Siluro di Berlusconi al presidente della Repubblica
 











"Per avere in Italia una vera democrazia bisogna cambiare l’architettura istituzionale e riformare la Costituzione". Lo ha detto Silvio Berlusconi durante una cerimonia di premiazione a Palazzo Chigi. Berlusconi ha ribadito che "e’ necessaria una riforma dell’architettura costituzionale perche’ il Governo non ha il potere di decidere ma puo’ al massimo suggerire al Parlamento un provvedimento. Questo va poi nelle Commissioni parlamentari, poi in aula, infine deve piacere al Capo dello Stato. Una legge - ha aggiunto - che e’ un purosangue quando esce dal Consiglio dei ministri, diventa un ippopotamo alla fine di questo iter. Inoltre - ha proseguito Berlusconi - se non piace ai giudici della sinistra quella legge viene impugnata davanti alla Corte costituzionale che, poiche’ e’ composta per la maggior parte da giudici di sinistra, la rende nulla. Dunque - e’ la conclusione del premier - per avere una vera democrazia bisogna cambiare la Costituzione e riformare questa architettura istituzionale". Salvo impegni istituzionali dell’ultima ora, Silvio Berlusconi sara’ in aula lunedi’ prossimo al processo sui presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. Lo ha affermato uno dei suoi difensori, Piero Longo, a margine dell’udienza preliminare in cui e’ imputato il fratello del premier, Paolo Berlusconi, per la vicenda relativa alla pubblicazione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte.
Ostruzionismo e tensioni in Aula, scontri durissimi tra maggioranza e opposizione, ma anche lacerazioni nello stesso centrodestra, alimentate anche  dall’intervento di Massimo Corsaro che non è andato giù a una parte degli ex Fi. E, riferiscono fonti di governo, anche al Quirinale il discorso ha fatto capolino a margine dell’incontro fra Berlusconi e il presidente della Repubblica, assieme al dossier immigrazione che avrebbe lasciato molto soddisfatto il premier. Secondo le
stesse fonti, il capo dello Stato avrebbe ribadito l’appello a evitare che la discussione parlamentare trascenda, dando un’immagine distorta del Parlamento. E, nello stesso tempo, a evitare forzature ed esasperazioni nel confronto in Parlamento su un tema così delicato.
In realtà, alla Camera anche ieri la giornata non è filata via liscia. A surriscaldare gli animi è stato l’intervento di Corsaro, capace di far infuriare settori scajoliani, Valducci, ex Dc e socialisti. Segno di un malessere più profondo, ennesimo capitolo di uno stato di tensione interno che sembra dividere sempre di più ex azzurri ed ex An. Miccichè, in modo poco diplomatico, ha dettato alle agenzie: Corsaro è un ex fascista e non mi rappresenta. Proprio il progetto di Forza Sud agita non poco il Popolo della libertà, dando fiato a chi nel partito reclama un soggetto federativo che porterebbe a un’ulteriore frammentazione correntizia. Una prova si è avuta anche oggi, nel corso della riunione del Consiglio dei
ministri. Riferiscono fonti di maggioranza che dal gruppo del Pdl della Camera avrebbero informato Gianni Letta di quanto accaduto stamane in Aula. Il sottosegretario, secondo un ministro azzurro, avrebbe richiamato tutti ad abbassare i toni, chiamando in causa anche La Russa. Il ministro non avrebbe gradito tanto che - secondo alcuni - sarebbe stato pronto a guadagnare la porta del Cdm se non fosse intervenuto Brunetta a mediare, sedando quasi sul nascere le polemiche.
Berlusconi, dal canto suo, avrebbe fatto sue le parole di Letta, invitando i ministri a tornare in Aula e a provare a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. Il presidente del Consiglio è il primo a essere ’irritato’ per la lentezza con cui sta procedendo l’esame del processo breve. Non è un caso se un suo stretto collaboratore, riferendosi all’ostruzionismo dell’opposizione, ha sentenziato: "Questi sono i limiti della democrazia. E poi dicono che siamo in dittatura". Ma Berlusconi vuole prima di tutto portare il
provvedimento a casa, per questo ha ribadito a deputati e ministri che va garantita la presenza in Aula e, soprattutto, che bisogna preoccuparsi soprattutto di votare senza curarsi di quelle che ritiene le ’provocazioni’ della sinistra.