Consultori, Bonino: la legge regionale Tarzia è da combattere a livello nazionale
 











On. Emma Bonino

I partiti dell’opposizione Idv, Pd e Sinistra ecologia e libertà promettono battaglia contro la legge ragionale Tarzia per la riforma dei consultori familiari. Oggi in Commissione presenteranno una ’questione pregiudiziale di costituzionalità’. Tra le altre cose la legge introduce la tutela del ’figlio concepito’, tema che esula dalla competenza legislativa regionale, e propone finanziamenti a strutture private che riconoscano il diritto di assistenza solo a coppie unite nel matrimonio. Emma Bonino, vice presidente del Senato, incita a una mobilitazione nazionale «al di là di schieramenti politici» anche perché certa che «la proposta regionale non sia altro che un test per il nazionale».
E’ battaglia sulla proposta di legge regionale dalla consigliera del Pdl Olimpia Tarzia nel Lazio. Da un’attenta lettura del testo emerge infatti che la legge prevederebbe un rovesciamento di alcuni assunti fondamentali previsti dalla Costituzione come ad esempio
il fatto che l’assistenza sarebbe rivolta soltanto a coppie sposate e si privilegia la tutela del ’figlio concepito’ in contro tendenza con qualto previsto dalla legge nazionale 194 che pone la salute della madre al centro dell’azione regolatrice. Oggi i consiglieri regionali del centrosinistra - Luigi Nieri (Sel), Giulia Rodano (Idv), Rocco Berardo (Radicali), Tonino D’Annibale (Pd) e Giuseppe Celli (Lista Civica) presenteranno in Commissione una ’questione pregiudiziale di incostituzionalità’ con l’obiettivo di ritardare quanto più possibile la discussione della legge.
Tre i punti fondamentali messi in evidenza dalle opposizioni, primo tra tutti il fatto che la proposta di legge prevede la tutela del ’figlio concepito’, una competenza che esorbita dalla legislazione regionale e che mette al centro la figura del feto e non quella della donna riconosciuta nella legge 194. Inoltre la legge Tarzia prevederebbe la tutela della famiglia solo se unita nel matrimonio e infine violerebbe
l’articolo 117 della Costituzione rispetto al principio di non ingerenza nella vita privata e familiare in quanto i consultori privati avrebbero la possibilità di intervenire più volte sulla scelta della donna con mezzi persecutori.
Emma Bonino, vice presidente del Senato, insieme ai partiti dell’opposizione e alle associazioni già mobilitate dal 1 settembre, chiama a raccolta tutti i cittadini «indipendentemente dalle scelte politiche e anche da come la pensano, perchè questa è una battaglia per l’autodeteminazione». Come è stato per il divorzio e l’aborto a suo tempo, ricorda la leader radicale, «i cattolici che ci hanno appoggiato allora non la pensavano come noi ma dicevano, io non divorzierò ma non impedirò a te di risolvere un problema». Se il testo non verrà fermato entro fine ottobre, al massimo primi di novembre ci sarà una grande mobilitazione nazionale anche perchè: «La legge è un test nazionale - continua la Bonino -. Sono convinta che il convegno organizzato a luglio da
Polverini, Formigoni e Cota dava l’avvio a questa stagione».
La strategia politica è comunque quella di sommergere il consigio di emendamenti e audizioni in modo da non permettere al testo di arrivare nemmeno nella fase di discussione in Consiglio. Ad ogni riunione di commissione ogni gruppo presenterà un rafforzativo della legge esistente. Nel frattempo l’ufficio legislativo della Regione Lazio e il Consiglio provinciale hanno espresso parere negativo bocciando la legge Tarzia. Contro la proposta anche le la Provincia di Frosinone e il Comune di Latina entrambe amministrate dal centro destra. sara sartori - ami