è il turno di Gheddafi, in attesa di ulteriore esibizione di Putin.
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