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UN ANZIANO SU QUATTRO SOFFRE DI DEPRESSIONE |
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Un anziano su quattro soffre di depressione, e la sfida della psichiatria nei prossimi anni e’ proprio proteggere gli over 65 - quasi il 30% della popolazione italiana nel 2030 - dai disastri del ’mal di vivere’. E’ l’allarme lanciato dalla Societa’ italiana di Psichiatria (Sip). "Finora se ne e’ parlato poco, perche’ la si considerava quasi una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento - spiega il presidente della SIP Eugenio Aguglia, Ordinario di Psichiatria presso la Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ degli Studi di Catania - Ma si tratta di un concetto completamente sbagliato. Al contrario, va aumentata la consapevolezza che si tratta di una malattia da affrontare anche in tarda eta’ con tutti gli strumenti a nostra disposizione". I numeri sull’invecchiamento della popolazione nei prossimi anni lo impongono: scoprire quali anziani sono depressi e quindi a maggior rischio di malattie legate a questa condizione o comportamenti di forte disagio sociale e’ un compito di cui la psichiatria dovra’ farsi carico maggiormente. "Va sottolineato che alcuni individui sono piu’ a rischio di altri di essere colpiti da episodi depressivi - sottolinea Aguglia - le donne piu’ degli uomini, le persone anziane piu’ dei giovani. Anche le connotazioni del disturbo e i sintomi correlati possono variare in base alla fase della vita in cui compare. Bisogna essere in grado di distinguere la malattia depressiva dalla condizione di tristezza e rassegnazione, una situazione temporanea che si risolve senza una terapia specifica. L’episodio depressivo, invece, ha una maggior durata, presenta sintomi molto piu’ accentuati e necessita di una cura adeguata per essere sconfitta. In questo percorso e’ prezioso il contributo del medico di medicina generale, per una precoce individuazione della malattia e quindi per un precoce inizio della terapia. Inoltre, molecole di recente disponibilita’ anche in Italia, come agomelatina, sono in grado di affrontare con efficacia la malattia depressiva senza quegli effetti collaterali che caratterizzano gli altri farmaci antidepressivi fino ad oggi utilizzati". Qual’e’ l’identikit degli individui piu’ a rischio? "I dati in nostro possesso ci dicono che uno dei maggiori fattori e’ proprio l’eta’: dopo i 65 anni aumenta la probabilita’ di incorrere, prima o poi, in un episodio depressivo - continua il prof. Aguglia - L’eta’ deve essere poi correlata ad altri aspetti: se l’individuo vive da solo, se e’ vedovo oppure separato. Valutare, come sottolineato prima, le perdite personali, prestazionali e psicofisiche che la persona anziana deve affrontare. Senza dimenticare il venir meno della gratificazione sociale, del ruolo lavorativo e di una sorta di riscontro e considerazione da parte della societa’ che lo circonda". -Agi-
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