Divisi alla pace
 











-Israele non permetterà che l’uccisione di quattro suoi cittadini resti impunita, ma l’accaduto non produce alcun cambiamento nell’avvio dei negoziati di pace diretti a Washington- .
È il primo commento che arriva dalla delegazione israeliana arrivata negli Stati Uniti nelle scorse ore, dopo l’uccisione dei coloni avvenuta nei pressi dell’insediamento di Kiryat Arba, in Cisgiordania rivendicato dalle Brigate al-Qassam. -Non permetteremo che lo spargimento di sangue di civili israeliani resti impunito, troveremo gli assassini, puniremo i loro mandanti-, ha commentato il premier Benjamin Netanyahu poco dopo il suo arrivo nella capitale Usa, dove ha incontrato il segretario di Stato Hillary Clinton. «Nel corso dei negoziati chiederemo misure di sicurezza destinate prevenire questi omicidi», ha aggiunto.
Anche l’Autorità nazionale palestinese ha fatto ieri sentire la sua voce, spiegando come l’Anp -si opponga agli attacchi contro i civili di
entrambe le parti, sia israeliani che palestinesi-. Con queste parole il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha commentato l’uccisione dei quattro civili israeliani. -Questi gesti hanno l’unico obiettivo di ostacolare il processo diplomatico-, ha aggiunto Abbas, arrivato anch’egli a Washington per l’avvio dei negoziati di pace diretti insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Diverse decine di membri di Hamas sono stati arrestati la scorsa notte dai servizi di sicurezza dell’Anp nella zona di Hebron. Secondo la radio militare israeliana fra gli arrestati è inclusa una figura di spicco di Hamas: lo sceicco Nayef Rajub, che nei giorni scorsi era già stato al centro di un incidente con l’Autorità nazionale palestinese. Il movimento dei coloni ha annunciato che reagirà all’ attentato dando il via alla costruzione di nuovi edifici in tutta la Cisgiordania. -Loro ci uccidono - ha detto Dany Dayan, un dirigente del movimento dei coloni - e noi costruiamo». La decisione di aprire
nuovi cantieri in tutti gli insediamenti si scontra con la decisione del governo di Benyamin Netanyahu di osservare una moratoria di dieci mesi nell’avvio di nuovi progetti edili ebraici in Cisgiordania: una moratoria che, se non sarà estesa, terminerà il 26 settembre. Nel frattempo i servizi di sicurezza israeliani temono che altri attentati palestinesi possano verificarsi nei prossimi giorni, in concomitanza con l’avvio a Washington di negoziati diretti di pace israelo-palestinesi. Di conseguenza lo stato di allerta è stato elevato.
Proprio la questione delle colonie israeliane in Cisgiordania sarà uno dei primi nodi da sciogliere nei negoziati, visto che il congelamento delle nuove costruzioni scade il 26 settembre e l’Anp chiede un suo rinnovo. Intanto gli Usa stanno cercando di lanciare negoziati di pace anche tra Israele da un lato e Siria e Libano dall’altro. Lo ha detto l’inviato speciale americano per il Medio Oriente, George Mitchell. Intanto dal fronte israeliano
arrivano aperture su Gerusalemme. Il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha affermato che nel contesto di un accordo definitivo sarà necessario spartire la città di Gerusalemme secondo linee di carattere demografico. -Gerusalemme Ovest nonchè 12 rioni ebraici edificati a Est dove abitano 200 mila ebrei, saranno nostri- ha detto Barak al quotidiano Haaretz. -I rioni arabi di Gerusalemme Est, dove vivono quasi 250 mila palestinesi, saranno loro. Per la Città Vecchia, il Monte degli Ulivi (dove si stende un vasto cimitero ebraico, ndr) e la Città di Davide (il rione palestinese di Silwan, ndr) sarà necessario definire uno statuto speciale e accorgimenti concordati-.