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Spazzatura: da Napoli all’Albania |
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Il miracolo di San Gennaro in salsa adriatica. L’Albania apre le porte ai rifiuti d’Europa, Napoli compresa. Secondo il governo di Tirana «Il nostro paese non riesce a fornire materia prima per la nostra industria del riciclo, quindi siamo costretti a importare rifiuti e a riciclarli qui». Il ministero dell’Ambiente prevede l’ingresso, senza alcun dazio doganale, per 50 tipi di rifiuti che finiranno come materia prima nell’appena nata industria del riciclo albanese. La notizia, diffusa dall’Osservatorio sui Balcani e il Caucaso merita attenzione. Molta attenzione! -Non importeremo materie prime nocive, radioattive o non riciclabili- ha rassicurato il ministro dell’Ambiente di Tirana. Nel frattempo al porto di Bari - documenta la giornalista albanese Marjola Rukaj - è stato sequestrato un carico di 69 frigoriferi e 92 lavatrici, diretti verso le coste albanesi. Tutta merce da riciclare, nonostante le sostanze pericolose che conteneva. L’Albania non ha una legislazione e standard europei in questa materia – affermano gli ambientalisti –. Forse è proprio questo il motivo per cui i paesi ricchi intendono portare da noi i loro rifiuti. A quanto pare, dopo i paesi africani, anche all’Albania tocca la sorte di diventare ’pattumiera dei paesi ricchi’. E questa è solo la punta dell’iceberg di un problema che affligge l’Albania da più di 20 anni. I rifiuti vengono accumulati senza criterio nelle periferie e la gestione all’interno delle città è pessima. In base a quanto dimostrano le statistiche delle maggiori Ong ambientaliste internazionali, questo problema fa dell’Albania uno dei paesi più inquinati d’Europa. Bardhyl Balteza, rappresentante dell’associazione nazionale della categoria, ha dichiarato ai media albanesi che -in Albania non esistono né le strutture necessarie né le infrastrutture per classificare i rifiuti da riciclare-. -E’ una mossa politica che porterà vantaggi economici solo ad un ristretto gruppo di persone, che si occuperanno del riciclo-, afferma Lavdosh Feruni a capo della rete ambientalista albanese. E ovviamente ne approfitteranno i paesi che attraversano emergenze in questo settore, come l’Italia. Non è un caso infatti che l’Albania apre le porte ai rifiuti europei proprio ora. In passato Berisha non ha mai fatto mistero delle sue intenzioni di importare i rifiuti italiani in Albania. In uno dei recenti incontri il premier albanese ha anche parlato della questione al suo omologo italiano, Silvio Berlusconi. L’ambiente non sembra stare molto a cuore all’attuale governo albanese. Molti i progetti a rischio di forte impatto ambientale: fornire sabbia albanese per le coste di Lecce, sino al progetto di costruzione di un impianto eolico nel parco nazionale di Karaburun – la cui energia andrebbe tutta all’Italia – ai progetti di diverse centrali idroelettriche e di una centrale a carbone in costruzione nei pressi di Durazzo e alle ambizioni nucleari italo-albanesi che dovrebbero fare dell’Albania “una piccola superpotenza energetica”. Ma la storia dei rifiuti importati non è una novità in Albania. Già ai tempi del regime di Hoxha, un ex funzionario ha dichiarato di essere a conoscenza di diverse quantità di alimenti scaduti e di tabacco che venivano importati e interrati nel territorio albanese. Attualmente in Albania, l’industria del riciclo è una novità degli ultimi anni, ma alcune società hanno già ottenuto i permessi per costruire degli impianti di riciclaggio con la partecipazione di soci e parenti di Genc Ruli, ex-ministro dell’Energia, come azionisti di una società italiana che dovrebbe costruire un impianto di lavorazione dei rifiuti per produrre energia elettrica. In Albania il riciclo dei rifiuti rimane sporadico e spesso si usa accumulare i rifiuti nelle periferie delle città, in cui i rom e i poveri si immergono letteralmente per individuare i pochi materiali che vengono riciclati, perlopiù lattine e oggetti di metallo. A riportare alla ribalta l’emergenza rifiuti albanese sono stati i vicini croati. Una quantità di rifiuti di ogni tipo con etichette albanesi sono arrivati sulle loro coste. In Albania la notizia non ha stupito nessuno, mentre i giornali hanno mostrato sugli schermi nazionali lo stato dei fiumi e dei laghi ampiamente utilizzati come discarica per i rifiuti urbani, ma anche per quelli organici e tossici ospedalieri.ami-e. r. |
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