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Il tribunale del riesame di Bari decide per i domiciliari al senatore Tedesco |
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Arresti domiciliari e non custodia cautelare in carcere, secondo il tribunale del riesame di Bari, per il senatore Alberto Tedesco, ex assessore della Regione Puglia alle politiche della salute, in attesa che si pronunci il Senato. La decisione è contenuta in un provvedimento di 22 pagine. Nessun commento da parte del senatore: "Parlerò solo dopo aver letto la motivazione", dice. I legali del senatore avevano fatto ricorso contro la detenzione in carcere, disposta dal gip di Bari Giuseppe De Bedictis un paio di mesi fa, su richiesta della procura, nell’ambito di indagini riguardanti la gestione della sanità in Puglia durante la prima giunta Vendola, negli anni dal 2005 al 2009. Alberto Tedesco è indagato dalla Procura di Bari per reati di concussione, corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, falso materiale, abuso d’ufficio, in relazione all’inchiesta sulla sanità pugliese e all’epoca in cui era assessore alla Sanità della Giunta regionale guidata da Nichi Vendola. Per la Procura barese Tedesco avrebbe, fra l’altro, indotto "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso" i direttori generali delle Asl di Taranto e di Bari a nominare direttori sanitari e amministrativi a lui graditi, per eventualmente intervenire indebitamente su aste e gare d’appalto nel settore delle forniture sanitarie ed altro. Sin dalle prime notizie di stampa sull’indagine in corso Tedesco si era dimesso dalla carica di assessore e Vendola aveva poi provveduto ad un rimpasto di Giunta. Alle elezioni politiche del 2008 Tedesco da sempre esponente di spicco dell’area socialista pugliese, era stato candidato al Senato per il Partito Democratico risultando il primo dei non eletti. Era poi entrato in Senato grazie alla rinuncia del senatore Antonio De Castro, diventato europarlamentare. Per il tribunale del Riesame di Bari, il senatore può reiterare reati analoghi a quelli per i quali il gip aveva disposto il suo arresto in carcere (non eseguibile in quanto parlamentare). I giudici si sono riservati la decisione sull’appello proposto dalla procura contro il provvedimento del gip che ha rigettato l’arresto per il senatore per il reato di associazione per delinquere. Il tribunale sottolinea tuttavia che "denota sensibilità istituzionale" il fatto che, dopo l’emissione del provvedimento cautelare, "lo stesso Tedesco abbia chiesto di essere interrogato ed abbia reso ampie dichiarazioni in merito ai fatti addebitatigli". Questa "condotta processuale" - secondo i giudici - "è tale da escludere sia il pericolo di fuga che quello di inquinamento probatorio". Esaminando le esigenze cautelari, nel provvedimento il tribunale rimarca "l’assoluta indifferenza del ricorrente rispetto ai rigori della legge nell’attuare le gravissime condotte addebitategli in violazione delle regole sull’operato dei pubblici uffici; la chiara professionalità nella programmazione dell’attività criminosa; la disinvoltura dimostrata nel fare ricorso ad espedienti e artifici di qualsiasi genere pur di assicurare sia benefici economici ai privati ed ai suoi familiari sia il consenso elettorale a se stesso, condizionando l’attività amministrativa su più aree del territorio nazionale". Per i giudici, le condotte contestate a Tedesco evidenziano una personalità dell’indagato "abitualmente coinvolta in vicende antigiuridiche tutte animate da una interpretazione dei compiti istituzionali non già come servizio da rendere alla collettività nel rispetto dei valori costituzionali e nell’interesse dell’amministrazione e dei cittadini, ma come mezzo di acquisizione e di gestione del potere di tipo economico, politico, clientelare". Esaminando poi la figura politica di Tedesco negli ultimi dieci anni, il Riesame sottolinea che, indipendentemente dalla rilevanza penale dei fatti, Tedesco è stato in grado di compiere "condotte collusive" con interventi presso direttori amministrativi e sanitari delle strutture pubbliche e su consiglieri regionali quando era egli stesso consigliere dell’opposizione essendo nel 2002 la Regione amministrata da una giunta di centrodestra. Da qui la conclusione che "la valutazione di attualità del pericolo di reiterazione si fonda univocamente sui costanti collegamenti" che Tedesco ha ancora oggi con "burocrati e funzionari rimasti al loro posto all’interno dell’amministrazione sanitaria nonchè con imprenditori che hanno beneficiato di appalti alla Regione Puglia ed hanno sostenuto la campagna elettorale per l’elezione al Senato". |
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