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L’Acqua dai rubinetti rischio arsenico |
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Pullo M. Rosaria
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Il ministero della Salute sta avviando alle Regioni la comunicazione che abolisce la deroga che portava a 50 milligrammi per litro la concentrazione massima di arsenico nelle acque destinate al consumo. Ora, ha spiegato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, sarà necessario fare un piano con le Regioni. L’ordinanza di deroga era stata fatta, ha riferito il ministro, "perché si prevedeva che non ci fosse alcun parere negativo da parte della Comunità europea". Il limite, ha ancora ricordato il ministro, era fissato a 10 milligrammi per litro e l’ordinanza lo aveva portato a 50, ora la Comunità europea indica l’opportunità di non superare i 20 milligrammi. L’acqua all’arsenico nei rubinetti di 128 comuni italiani su un totale di circa 8.100 amministrazioni. La conferma ora arriva anche dalla commissione europea che con una decisione presa il 28 ottobre scorso ha negato per diversi comuni (128) del territorio nazionale la possibilità di chiedere ulteriori deroghe ai livelli di sostanze nocive. In particolare il diniego della Ue riguarda i limiti di arsenico. La situazione è particolarmente drammatica in 91 Comuni del Lazio tra le provincie di Roma, Viterbo e Latina, in 8 Comuni della Lombardia, e in 10 del Trentino- Alto Adige. Anche altri 19 comuni della Toscana mostrano acque contaminate. "I 128 comuni con un tasso troppo alto di arsenico nell’acqua non sono un problema che si può risolvere con un colpo di mano burocratico", afferma il senatore Franco Bruno di Alleanza per l’Italia, componente della Commissione Territorio, ambiente e beni ambientali, annunciando un’interrogazione parlamentare al ministero della Salute. In particolare per quanto riguarda l’arsenico, scrive la Commissione Ue, "occorre autorizzare unicamente deroghe per valori di arsenico fino a 20 microgrammi al litro". E spiega: "Le prove scientifiche nei documenti indicati in riferimento negli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, e nel parere del Comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali, consentono deroghe temporanee fino a 20 microgrammi il litro, mentre valori di 30, 40, 50 microgrammi il litro determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare talune forme di cancro". Tuttavia anche le deroghe autorizzate dovranno rispettare alcuni imperativi. In primo luogo, per quanto riguarda il consumo di acqua potabile da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni, l’Italia deve assicurare che la fornitura di acqua rispetti i valori dei parametri della direttiva Ue. Inoltre, le autorità italiane devono informare gli utenti sulle modalità per ridurre i rischi legati all’acqua potabile per la quale è stata concessa la deroga. Adesso si scopre che sebbene la Ue abbia detto basta ad altri rinvii, nessuno ha comunicato ai cittadini che continuano a bere un’ acqua fuori norma e pericolosissima, visto che l’arsenico e una cancerogeno di prima classe. Praticamente l’elusione della legge europea che impone la trasparenza e l’informazione adeguata per i cittadini. Come succede spesso, è iniziato il classico scaricabarile fra le autorità. Secondo il comitato Acqua pubblica «le Asl affermano di non sapere nulla e non può essere così, i sindaci ugualmente hanno tenuta nascosta questa cosa, e quindi esiste una colpevole omissione da parte di tutti questi soggetti per cui ora vale il limite di 10 mg litro che in molte parti del territorio è invalidato». L’Italia dovrà poi effettuare un monitoraggio dei parametri interessati, mettere in atto piani d’azione correttivi e dal 2011 presentare una relazione annuale sui progressi realizzati. La deroga, "é uno strumento previsto per rientrare in tempi brevi nei limiti delle sostanze inquinanti e quindi per risanare una situazione non legale. Ora, in pratica - conclude Ciafani - se la richiesta italiana di allungare la deroga non viene autorizzata, l’acqua, nei 128 comuni, è fuori norma e i comuni dovranno fare un’ordinanza per vietarne l’uso per la presenza di arsenico oltre i limiti". I limiti per legge, sono per l’arsenico di 10 microgrammi per litro mentre in alcuni comuni arrivano a 50 microgrammi per litro. |
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