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Sfida alla Polverini: «Ma quale ripresa» |
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Daniele Nalbone
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Mettiamo in crisi la crisi. Solo così, secondo il gruppo regionale del Lazio della Federazione della Sinistra -è possibile attivare una nuova pianificazione e interventi pubblici che mettano un freno alla drammatica situazione in cui versa la nostra regione-. Ma per mettere "in crisi la crisi" -è necessario capovolgere l’impostazione di fondo delle politiche della giunta Polverini- hanno spiegato ieri in conferenza stampa i consiglieri Ivano Peduzzi e Fabio Nobile -partendo dalla constatazione del fallimento del mercato e del liberismo-. Che la giunta Polverini sia in cattive acque è ormai assodato, tanto che ieri i vertici del Pdl, il sindaco Alemanno, i capigruppi alla Camera, Fabrizio Cicchitto, e al Senato, Maurizio Gasparri, e il coordinatore romano del partito, Gianni Sammarco, hanno convocato la Presidente per chiarire la situazione, tutta interna alla maggioranza, delle nomine nei posti che contano, dal Cotral all’Ater, da Sviluppo Lazio alle Asl. Al centro della discussione la troppa "indipendenza" da parte della Polverini, e la poca "complicità" con i vertici politici, nella scelta delle persone a cui affidare le importanti poltrone. Quello delle nomine è per l’ennesima volta il segno della situazione di stallo in cui versa la Regione Lazio. Uno scenario che sta, di fatto, acuendo una situazione già insostenibile a causa della crisi economica. Ad oggi, i dati sull’occupazione sono inequivocabili. Alcuni esempi: oltre 100mila cassa integrazioni e mobilità; 205mila disoccupati e un tasso di disoccupazione femminile del 9,7% a fronte di una media nazionale del 8,5%. Eppure, tra convegni e conferenze, la governatrice Polverini continua a parlare di ripresa. -Una ripresa - sottolineano Peduzzi e Nobile - che non ha creato posti di lavoro e va estendendo precarietà e insicurezza-. Ecco allora che per uscire da questa crisi la FdS ha messo insieme una serie di proposte. Da un lato per intervenire direttamente sull’emergenza nell’immediato; dall’altro per rilanciare l’occupazione nel medio periodo. Primo: garantire il rinnovo degli ammortizzatori sociali in scadenza al 31 dicembre 2010 e il rafforzamento della legge sul reddito minimo garantito istituita nella precedente legislatura e che, in soli quattro mesi, dal settembre al dicembre del 2009, ha visto la presentazione di oltre centomila domande per il contributo. -A tal fine - hanno sottolineano i consiglieri - è necessario incrementare il fondo per il reddito minimo garantito come mezzo di sostegno al drammatico impoverimento che sta colpendo le famiglie-. Quindi, seconda proposta, proprio per fronteggiare subito la situazione di crisi, istituire l’Isee "puntuale" basato cioè non sul reddito percepito nell’anno precedente ma sulla situazione attuale di chi richiede l’accesso a prestazioni o servizi. E ancora: prevedere forme di sostegno all’occupazione attraverso l’applicazione e il controllo della legge regionale (n.16/2007) sull’emersione e il lavoro nero. -A tal proposito presenteremo un’interrogazione aggiuntiva e un apposito disegno di legge mirato a contrastare le delocalizzazione e a favorire le riconversioni di imprese in crisi con il sostegno e la partecipazione pubblica all’autogestione collettiva e partecipata-. Non solo. Contro il tentativo di smantellamento della sanità pubblica portato avanti dall’attuale Giunta regionale, arrivano proposte per fermare lo spreco di risorse, per l’internalizzazione di servizi come l’assistenza ai disabili -che, ogni anno, sottrae milioni di euro alle casse pubbliche-. Per non parlare del dramma in cui si trova una serie di "centralità" lavorative, da Civitacastellana (Viterbo), importante centro ceramico, all’aeroporto di Fiumicino dove sono ancora devastanti gli "effetti Alitalia": dalla Fds arriva il progetto per un riesame dei distretti industriali in cui ricerca, innovazione e formazione permanente -devono essere gli assi di una crescita rispettosa delle vocazioni territoriali-. E per rimpinguare le casse pubbliche, -tagliare immediatamente sprechi, inefficienze e privilegi partendo dal ridimensionamento economico dei consiglieri regionali e dei loro vitalizi che porterebbero a un risparmio di dieci milioni di euro l’anno-. Quindi, una volta tamponata l’emorragia creata dalla crisi, -bisognerà pianificare un sistema di mobilità a livello regionale; bloccare le grandi opere annunciate, dall’autostrada Roma-Latina all’aeroporto di Viterbo; sostenere concretamente la proposta di legge di iniziativa popolare per garantire il diritto all’abitare; ripensare a un piano rifiuti incentrato sulla raccolta differenziata e non sull’incenerimento-. Parole e proposte forti, destinate purtroppo a cadere nel vuoto di un’aula consiliare, quella della Regione Lazio, da tempo tristemente deserta. |
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