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Rifiuti, falde acquifere compromesse nella discarica romana.
L’inquinamento arriva fino al mare |
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La rilevazione effettuata dall’Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) nella discarica dei rifiuti di Malagrotta a Roma, ha messo in luce una situazione drammatica. I dati riguardano il periodo che va dal febbraio al maggio 2010 e segnalano un inquinamento altissimo delle falde acquifere. L’Arpa ha registrato picchi altissimi di ferro, manganese, nichel ma anche di arsenico e benzene. Non manca neanche una sostanza tossica chiamata N-butylbenzensolfonamide che al momento non è inserita nelle tabelle dei composti nocivi. La discarica doveva essere chiusa già nel 2008 (video inchiesta dell’Ami), ma pochissimi giorni fa il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, ha paventato la possibilità che resti attiva fino al 2013. A questo hanno reagito i comitati di cittadini che, forti dei dati Arpa, spingono per la chiusura del siti prima che l’inquinamento, portato dai fiumi, arrivi inesorabilemnte fino al mare. Acque inquinate - «Siamo in disaccordo radicale con un’impostazione del genere che non riconosce l’emergenza ambientale del territorio che non riguarda solo l’area ma dell’intero litorale laziale». Questa la reazione del comitato contro la discarica di rifiuti di Malagrotta a Roma, dopo che il sindaco capitolino Gianni Alemanno ha ipotizzato che la discarica possa rimanere aperta fino al 2013. Ma soprattutto a pochi giorni di distanza dal monitoraggio effettuato dall’Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) che per il periodo febbraio-maggio 2010 ha rilevato un fortissimo inquinamento delle falde acquifere della zona. Inquinamento fino al mare - In realtà, secondo il presidente del comitato Sergio Apollonio, l’inquinamento arriva fino al mare perchè «il Rio Galeria, che per portata è il terzo fiume del Lazio, è inquinato aldilà di ogni tollerabilità, contaminando così anche il litorale poiché il Rio sfocia nel Tevere e dunque la massa di inquinamento arriva fino al mare». Una situazione, definita anche da Legambiente una vera bomba ambientale per Roma, dove il rischio ha fatto consigliare all’Arpa la messa in sicurezza del sito per interrompere subito la diffusione della contaminazione delle falde idriche. Sostanze nocive fuori norma - La mega discarica era stata già oggetto di polemiche per il suo grado di pericolosità tanto che si parlava di una sua chiusura già nel 2008, ma ora la situazione è talmente peggiorata che i dati forniti dall’Arpa sono da brividi. A sforare i livelli sono le percentuali di ferro (15.290 microgrammi/litro mentre il valore massimo consentito è di 200)), di manganese (con valori sino a 4.650 microgrammi/litro contro i 50 consentiti) e nichel (fino a 820 microgrammi/litro contro il limite di 20). Dati da brivido - A preoccupare ulteriormente è la quantità di arsenico e benzene che ha valori da record. Il livello massimo registrato nel primo caso è di 200 volte eccedente il limite mentre per quanto riguarda il benzene il picco è di 12 volte al disopra della norma che dovrebbe essere di 1 microgrammo/litro. Ma c’è di più perche, sempre secondo l’Arpa, non mancano tracce di una sostanza tossica chiamata N-butylbenzensolfonamide che al momento non è inserita nelle tabelle dei composti nocivi.alessandro fioroni-ami- |
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