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Al galoppo verso una nuova barbarie autoritaria |
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Rosario Amico Roxas
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Berlusconi al galoppo (bene o male si tratta pur sempre di un cavaliere !) sta conducendo la nazione verso una nuova barbarie autoritaria perché privata dei necessari controlli e contro-poteri che garantiscono la democrazia ed evitano devianze che già furono del secolo scorso e ne uscirono sconfitte. Afferma il galoppante cavaliere che un presidente del consiglio quando si sveglia la mattina deve poter decidere su tutto, come se l’intera nazione gli appartenesse e fosse da considerare una proprietà privata perché scelto ed eletto dal popolo. Non viene tenuto in alcun conto che il popolo ha votato per essere ben amministrato secondo le regole del bene comune e non certo per consegnarsi ad un uomo solo che pretende poter decidere al di fuori delle regole,m delle leggi e della Costituzione. “Non c’è vera democrazia, per cui bisogna cambiare la Costituzione”, così ha pubblicamente affermato svelando il suo farsesco e tragico concetto di democrazia. Una democrazia che disprezza la politica, il confronto, il dibattito e l’indispensabile scelta del bene comune, non può essere identificata come democrazia, ma come degenerazione della stessa, perché si serve di una maggioranza democraticamente eletta, per imporre un pensiero unico e valori/interessi personali inh contrasto con il bene comune. Il programma di cambiare la Costituzione, per fortuna, avrebbe un iter molto lungo e, certamente fallimentare, ma serve per giustificare i primi radicali cambiamenti che non necessitano di sconvolgimenti costituzionali; così viene condotta avanti la prima e più importante delle riforme, che mira a destabilizzare la magistratura e gli organi di controllo come la Corte Costituzionale, in quanto ultimo ostacolo all’esercizio arbitrario del potere. Con il trionfo dell’egolatria del governante, vengono reclamate le esigenze soggettive come diritti, anche se palesemente contro i diritti dei governati, trascurando che viene alterato il rapporto tra diritti e doveri, questi ultimi eliminati in nome e per conto di un consenso popolare carpito con la malafede. Si apre uno scenario desolante nel quale la società civile dei governati viene travolta dalla perdita della memoria circa un recente passato, mentre non emerge consapevolezza del presente e progettualità per il futuro. |
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