|
|
Critica esportazione di amianto del Canada nei paesi in via di sviluppo |
|
|
|
|
|
|
|
|
In un rapporto pubblicato prima online e poi nel numero di Lancet , i governi di Canada e Québec (uno stato del Canada) sono stati bersagliati dalle proteste di un certo numero di attivisti anti-amianto e dalla Canadian Medical Association per l’esportazione di amianto in paesi in via di sviluppo, vulnerabili perché privi di legislazioni adeguate. Il giornalista Richard Horton aggiunge la voce della prestigiosa rivista scientifica The Lancet a coloro che chiedono al governo del Québec di non fornire una garanzia di prestito ad un consorzio che vuole far ripartire dal Canada le esportazioni di amianto, attualmente ferme, con un nuovo programma di estrazione di 25 anni. Il Rapporto mondiale è stato scritto da Tony Kirby, Media Relations Manager di The Lancet. Per molti anni, il Canada è stato uno dei principali esportatori di amianto bianco o ‘crisotilo’, con altri grandi esportatori come la Russia, il Kazakhstan e il Brasile. Ma negli ultimi due decenni, un divieto sul crisotilo (in aggiunta a quello da lungo tempo in vigore per l’amianto blu e marrone) sono entrati in vigore, di diritto e di fatto, in molti paesi ad alto reddito, tra cui il Regno Unito, che ha vietato crisotilo in 1999, e il Canada stesso, che non ha legalmente vietato il crisotilo, ma ne ha impedito l’uso de facto con normative stringenti. In questo modo, sempre più amianto estratto nelle miniere del Canada è andato ai paesi in via di sviluppo, dove poche protezioni sono presenti e dove l’entità della bomba a orologeria di morti dovute all’amianto continuerà a crescere. Il mesotelioma è un cancro al polmone causato da specifica esposizione ad amianto, e la diagnosi è quasi sempre una condanna a morte. In Italia, secondo i dati dei pneumologi, ogni anno 3.000 persone vengono uccise da asbestosi (malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di amianto o asbesto): 1.000 per mesotelioma, 1.500 per tumore pulmonare, gli altri per tumori rintracciati in altri parti del corpo. Tendenze analoghe si verificano in altre nazioni ad alto reddito. In Canada la disponibilità del crisotilo è diminuita negli ultimi anni. Tuttavia, un consorzio indiano (diretto dal finanziere Baljit Chadha, indiano che vive a Montreal) sta ora programmando di convertire la miniera Jeffrey Mine nel Québec da una di tipo a cielo aperto ad una sotterranea, e questo vedrebbe il Canada tornare a produrre ed esportare circa il 10% di nuovo amianto prodotto ogni anno nel mondo. Proteste sono avvenute o sono in corso a Londra (9 dicembre), nel Québec, e in alcune città asiatiche contro i governi del Québec e del Canada per fermare la garanzia del prestito che verrà concessa al consorzio. A Londra, una coalizione di gruppi inglesi contrari all’uso dell’amianto hanno protestato contro la riapertura della miniera Jeffrey Mine fuori dall’ambasciata canadese a Londra, prima di portare una petizione al numero 10 di Downing Street (sede del Primo Ministro inglese). In Québec, una delegazione di rappresentanti dei paesi importatori colpiti (tra cui Indonesia, India, Corea e Giappone) ha programmato una serie di eventi pubblici e conferenze stampa in tutta la provincia. Laurie Kazan-Allen, coordinatore del Segretariato per il Bando Internazionale di Amianto (IBA) e autore della British Asbestos Newsletter (sito internet che fornisce dati aggiornati sulla situazione nel Regno Unito) afferma: “Per oltre un decennio, siamo stati impegnati in una battaglia, come Davide contro Golia, contro i lobbisti dell’amianto, i governi interessati e gli interessi commerciali. Essi sostengono che l’amianto può essere utilizzato con sicurezza in condizioni controllate, ma sappiamo che questo è sbagliato. Una nuova miniera di amianto in Québec sarebbe un abominio.” Kathleen Ruff, canadese attivista anti-amianto, autrice del documentario Exporting Harm e senior adviser di diritti umani presso l’Istituto Rideau, un’organizzazione indipendente di ricerca e difesa di Ottawa, dice: “Non è troppo tardi per il governo del Québec per cambiare idea e negare la garanzia del prestito. Devono dare l’esempio agli altri esportatori di amianto nel resto del mondo. Se questa miniera riapre, i governi del Canada e del Québec avranno le mani insanguinate per le generazioni a venire”. Se il governo in Canada riconosce che le restrizioni e i regolamenti sono fondamentali per proteggere i cittadini dagli effetti devastanti di questo pericoloso prodotto, perché permette di far esportare l’amianto verso altri paesi che non dispongono delle risorse per proteggere i propri cittadini? “Chiede il presidente di CMA Jeff Turnbull. “Abbiamo una responsabilità sociale per tutelare non solo la salute dei canadesi, ma quella dei cittadini che si trovano altrove dai danni di una esportazione dal Canada. Il Canada non dovrebbe abdicare a questa responsabilità”, aggiunge il dottor Richard Horton, direttore di The Lancet, che ha detto:” I legami tra amianto e cancro ai polmoni, tra cui il mesotelioma, sono stati stabiliti da tempo. I governi del Québec e del Canada non dovrebbero far esportare amianto verso nazioni in via di sviluppo dove non ci sono regolamenti nei posti di lavoro per proteggere gli operai o la popolazione civile dai suoi effetti letali. Essi dovrebbero, in quanto governi di una nazione ad alto reddito, essere un esempio per gli altri paesi esportatori di amianto – come la Russia e il Kazakistan – dichiarando che questa pratica non è più accettabile. “The Lancet aggiunge la sua voce a quella dei molti attivisti anti-amianto in tutto il mondo, la Canadian Medical Association, e altri, che chiedono la fine di questa esportazione immorale di morte da amianto e di malattie verso alcune delle persone più vulnerabili del mondo. Chiediamo al governo del Québec di non tornare nuovamente allo sviluppo della miniera di Jeffrey che dovrebbe continuare le esportazioni di amianto per altri 25 anni. Come l’OMS, The Lancet sarà felice di vedere l’eliminazione graduale di amianto in tutte le parti il mondo”.
|
|
|