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-Siamo un partito non un sindacato- |
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’’Non voglio che passi l’idea che il Pd stia con questo o con quello. Noi siamo un partito non un sindacato’’: e’ quanto sottolinea il segretario del Pd Pierluigi Bersani nella replica conclusiva all’assemblea del partito. Il segretario esprime solidarieta’ a Bonanni e alla Cisl (’’Non sono tollerabili aggressioni’’), ma con altrettanta nettezza spiega come il Partito democratico non si identifichi in alcuna sigla sindacale. - "Siamo pronti ad un governo di transizione che cambi la legge elettorale e affinché si possa andare a elezioni, guardando avanti e non traccheggiando. Per questo ci dobbiamo rivolgere a tutte le forze interessate a mettere in sicurezza la democrazia italiana": è uno del passaggio più significativi della replica di Pierluigi Bersani. L’attuale legge, ha spiegato Bersani, "consente con il 35% dei voti di prendersi tutto, compresa la maggioranza della Camere riunite per procedere all’elezione del capo dello Stato". "Quando facciamo troppo i sofisti - ha proseguito - non facciamo capire la possibile posta in gioco. Se diffondiamo l’idea che invece di queste preoccupazioni c’é l’invincibile voglia di inciucio, facciamo solo dei danni". Dopo aver spiegato la sua proposta di un breve governo di transizione per modificare i meccanismi elettorali, Bersani ha precisato: "Proporre un’alleanza per la democrazia significa promuovere un’alleanza con chi vuole tutelare le regole, e questa si fa con tutti quelli che ci vogliono stare". - "Se ci siano Dossier in giro non lo so, però c’é paura in giro; io no, ma c’é paura in giro, non solo a Roma, una paura che scende giù per li rami". Lo ha detto Pier Luigi Bersani. - "Non è vero che siamo stranieri al nord. Abbiamo delle responsabilità ma il sogno e il progetto di Bossi e Berlusconi sono falliti". E’ l’opinione espressa dal segretario del Pd Pierluigi Bersani in sede di replica finale all’assemblea del Pd. Un passaggio delicato, quello sulle questioni del nord che Bersani ha inquadrato cosi: "Il nord è stato tradito così come l’intera Italia è stata tradita. Il sogno di liberare l’energia del nord affinché si liberasse l’intero paese è fallito. Questo è stato un danno enorme per l’Itali che si è mano mano allontanata dai grandi processi di modernizzazione". Nonostante il fatto che il nord sia stato "tradito" da Berlusconi e dalla Lega, ha sottolineato Bersani, è pur vero che "il centrodestra trattiene ancora molto consenso, anche se c’é una fase critica, con un travaso da Berlusconi alla Lega. La Lega - ha proseguito - sta attaccata allo zio per strappargli l’eredità, e non vuole badanti di mezzo, ma ora che arriva Fini ci saranno dei problemi". La critica di Bersani si è poi concentrata sulla Lega, nata come "partito popolare, democratico e radicale che disturbava anche noi non poco. Poi - ha proseguito - ha virato in una fase populista" sfruttando le paure generate dal fenomeno dell’immigrazione. "La Lega, come Berlusconi - ha detto ancora - usa il meccanismo dei simboli e dei miracoli. Tanto un rom da cacciare ci sta sempre, una moschea da bloccare ci sarà sempre, o un inno di Mameli su cui discutere. E così non deve rispondere sulle tasse che aumentano". "Il nord - ha aggiunto tra gli applausi Bersani - è stato preso in ostaggio da una ideologia e da un interesse politico che ti descrive il territorio come un tabernacolo delle sicurezze. Ma questo ti tiene fuori dal mondo - ha concluso - perché le opportunità non te le regalano se non ti prendi anche i problemi". - "Non siamo oltre Berlusconi. Siamo in un secondo tempo di Berlusconi, ed è la fase più pericolosa". Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. "Il berlusconismo - ha sostenuto Bersani - nasce come effetto sistemico, nasce come effetto del discredito della politica e il suo scopo è concludere nella crisi finale del discredito della politica, perché come dice Pasolini nell’Edipo Re, si nasce come si muore, e per lui vale il ’Muoia Sansone con tutti i filistei’". Bersani ha quindi parlato di un "secondo tempo di Berlusconi" come di una fase "pericolosa": "La promessa non c’é più, ma c’é la forza da usare. Innanzitutto - ha proseguito - la forza ideologica, poi c’é la forza economica e mediatica, e c’é anche un conformismo difficile da superare. Qualcuno ora comincia a lamentarsi e critica Berlusconi, ma aggiunge subito ’Si pero’, il Pd...’: c’é un terzismo nobile - ha concluso - ma c’é anche quello dei Don Abbondio e dei Sepolcri imbiancati". - "Quello di Tremonti e Bossi è un federalismo immaginario, senza cifre; è come quel maiale fatto tutto di prosciutto". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.Ansa |
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