BISFENOLO A: MOLTEPLICI VIE DI ESPOSIZIONE E POSSIBILI EFFETTI CUMULATIVI
 











Nuove evidenze scientifiche accrescono la preoccupazione per gli effetti del controverso bisfenolo A (BPA): studi recenti hanno trovato nuove, inaspettate fonti di esposizione.
Essendo un "mattone" delle plastiche in policarbonato, l’esposizione al BPA è molto diffusa, addirittura ubiquitaria. E’ risaputo che le maggiori fonti di esposizione a questo contaminante sono attraverso la dieta; tuttavia ci sono anche altre fonti non alimentari che, sommandosi alle altre, possono portare ad una significativa esposizione aggregata.
Due recenti studi dimostrano come il BPA abbia un buon assorbimento cutaneo (1) e che le persone che maneggiano quotidianamente scontrini di carta termosensibile hanno livelli di BPA nelle loro urine maggiori della media (2).
Inoltre I risultati ottenuti da uno studio su una numerosa coorte (circa 1500 partecipanti) indicano che la emivita del BPA potrebbe essere più lunga del previsto, probabilmente a causa delle
continue e reiterate esposizioni attraverso le diverse fonti, alimentari e non, nonché ad una certa persistenza nei tessuti corporei (3).
Carta termica
Il BPA si trova nella carta termica sotto forma di monomero libero, di conseguenza il rilascio e l’ assorbimento possono essere più facili rispetto al BPA presente, ad esempio, negli imballaggi per cibi. L’uso di carta termosensibile non è limitato agli scontrini: si può trovare anche nella carta per fax e nelle etichette auto (4).
Materiali per odontoiatria
Alcuni polimeri usati in odontoiatria (sigillanti dentali, otturazioni, etc.) contengono BPA. L’effetto estrogenizzante dopo l’applicazione di tali sigillanti è dimostrato da due nuovi studi:
- il rilascio di monomeri dai materiali compositi è stato rilevato a livelli "significativi" (5).
- basse dosi di BPA eluite durante la masticazione aumentano la proliferazione delle cellule ipofisarie (6).
Effetti
Come delineato nella recente opinione EFSA’s (7)
esistono significative aree di incertezza in merito agli effetti del BPA, soprattutto per quelli rilevanti per lo sviluppo pre e post natale quali il programming del cervello (8-9), dei tessuti del sistema riproduttivo (10) e delle funzioni immunitarie.
Gravidanza (esposizione in utero)
Il BPA potrebbe accumularsi nella placenta legandosi al recettore estrogeno-correlato gamma (ERR) (11). Uno studio della Harvard University ha esaminato la concentrazione di BPA nelle urine di 389 donne incinte, ha poi suddiviso i dati a seconda della professione svolta: le cassiere sono risultate essere quelle con la più alta concentrazione prenatale di BPA nelle loro urine: 2,8 microgrammi/g. Al contrario, le insegnanti mostravano 1,8 microgrammi/g e le operaie dell’industria 1,2 microgrammi/g (12). E’ interessante notare come le insegnanti, le quali maneggiano carta per fotocopie e fax, hanno mostrato livelli di BPA maggiori rispetto a quelli delle operaie.
Infanzia
Neonati e bambini
piccoli passano molto tempo a contatto col pavimento e possono incorrere in certi comportamenti a rischio, come il contatto con la bocca di oggetti in plastica e/o l’ingestione di sporco, che a loro volta possono aumentare il rischio di esposizione a composti presenti nella polvere indoor (13). Inoltre i bambini possono richiedere frequenti cure dentarie che potrebbero essere una ulteriore fonte di esposizione al BPA.
Recenti risultati ottenuti dal Children’s Environmental Health Center della Mount Sinai School of Medicine hanno riscontrato livelli di BPA nella saliva 88 volte quelli basali subito dopo l’applicazione di sigillanti dentali: i livelli di BPA sono rimasti elevati fino a tre ore dopo la procedura per poi calare velocemente dopo (14).
Come ridurre l’esposizione al BPA
L’idea di eliminare in toto l’esposizione BPA è, al momento, chimerica; le autorità preposte alla regolamentazione stanno adottando provvedimenti atti a tutelare i gruppi più vulnerabili
all’esposizione: ad esempio, nel 2011 l’Unione europea vieterà la produzione prima (marzo) e la vendita poi (giugno) di biberon in policarbonato contenenti BPA (15). Nel frattempo possiamo, almeno, cercare di ridurre l’esposizione al BPA seguendo semplici passi, quali:
•Non usare contenitori alimentari in policarbonato nel microonde. Il policarbonato è forte e durevole, ma con l’usura causata dal tempo e dalle temperature elevate potrebbe rilasciare BPA.
•Ridurre l’uso di cibi in scatola, in particolare per i cibi caldi o liquidi. Optare, invece, per vetro, porcellana o contenitori di acciaio inox senza rivestimenti interni in plastica.
•Se si vive in un paese extra-UE, scegliere biberon privi di BPA.
•Quando si usa una bottiglia di acqua in plastica, non ri-utilizzare più volte.
•Adottare una accurata igiene orale in modo da ridurre la necessità di cure dentali.
•Indossare i guanti se si maneggiano molti scontrini in carta termica.
Alberto Mantovani,
Francesca Baldi - Reparto di Tossicologia Alimentare e Veterinaria - ISS